Al di là delle quote di mercato, che vedono Spotify ancora saldamente al comando del mercato globale dello streaming musicale, quali sono i servizi che sono cresciuti di più, negli ultimi cinque anni? Secondo un’indagine compilata da OnlyAccounts.io sulla base di report presentati da Statista, ad ampliare più rapidamente la propria base di abbonati negli ultimi cinque anni sono stati i dsp legati a piattaforme di video on demand. Più nel dettaglio, a far registrare la performance più impressionante è stato YouTube Music, il servizio di streaming musicale legato alla piattaforma video controllata da Google: dal 2017 a oggi il dsp lanciato nel 2015 e guidato da Lyor Cohen, il responsabile dei rapporti con l’industria discografica mondiale del gigante di San Bruno, è passato da 2,8 milioni di abbonati in tutto il mondo agli 80 milioni del 2022, crescendo del 2750%, 12 volte più velocemente di Spotify e 24 volte più rapidamente di Apple Music. Nello stesso periodo il servizio guidato da Daniel Ek e quotato sulla borsa di New York ha raggiunto quota 188 milioni di abbonati, crescendo “appena” del 218%. Apple Music, che lo scorso anno aveva visto i propri abbonati salire a quota 88 milioni dai 27 registrati nel 2017, ha visto la propria crescita fermarsi a +114 punti percentuali. In questo senso, a battere i due player più competitivi in termini di utenza, è stato Amazon Music, altro servizi di streaming musicale legato all’offerta del gigante americano dell’e-commerce che include anche una piattaforma VOD, Prime Video: con appena 8 milioni di abbonati nel 2017 diventati 74 milioni lo scorso anno, il DSP della galassia collegata a Jeff Bezos ha fatto registrare una crescita - nel periodo preso in considerazione - pari al 825%, poco meno di quattro volte di più di quanto fatto segnare da Spotify. Secondo le più recenti proiezioni di Statista, entro il 2027 gli abbonati a servizi di streaming a livello globale dovrebbero toccare quota 1,1 miliardi di unità: la crescita nel 2023 dovrebbe riguardare 120 milioni di utenze, che andrebbero ad aggiungersi agli 800 milioni rilevati alla fine del 2022. Il tasso di crescita annuo del settore dovrebbe restare di poco superiore al 35% per i prossimi quattro anni.