“Stavo discutendo con il mio team sul modo in cui pubblicare il prossimo album. Come ha detto James Blake, lo streaming svaluta la nostra musica”: sono le parole usate da Kanye West in una chat di Instagram con la pagina “Yefanatics” per annunciare che l’album “Vultures 2” - seconda parte del progetto discografico condiviso con Ty Dolla $ign, atteso lo scorso venerdì - non sarà distribuito sulle piattaforme di streaming musicali. “Ho 20 milioni di follower su Instagram - ha spiegato il rapper - Vendiamo l'album su Yeezy.com per $20. Quando il 5% dei miei follower compra un disco sono 1 milione di vendite, come la domenica del Super Bowl, quindi sappiamo che è possibile. Possiamo convincere un milione di persone a comprare l'album. Quando ci riusciremo, le piattaforme di streaming non avranno più il controllo dell'artista. Sarebbe bello che la nostra comunità supportasse gli album. Lo streaming è praticamente pirateria. Stiamo pensando di non mettere in streaming gli album per un mese e venderli prima. I film vanno prima al cinema, e poi in streaming”. Ye ha risposto alle domande anche della testata L!T, dichiarando: “Mi avete scritto perché volevate 'Vultures', ma le compagnie di streaming hanno fatto sì che voi non ci date più il giusto valore come artisti. Ho una piattaforma dove potete pagare il disco per 20 dollari. Stiamo anche pensando di aprire un nostro servizio di abbonamento. Ma tutto questo non è per i soldi, ma per cambiare l’industria. Siamo in una posizione per farlo se la nostra comunità sarà dalla nostra parte”. Kanye West ha portato in primo piano tre punti fondamentali: la percentuale di retribuzione degli artisti derivante dai dsp; quanto possa effettivamente aver peso il ruolo di una fanbase nel mercato degli stream e la pirateria. Effettivamente, a seguito delle percentuali dichiarate da Ye nel post, come funziona la retribuzione delle royalties, tenendo conto anche della svolta artist centric? Ne abbiamo parlato in questo articolo.