Lo scorso primo settembre è stata istituita in seno al Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore del Ministero della Cultura una commissione speciale “incaricata di esaminare la questione relativa al tema ‘Intelligenza artificiale e impatto sul diritto d’autore, profili normativi interni e sovranazionali”. Presieduta dal professor Salvatore Sica e composta da Paola Passarelli (dg della direzione generale Biblioteche e diritto d’autore), Alberto Gambino (in rappresentanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Paolo Marzano e dal ceo di FIMI Enzo Mazza (in rappresentanza della categoria degli industriali), la commissione ha consegnato al ministro Gennaro Sangiuliano la propria relazione dopo i lavori iniziati alla fine del 2023. Come riferisce Italia Oggi nel documento di posizione trasmesso al titolare del MiC è centrale, in tema di intelligenza artificiale, la trasparenza, che “rappresenta un passo fondamentale verso lo sviluppo di un’AI responsabile nell’Ue in un’ottica di riequilibrio delle posizioni in gioco, fornendo uno strumento essenziale per far rispettare il sistema europeo di valori e diritti fondamentali, compreso il diritto d’autore”. In merito ai processi di “addestramento” delle soluzioni di AI generativa, secondo il comitato “i titolari dei diritti detengono (e dovrebbero continuare ad avere) il potere discrezionale di scegliere se concedere o negare il permesso per l'uso delle opere, esercitare i propri diritti morali,determinare un adeguato livello di compensazione, avere voce nel modello economico applicabile”. Al fine di bilanciare “le esigenze di espansione dell’economia digitale e la tutela e l’incentivo alla creatività umana” la Commissione ha richiamato il testo dell’AI Act europeo, che impone agli sviluppatori di intelligenza artificiale generativa di tenere e rendere pubblico il registro delle opere utilizzate nel corso dei processi di data mining delle proprie creazioni.