Milano è la sede di numerose etichette tra cui Groovin Recordings - fondata nel 2015 da Paolo Rey e Alex De Ponti, titolari di Vinylbrokers, negozio di dischi specializzato in vinili. Il catalogo dell'etichetta è composto da un repertorio che spazia dalla soul/disco più classica a quella più underground fino alla house music, dai titoli più di nicchia a quelli più popolari tra cui "Give Me the Night" e "The World is a Ghetto" di George Benson, "From Disco To Disco" dei Whirlpool Productions, "Push The Feeling On" dei Nightcrawlers. Dal 2021, Groovin dà spazio a giovani produttori, come i francesi Groove Boys Project e il colombiano Felipe Gordon, con l'intento di promuovere i nuovi talenti. I dettagli nella nostra intervista a Paolo Rey e Alex De Ponti. Partiamo dalle origini. Com’è nata l’idea di aprire un negozio di dischi, Vinylbrokers? Paolo Rey: L'idea è nata nel 2005 - quando il digitale iniziava la sua ascesa - e il negozio è stato aperto un anno dopo. Qualcosa ci suggeriva che il fisico, specialmente il vinile, sarebbe rimasto iconico, insomma non sarebbe morto. Così abbiamo cominciato con entusiasmo la nostra avventura in totale controtendenza, in un periodo storico in cui le major erano in profonda difficoltà, senza una strategia vincente per affrontare il dilagante fenomeno del download libero; mentre i negozi di dischi di tutto il mondo stavano chiudendo, noi aprivamo con una formula nuova, quella di proporre il vinile usato a prezzi competitivi. Quali sono stati i vinili più richiesti e quelli che invece non hanno avuto grande successo? E i titoli cosiddetti “hard to find” quali sono stati finora? C’è un pezzo che ancora non siete riusciti a trovare? Quali, secondo voi, saranno gli “hard to find” del futuro? Paolo Rey: Il mercato dei dischi più richiesti è in continuo cambiamento. Quando abbiamo aperto, i vinili più ricercati erano degli anni ‘70, ’80, dal rock progressive alla black music, oltre all'house music di Chicago e Detroit… Poi è stato ristampato quasi tutto e di conseguenza anche i prezzi degli originali sono scesi. Da un paio d’anni a questa parte c’è un forte ritorno degli anni ’90, e andando avanti tornerà l’interesse verso i primi 2000. Insomma, è tutto ciclico nell’avvicendarsi delle nuove generazioni. Comunque, il nostro negozio non è mai stato focalizzato sui dischi per i collezionisti, ma al contrario abbiamo sempre cercato di proporre prezzi sostenibili per poter far riavvicinare sempre di più al vinile un pubblico normale e svincolato dalle logiche del collezionismo. Negli ultimi anni si è parlato molto di musica sostenibile e alcuni impianti di stampa di dischi in vinile stanno sperimentando la produzione in bioplastico. Cosa ne pensate di questa soluzione? Paolo Rey: Sicuramente potrebbe essere una soluzione positiva, ma al momento il bioplastico deve ancora evolversi al meglio sotto il profilo della qualità audio, e del contenimento dei costi. Quindi bisognerà aspettare ancora prima di ipotizzare una transizione completa. Sono cambiate molte cose nella musica e lo streaming ha avuto un ruolo importante. Da amanti del vinile, cosa ne pensate? Quanto bene fa alla musica di oggi? Davvero è da considerare l’antagonista del vinile? Paolo Rey: Assolutamente no. Anzi penso che lo streaming faccia benissimo al vinile e al supporto fisico in generale. È una promozione fantastica visto che ormai i media tradizionali non hanno più nessun ruolo di scouting e la radio ha totalmente perso la leadership che negli anni ‘90 e ’2000 aveva sui giovani. Lo streaming negli ultimi anni ha riportato la musica al centro, creando un ecosistema emergente molto interessante di nuovi artisti, che spesso diventano poi dei best seller in vinile. Un grande esempio è il caso dei Sault, un gruppo nu-soul inglese che difficilmente si sente nei media tradizionali, ma che hanno fatto numeri incredibili sia in streaming sia in vendita del supporto fisico. Consigliateci, a testa, tre vinili da ascoltare assolutamente. Paolo Rey: Michael Jackson – Thriller / The Weeknd – Starboy / Il Mago del gelato - Maledetta Quella Notte Alex De Ponti: Rufus & Chaka Khan – Masterjam / Lil' Louis & The World – Journey With The Lonely / Erykah Badu – Worldwide Underground. Passiamo ora alla vostra etichetta: la Groovin Recordings. Cosa vi ha spinto a iniziare questo nuovo percorso? Alex De Ponti: È stato quasi un passaggio naturale, lavorando nell’ambito del mercato dei vinili usati. Abbiamo però cominciato quasi per gioco, ristampando quelli che allora erano i titoli più richiesti nel mondo della musica house dei primi anni ’90. E poi non ci siamo più fermati. Che ruolo occupa la vostra label all’interno dell’ecosistema musicale? Cosa ha da offrire in più, o di diverso, rispetto ad altre realtà? Alex De Ponti: La nostra etichetta, nata come label di ristampe di classici in vinile del mondo house, dance e disco, ha avuto in tutti questi primi anni il ruolo di far conoscere alle nuove generazioni dei brani iconici di questi generi sopracitati. In alcuni casi non li conoscevano e in altri casi li conoscevano ma non potevano permettersi di acquistare i vinili originali. Groovin Recordings è stata fondata nel 2015: cosa apprezzate del sistema delle major, cosa delle grandi indipendenti? Viceversa, cosa, invece, non ritenete sano per l’industria musicale e i giovani talenti? Alex De Ponti: La forza delle major sicuramente oggi è più che mai quella di dare la migliore visibilità ai propri artisti. Ovviamente grazie anche a dei budget che le etichette indipendenti non hanno a disposizione. Ma se un artista emergente non riesce a ottenere i risultati sperati nel breve periodo, spesso viene velocemente messo da parte, e ci si dedica al prossimo in lista senza troppi scrupoli. Questo meccanismo un po’ cinico rischia di bruciare dei giovani talenti che magari non sono stati lanciati nel modo giusto. Come descrivereste il vostro catalogo? Quali sono i “pezzi forti” Alex De Ponti: Il nostro catalogo è un viaggio eclettico tra alcuni dei titoli più iconici del panorama dance e house, dalle chicche dell’underground ai grandi classici ma sempre di qualità, tra i quali posso citare “From Disco To Disco” di Whirlpool Productions, “Everybody Be Somebody” di Ruffneck, “Push The Feeling On” di Nightcrawlers e “The Weekend” di Michael Gray. Tutti brani che rappresentano la storia della musica dance internazionale. Dal 2021 promuovete anche nuovi talenti. Quali sono le caratteristiche che vi fanno scegliere su chi puntare? Alex De Ponti: Dopo aver cominciato la nostra avventura discografica dal mondo delle ristampe, siamo ora entusiasti di poter iniziare a proporre dei nuovi artisti. Oltre all’ambito dance e house ci stiamo allargando al R&B che è sempre stato un genere a cui siamo legati. Proprio come nel caso di Raffaella Zago, giovanissima cantante e compositrice appena uscita dal CPM, che uscirà con un album principalmente R&B – Pop/Soul. Cosa vi augurate come etichetta? Alex De Ponti: Di continuare a fare quello che facciamo, cercando di dedicarci sempre di più alle nuove proposte.