Per mezzo di un post pubblicato sul proprio blog aziendale, Spotify ha annunciato una nuova tranche di tagli al personale che sarà finalizzata entro la fine dell’anno in corso: l’operazione di ristrutturazione dell’organico interesserà il 17% degli impiegati della piattaforma, presentandosi a oggi come la più massiccia ondata di licenziamenti mai messa in atto dalla società svedese quotata a New York. “La crescita economica ha rallentato drasticamente, e il capitale è diventato più costoso: Spotify non fa eccezione a queste realtà”, ha premesso Ek nella propria nota ufficiale: “Mi rendo conto che per molti una riduzione di questa portata sembrerà sorprendentemente ampia, considerato il recente rapporto positivo sugli utili e la nostra performance. Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025”. Complessivamente, le posizioni che cadranno sotto la scure della nuova ristrutturazione saranno circa 1500 in tutto il mondo, che si sommeranno alle 2300 tagliate nel corso del 2023 e alle 8359 eliminate dall’organico alla fine del 2022. “Nonostante i nostri sforzi per ridurre i costi lo scorso anno, i nostri obiettivi sono ancora lontani”, ha proseguito Ek: “Quando guardiamo indietro al 2022 e al 2023, ciò che abbiamo realizzato è stato davvero impressionante. Ma, allo stesso tempo, la realtà è che gran parte di questa produzione era legata alla disponibilità di maggiori risorse. Secondo la maggior parte dei parametri, eravamo più produttivi ma meno efficienti. Dobbiamo essere entrambi. Anche se abbiamo lavorato per mitigare questa sfida e diventare più efficienti nel 2023, abbiamo ancora molta strada da fare prima di essere produttivi ed efficienti. E’ necessario che più personale si concentri sui risultati per i nostri principali stakeholder: creatori e consumatori. In due parole, dobbiamo diventare incessantemente intraprendenti”. “Adottare questa struttura più snella ci consentirà anche di reinvestire i nostri profitti in modo più strategico nell'azienda”, ha concluso Ek: “Con un approccio più mirato, ogni investimento e iniziativa diventano più impattanti, offrendo maggiori opportunità di successo. Questo non è un passo indietro: è un riorientamento strategico”.