Con una sentenza emessa oggi, giovedì 21 marzo, la Corte di Giustizia UE ha imposto all’Italia di riscrivere il recepimento della direttiva Barnier, testo che nel 2014 aprì alla liberalizzazione nella raccolta del diritto d’autore nell’Unione Europea anche alle entità di gestione indipendenti a scopo di lucro. La pronuncia ha origine da un procedimento legale intentato da LEA - organismo di gestione collettiva usato da Soundreef come veicolo per operare in Italia - e la collecting lussemburghese for profit Jamendo: LEA presentò istanza al Tribunale di Roma di proibire a Jamendo di operare nel nostro Paese, in virtù - appunto - del recepimento della direttiva Barnier da parte delle autorità italiane. La corte capitolina ha - riferisce una nota della Corte europea - “se la direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d’autore osti a una normativa di uno Stato membro che esclude in modo generale e assoluto la possibilità per le entità di gestione indipendenti stabilite in un altro Stato membro di prestare i loro servizi nel primo di tali Stati membri”. La Corte UE, con la sua sentenza, precisa come “la normativa nazionale [italiana], nella misura in cui non consente alle entità di gestione indipendenti stabilite in un altro Stato membro di prestare in Italia i loro servizi di gestione dei diritti d’autore, costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi. Sebbene tale restrizione possa in linea di principio essere giustificata dall’imperativo consistente nel tutelare i diritti di proprietà intellettuale, essa non è proporzionata poiché preclude in modo generale e assoluto a qualsiasi entità di gestione indipendente stabilita in un altro Stato membro di svolgere la sua attività nel mercato di cui trattasi. La Corte sottolinea che misure meno lesive della libera prestazione dei servizi consentirebbero di conseguire l’obiettivo perseguito”. Pertanto, ha concluso la Corte di Giustizia Europea, “la normativa italiana contestata non è compatibile con il diritto dell’Unione”. La pronuncia di oggi “non risolve - spiega l’istituzione nella nota - la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile”. La sentenza è stata accolta con favore da Soundreef, che - per mezzo di una nota - ha fatto sapere come la decisione della Corte di Giustizia UE sottolinei “l'importanza di un mercato liberalizzato, che accoglie entità private, promuovendo l'innovazione e offrendo ai titolari dei diritti opzioni di gestione migliorate. Soundreef ha giocato un ruolo cruciale nel sostenere questo cambiamento negli ultimi 10 anni, insieme ai partner del settore, per garantire un ecosistema del diritto d'autore più efficiente, equo ed orientato al futuro”.