Con una conferenza stampa tenuta a Londra la settimana scorsa, l’Unione Europea ha formalizzato la sua proposta di trasformare radicalmente il sistema di raccolta e di distribuzione dei diritti d’autore a livello comunitario, in risposta ai nuovi scenari creati dalla musica on-line e dalla distribuzione digitale. Il commissario per il Mercato Interno Charlie McCreevy, promotore del progetto, propone ai governi dell’Unione e alle parti interessate di modificare le regole vigenti in modo da consentire ai titolari dei copyright, autori ed editori di canzoni, di farsi rappresentare da una società di loro scelta per tutta l’Europa quando si tratta di concedere licenze e incassare royalty dai nuovi utilizzatori del repertorio come negozi di downloading, Web radio e società di telefonia mobile: consentendo a questi ultimi di ottenere un’autorizzazione unica valida per tutto il continente e smantellando di fatto il vecchio sistema che attribuisce a ciascuna organizzazione nazionale (in Italia alla Siae) competenza territoriale esclusiva nella raccolta e distribuzione dei diritti. <br> Nel suo intervento McCreevy ha ricordato le potenzialità del mercato della musica digitale (330 milioni di dollari di fatturato nel 2004 con prospettive di raddoppio per l’anno in corso; 50 milioni di lettori portatili digitali venduti sempre nel 2004 e proiezioni che attribuiscono alla musica digitale il 25 % del giro d’affari discografico da qui a cinque anni), aggiungendo che la trasformazione delle regole è obbligatoria se si vuole competere con gli Stati Uniti ma che dovrebbe avvenire gradualmente, in modo da facilitare una transizione non traumatica. Il commissario europeo sostiene che il sistema basato sull’esclusività territoriale “appartiene più al diciannovesimo secolo che al ventunesimo” e che è troppo costoso e ingombrante rispetto a un canale di distribuzione come Internet che “non conosce frontiere”.