Torna in attività EMI, gloriosa sigla fondata nel 1931 dalla fusione di Columbia Graphophone Company e His Master's Voice, controllata di Gramophone Company, poi acquisita da Universal Music Group nel 2012. Il marchio, che in Italia operò tra il 1967 e il 2013, nel nostro Paese riprende le attività - come EMI Records Italy - con Mario Sala, già Director di Virgin Records Italy, nel ruolo di Label Director (nella foto, il secondo da sinistra), affiancato da Cristiano Maggi come Head of International Marketing (nella foto, a destra), Isabella Ceschi come Head of Local Marketing (nella foto, a sinistra) e Michele Nudo come Head of A&R (nella foto, il secondo da destra). L’etichetta, che nel proprio roster ha visto sfilare, negli anni, artisti fondamentali come - a livello internazionale - Frank Sinatra, Beach Boys, Beatles, Pink Floyd, Deep Purple, Beastie Boys, Black Sabbath, David Bowie, James Brown, Depeche Mode, Kraftwerk, Queen, Radiohead, Red Hot Chili Peppers, Sex Pistols e Smiths, oltre che - in Italia - Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Franco Battiato e Francesco Guccini, ha ripreso le attività in simultanea all’uscita di “Now and Then”, l’inedito dei Beatles in uscita in tutto il mondo il prossimo 2 novembre. “La rinascita di EMI è figlia di una serie di circostanze che, viste da fuori, assomigliano molto a un particolare allineamento astrale”, racconta Sala a Rockol: “Da un lato c’è stata, all’interno di Universal Music Group, la riorganizzazione di Virgin Music Group e Ingrooves. Dall’altro - la notizia è di questi giorni - c’è stato il ritorno alla ribalta di un nome storico legato al brand EMI, i Beatles. Quando abbiamo dovuto pensare a come riempire lo spazio lasciato da Virgin, quindi, di dubbi non ce ne sono stati. Per me, poi, il ritorno di EMI assomiglia molto alla chiusura di un ciclo: la mia carriera nell’industria musicale è iniziata in Virgin Music per poi diventare EMI nel 2002. Dopo l’acquisizione da parte di Universal Music, nel 2013, sono rimasto a UMG per diventare, nel 2018, Director di Virgin Records Italy. E ora con la riapertura di EMI è una specie di ritorno a casa”. (Mario Sala, Label Director EMI Records Italy - foto di Federico Earth) “Avendoci lavorato, ho cognizione di quanto il brand EMI sia iconico, e della legacy che si porta dietro, non solo a livello internazionale, ma anche riguardo il repertorio domestico, con opere di grandi artisti come Vasco Rossi e Tiziano Ferro, che continuano ad essere una parte fondamentale del nostro roster, insieme a Cesare Cremonini”, aggiunge Sala: “Oggi siamo consci di rivolgerci a un mercato che fruisce musica essenzialmente in streaming, ma il nostro atteggiamento nei confronti del nostro lavoro resta quello originario. Per questo, come claim, abbiamo scelto ‘Signing culture’. Ha un doppio significato: ‘signing’, per un verso, richiama il nostro obiettivo di mettere sotto contratto i nuovi artisti in circolazione sulla scena italiana, e per l’altro quello di lasciare il segno, non solo per quanto riguarda l’industria discografica ma - più in generale - per ciò che concerne il panorama culturale odierno. Penso a Rhove, per esempio, rappresentante di una realtà provinciale - nell’accezione più geografica e migliore del termine – rimasta finora ai margini della fiorente scena urban attuale, o ad Anna, che - dati alla mano - è stata la più giovane artista femminile ad andare al numero uno in Italia. I nostri primi interlocutori sono gli artisti e il pubblico, ma la nostra considerazione va anche ai media: oggi sembra che ci sia la tendenza di disintermediare la comunicazione bypassando via social i canali tradizionali, ma sappiamo bene quanto - ancora oggi - radio, Web, stampa e TV siano importanti”. “Anch’io, che condivido con Mario una militanza nell’organico di EMI dal 2003, e oggi come Head of Marketing del repertorio internazionale, sento la responsabilità del fare parte del ritorno di un brand così iconico”, precisa Maggi: “Con ‘Signing culture’ intendiamo la volontà di affiancare a una legacy gloriosa un presente di pubblicazioni importanti, su tutti i fronti. Il caso dell’inedito dei Beatles, ‘Now and Then’, è emblematico". (Cristiano Maggi, Head of International Marketing EMI Records Italy - foto di Federico Earth) "Elaborare emozioni: questo è quello che facciamo", continua Maggi: "Come EMI rappresentiamo una diversità di culture e ispirazioni immensa. Nel nostro roster c’è tutto il mondo, letteralmente, dall’Europa continentale (con Lewis Capaldi, Kungs, Sophie & The Giants) agli USA, questi ultimi rappresentati dalle etichette della West Coast del gruppo IGA (Interscope, Geffen, A&M) che hanno tra i loro artisti Billie Eilish, Olivia Rodrigo, Lady Gaga, Sting, Imagine Dragons, Kendrick Lamar, Eminem; senza dimenticare le realtà provenienti dai mercati emergenti dell’America Latina - come, per esempio, J Balvin e Karol G - e dell’Asia, con le star K-pop della Big Hit Music come i BTS (e i progetti solisti a essi correlati) e le Blackpink. Inoltre, rappresentiamo musicalmente e curiamo le strategie di marketing e promozione del gruppo Disney, dalle colonne sonore dei film legati alla Marvel ai titoli della leggendaria Hollywood Records. Grazie alla nostra rete globale contiamo di fare interagire la nostra scuderia local con le altre a livello internazionale, impostando collaborazioni nel modo più organico e naturale possibile”. EMI tornerà a operare su un mercato discografico radicalmente cambiato rispetto al 2013. “Oggi la discografia ha tempi molto diversi rispetto ad appena un paio di decenni fa”, riflette Sala: “Allora la routine album - tour - periodo di riposo - fase di scrittura poteva occupare anni. Per com’è il mercato attuale della musica registrata, gli artisti sanno di non poter restare inattivi per molto tempo. Oggi inoltre, a differenza di qualche anno fa, l’Italia è sulla mappa dell’industria discografica internazionale. Tra i nostri artisti, penso ad esempio ad Anna, il cui remix di ‘Bando’ è finito nella colonna sonora dell’ultimo capitolo della saga cinematografica di ‘Fast and Furious’, ma anche a ‘Shakerando’ di Rhove, che ha attirato l’attenzione di tanti altri nostri colleghi all’estero”. Senza contare l’evaporazione della dicotomia tra frontline e catalogo. “E’ difficile, oggi, parlare di priorità quando si gestisce un’etichetta, perché per com’è il mercato attuale i successi possono arrivare da qualsiasi parte”, prosegue Sala: “La sfida è dare le risposte giuste a tutti gli artisti del nostro roster. Per questo la nostra tattica non sarà mai quella di firmare più contratti possibile per paura di perderci qualcosa: vogliamo avere tempo da dedicare a tutti gli artisti del nostro roster, senza distinzioni. Ecco perché la nostra linea è quella di seguire gli artisti già dalle primissime fasi, grazie anche a un team di A&R molto giovane, in sintonia con le nuove tendenze”. (Michele Nudo, Head of A&R EMI Records Italy - foto di Federico Earth) “Parte del dna di EMI è seguire gli artisti sin dalle primissime battute”, precisa al riguardo Michele Nudo, under 30 a capo degli A&R della “rinata” EMI tricolore: “In Italia ci siamo concentrati sulla cultura giovanile, come mostrano gli esempi dei contratti firmati con Rhove e Anna, che insieme ai rispettivi team abbiamo accompagnato nel loro percorso artistico fin dai primi singoli. Questo è il modello che regola il lavoro con tutti i nostri nuovi artisti, provenienti da varie realtà italiane, a partire da Kid Yugi - che quest’anno ha saputo catalizzare l’attenzione di pubblico e media - fino a Nerissima Serpe, Low-Red, 18K, Epoque, Kuremino e Rarri dal Tacco, tra gli altri. Nella ricerca e lo scouting di nuovi talenti, inoltre, collaboriamo con numerose etichette indipendenti come Maciste Dischi, Bomba Dischi, Milano Ovest e Underdog”. Cosa cerca, EMI Italy, in un artista al quale sottoporre un contratto? “Va da sé che il primo aspetto che ci indirizza verso un nuovo artista per la firma di un contratto è l’originalità”, chiarisce Nudo: “Bisogna riconoscere che oggi la mole di artisti presenti sul mercato è tale per cui essere unici sta diventando sempre più difficile. Nelle nuove generazioni, tuttavia, stanno crescendo delle belle realtà, che non faranno fatica a trovare il proprio spazio. Perché, a prescindere da quanto un mercato possa essere affollato, l’originalità - quando c’è - non può non essere riconosciuta”. (Isabella Ceschi, Head of Local Marketing EMI Records Italy - foto di Federico Earth) Una struttura discografica così sfaccettata e ambiziosa non può che essere supportata da un reparto marketing perfettamente inserito nelle dinamiche artistiche della label. Infatti, spiega Ceschi, “il marketing local lavora gomito a gomito con il team artistico: ci piace pensarci come una squadra di giovanissimi pronta a supportare gli artisti nella loro missione di lasciare il segno, accompagnandoli con gli strumenti più adatti a ogni singolo progetto”. Strumenti che, evolvendosi molto velocemente, meritano una particolare attenzione da parte del settore marketing. “Penso, per esempio, a social come TikTok, le cui potenzialità oggi non si limitano alla discovery ma si estendono anche alle tematiche relative alle community”, commenta Ceschi, in chiusura: “E’ sempre importante stare al passo con le ultime tecnologie e - quando possibile - anticipare i trend e capire ciò che ha la potenzialità di diventare virale”.