Nel primo caso si tratta dell’acquisizione di una quota di minoranza in Chord Music Partners il cui prezzo ammonta a 240 milioni di dollari per il 25,8% della società in un affare che valuta la società acquisita 1,85 miliardi di dollari (debiti inclusi). Chord era emersa nel 2021 come joint venture tra due primarie società di investimento, KKR e Dundee Partners, e quell'anno venne utilizzata come veicolo per investire 1,1 miliardi di dollari per l'acquisizione di un catalogo di oltre 62.000 quote di brani da Kobalt Capital. Ora KKR uscirà da Chord per essere sostituita da UMG, con l’altro socio Dundee Partners al 74,2%. Per UMG e Dundee Partners si tratta di "una nuova partnership strategica a lungo termine per gestire attivamente i diritti di Chord attraverso la rete globale di UMG e per acquisire in futuro cataloghi aggiuntivi tramite Chord ". Tradotto: gli asset di Chord Music, quando scadranno i loro attuali accordi di distribuzione e amministrazione, vedranno UMG amministrarne i diritti attraverso UMPG (publishing) e Virgin Music Group (registrazioni). Se la sensazione fosse quella di un ritorno di fiamma per la corsa all’acquisizione di cataloghi musicali dopo che tra il 2022 e 2023 era stata raffreddata dai tassi di interesse in aumento, la sensazione sarebbe abbastanza corretta. Basterebbe notare la mossa di Sony Music, che nel febbraio di quest’anno ha chiuso un accordo per acquisire la quota di maggioranza del catalogo - sia editoriale, che di musica registrata - di Michael Jackson investendo intorno ai 600 milioni di dollari per detenere la maggioranza (Primary Wave detiene una partecipazione al 10%) di uno dei cataloghi più redditizi in assoluto. Ma l’operazione-Chord evidenzia un cambio di direzione, sia tra i protagonisti, sia nell’esecuzione. Potremmo definire questo tipo di partnership come il proverbiale sodalizio “tra Big Money e Big Music”. E’ lo stesso genere di accordo che ha visto Warner Music Group lanciare fondi di acquisto dei diritti con società di investimento come Providence Equity Partners (nel 2019, dichiarando di avere una capacità di spesa "superiore a un miliardo di dollari") e con BlackRock (nel 2022). Così come quello che ha visto proprio Sony Music ottenere il sostegno finanziario di Eldridge Industries (di proprietà di Todd Boehly, patron della società di calcio inglese Chelsea FC) per l'acquisizione nel 2021 del catalogo di Bruce Springsteen. E come quello di Kobalt Music Group (che fino ad oggi era il partner amministrativo editoriale di Chord Music) che ha annunciato a novembre di avere aperto una collaborazione con Morgan Stanley, dichiarando di potere spendere 700 milioni di dollari dei fondi di MS per acquistare e amministrare diritti d'autore. Al pari di quanti avviene in tutti questi casi, UMG opererà in leva: "Questa nuova struttura ci fornisce un veicolo efficiente per futuri acquisti di cataloghi, senza una significativa allocazione di capitale attraverso una combinazione di leve finanziarie e capitale di equity del partner", ha dichiarato il suo EVP, direttore finanziario e presidente delle operazioni Boyd Muir. Leggi anche: Le acquisizioni delle tre major musicali: quali e perché? Le acquisizioni delle tre major musicali: i media Le acquisizioni delle tre major musicali: le label Le acquisizioni delle tre major musicali: nuove geografie Le acquisizioni delle tre major musicali: il live