Parlare di gender gap presentando i dati di alcune ricerche condotte da diversi enti è fondamentale per abbattere ogni minima flessione che porta a sminuire o, addirittura, a giustificare la presenza di questo fenomeno, ancora presente e vivo anche nel settore musicale. I risultati dello studio condotto da NUOVOIMAE dal titolo “L’impiego delle interpreti femminili nell’industria discografica” nel 2023 - presentati in occasione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo - lo confermano, mettendo in luce criticità che, almeno concettualmente, ci si augurava fossero morte con la fine del secolo scorso. Qualche esempio? La differenza di retribuzione. Ma andiamo con ordine, per comprendere che il tema del salario è - forse - la punta di un enorme iceberg: lo studio ha preso in esame in esame 514.959 registrazioni (per quanto concerne il territorio italiano). Nel 2023, su un totale di 1.584.311 interpreti (sommando quelli in ruoli primari e comprimari), solamente l'8,8% sono donne, mentre il restante 91,2% è rappresentato da uomini. La suddivisione per fasce d'età approfondisce ulteriormente questa disparità, evidenziando percentuali più basse di presenza femminile in tutte le categorie. In particolare, nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, le donne costituiscono solo il 25% degli interpreti. L'analisi delle classifiche di vendita di album nel panorama musicale italiano riporta che nel 2023 solo una donna, Elodie con l’album “Ok, respira”, è presente tra i primi 20 album più venduti. Sebbene le classifiche dei singoli registrino una crescita nella presenza femminile, con il 40% delle prime 30 posizioni nel 2023 occupate da artiste, il divario complessivo rimane evidente. Le classifiche musicali italiane hanno visto nel 2023 un aumento significativo della presenza femminile nei singoli, passando da 4 a 7 donne nelle prime 20 posizioni e addirittura a 12 nelle prime 30. Questo rappresenta il 40% del segmento chart, il dato più alto degli ultimi dieci anni. Nelle classifiche degli album più venduti, la quota femminile è salita dal 10% al 13% nel 2023. Nel complesso, le donne rappresentano il 14,1% degli artisti nelle classifiche settimanali e il 13,8-13,9% delle certificazioni album e singoli. Tuttavia, su Spotify, nessuna musicista è presente nelle top ten annuali dal 2013; nonostante ciò, si nota un trend positivo con una crescente presenza di artiste under 30 negli ultimi 4 anni. E siamo alla famosa punta dell’iceberg: le cifre relative ai compensi per la distribuzione dei diritti confermano il divario economico, con € 60.802.043 (84,88%) destinati agli uomini e € 12.729.726 (15,12%) alle donne; il compenso medio per le artiste risulta inferiore a quello degli artisti uomini, sottolineando una disparità non solo in termini di opportunità, ma anche di retribuzione. Altri dati preoccupanti arrivano dalla ricerca - lanciata il 25 novembre del 2021 e riproposta in occasione della Milano Music Week 2023 - sul fenomeno della violenza e delle molestie nei confronti delle lavoratrici della musica condotta da Equaly; è emerso che l'83% delle donne intervistate dichiara di essersi sentita discriminata almeno una volta; in particolare: il 73,9% delle partecipanti afferma di aver subito discriminazioni sulla base del genere, solo il 22,9% del campione non ha mai subito comportamenti violenti durante il proprio lavoro e il 46,3% di chi dichiara di aver subito una violenza sostiene che a metterla in atto sia stata una persona che ricopre una posizione lavorativa gerarchicamente superiore; a seguire il collega e il cliente. Per smentire la convinzione che “all’estero è meglio”, vi riportiamo i dati - ancora una volta dello studio condotto da NUOVOIMAE - a livello internazionale. Prendendo in esame 1.015.789 registrazioni di 116 Paesi è emerso che delle registrazioni pubblicate solo l’8,74% è di donne, mentre il 91,64% è di uomini. Dall'esame della distribuzione dei diritti in base all’utilizzo, basandosi su un totale di € 141.730.110,03 per 179 Paesi, è emerso che: il compenso per un’artista è di € 22.810.970, con un compenso medio di € 731,40; la retribuzione di un artista è € 118.919.140, con un compenso medio di € 832,91. Sempre a livello internazionale, secondo i dati di IFPI e FIMI, Taylor Swift è stata l’unica artista femminile nella Top Ten dei Best Seller globali nel 2022. Un’altra testimonianza è quella di Marie Clausen - membro del consiglio di amministrazione di Merlin e anche ad di Ninja Tune North America - che nel 2023 ha il lanciato il programma Engage di Merlin, che affianca donne di talento a dirigenti esperti, con l'obiettivo di promuovere la leadership femminile e guidare il cambiamento. Clausen ha sottolineato le difficoltà nel promuovere le donne a posizioni di responsabilità, esprimendo frustrazione per la mancanza di candidate qualificate nel settore e sottolineando la necessità di un'azione deliberata: "dobbiamo solo creare strutture migliori per permettere a queste donne di raggiungere i vertici". I dati raccolti mostrano una realtà persistente di gender gap nell'industria musicale italiana e internazionale, sia in termini di partecipazione sia di compensi. La necessità di promuovere l'inclusività e l'uguaglianza di genere nel settore diventa imperativa per garantire una rappresentazione equa e un giusto compenso per le artiste femminili.