Come se non bastasse <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744085/tiktok-il-bando-negli-usa-e-legge-9-mesi-per-vendere">la spada di Damocle della “legge bando” promulgata da Washington</a>, TikTok potrebbe fare fronte molto presto a un ulteriore stralcio dal proprio catalogo musicale dopo quello - clamoroso, ma con <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743842/taylor-swift-canzoni-tornano-su-tiktok-universal-music-perche-commento">altrettanto clamorose eccezioni</a> - causato dallo <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/universal-music-vs-tiktok-496356">strappo con Universal Music</a> Group: <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742975/tiktok-e-licenze-nmpa-non-rinnovera">come già riferito lo scorso 7 marzo</a>, il prossimo primo maggio scadranno gli accordi di licenza tra la piattaforma controllata da Bytedance e la National Music Publishers' Association, la principale associazione di editori musicali americana che rappresenta tanto le tre major quanto importanti realtà indipendenti come BMG, Concord, Primary Wave,&nbsp; Downtown, Reservoir, ABKCO, Disney Music, peermusic e Kobalt.

Secondo quanto riferito dall’edizione americana di Billboard, la rappresentanza degli editori americani non ha riavviato le trattative per un eventuale rinnovo degli accordi in extremis, cosa che - teoricamente - potrebbe portare a una nuova rimozione in blocco di parecchi repertori. Stando a quanto fatto trapelare, tuttavia, diversi associati alla NMPA avrebbero rinunciato al modello collettivo - ufficialmente rigettato nel corso dei negoziati - per avviare negoziati individuali.

Le parti in causa, ovviamente, si sono rifiutate di fornire dettagli in merito al numero delle aziende che abbiano fatto richiesta di licenze “personalizzate”: secondo un’indiscrezione fatta filtrare da un portavoce di TikTok in trattativa per chiudere accordi singoli ci sarebbero sia grandi player che realtà minori, in quantità tale (“migliaia”, a livello globale) da non rendere sicuri i gestori della piattaforma che “il pubblico noterà le rimozioni”.

“La musica è una forza trainante dietro il successo di TikTok ed è estremamente un peccato che il social non sembri valorizzare i creator musicali che alimentano la sua attività", aveva fatto sapere, in una nota, il presidente/amministratore delegato di NMPA David Israelite solidarizzando con Universal Music Group quando, a inizio dello scorso febbraio, la major guidata da Lucian Grainge decise di ritirare i propri repertorio dalla disponibilità della piattaforma: "Crediamo che gli autori debbano essere valutati e ricompensati equamente, e crediamo che l'intelligenza artificiale non dovrebbe mai essere utilizzata per diluire il valore della creatività umana. Abbiamo visto altre piattaforme di social media commettere l’errore di affermare che la promozione dovrebbe sostituire un equo compenso. E’ un argomento scadente, oltre che sbagliato”.

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TikTok, imminente la scadenza degli accordi di licenza con NMPA

Industria

Gli editori USA avevano già fatto sapere di non voler rinnovare il contratto collettivo. Ma...

Sony Music Publishing (SMP) ha acquisito l'intero catalogo dell'autore, produttore e polistrumentista australiano Kevin Parker, leader&nbsp;dei Tame Impala, estendendo, di fatto, la collaborazione in essere dal 2009 e quella del 2020, quando hanno firmato un contratto di edizione con per le sue future canzoni. Il nuovo accordo copre sia l'attuale raccolta di canzoni di Parker che i suoi lavori futuri.

L’artista ha dichiarato: “L'idea di trasmettere la proprietà delle mie canzoni è un'idea alla quale non penso affatto con leggerezza. Sono il frutto del mio sangue, del mio sudore e della mia creatività in tutti gli anni in cui sono stato un artista e un autore di canzoni. Ho molta fiducia in Sony e ho avuto solo grandi esperienze con Damian Trotter, Managing Director di SMP Australia,&nbsp;e con il resto del gruppo. Non credo che le mie canzoni possano essere in mani più sicure di quelle di Sony e sono entusiasta per il futuro e felice di poter continuare a lavorare con loro per qualsiasi cosa ci riservi il futuro”.

Damian Trotter ha aggiunto: “Kevin è un talento unico, la cui creatività e dedizione alla sua arte ha entusiasmato fan e artisti fin dal suo arrivo sulla scena musicale. Avendo lavorato con Kevin fin da prima dell'uscita del primo album dei Tame Impala, è stato emozionante assistere alla sua ascesa al successo mondiale, che è così ben meritato. Siamo orgogliosi di prendere in custodia questo iconico catalogo e di continuare il nostro rapporto con Kevin in questa emozionante fase della sua carriera musicale”.

Jon Platt, Presidente e CEO di Sony Music Publishing, ha concluso: “Ho sempre ammirato Kevin Parker e credo che sia uno dei cantautori più versatili del nostro tempo.Kevin ha creato un catalogo incredibile, ed è sempre rimasto fedele alla sua visione. È un privilegio rappresentare la sua musica e ci impegniamo ad ampliare la sua eredità di successi”.

Nel corso della sua carriera, Parker ha ottenuto numerosi premi e nomination, tra cui nomination ai Grammy, premi APRA Songwriter of the Year, Song of the Year e molteplici premi ARIA per Album e Producer of the Year.

A Sony Music Publishing il catalogo di Kevin Parker (Tame Impala)

L'accordo comprende sia i lavori passati che futuri del leader dei Tame Impala

Del malcontento degli editori musicali nei confronti di Spotify ne abbiamo parlato <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744185/spotify-polemica-con-nmpa-associazione-editori-usa-cosa-sta-succedendo">in questo articolo</a>; oggi, 15 maggio, è stata pubblicata dalla testata MusicBusiness la lettera legale che la National Music Publishers' Association (NMPA), con sede negli Stati Uniti, ha inviato a Spotify per conto dei propri membri.

L’oggetto dell’accusa è che la piattaforma svedese non ha ottenuto le licenze - alcune concesse proprio dalla NMPA - per l'uso dei testi. Dunque, la richiesta è di rimuovere tutti i testi, i video musicali e i podcast senza licenza; diversamente, Spotify dovrà rispondere delle proprie responsabilità.

Danielle Aguirre, EVP e General Counsel dell'NMPA, ha scritto: “Siamo venuti a conoscenza del fatto che Spotify mostra testi, riproduce e distribuisce video musicali e podcast utilizzando opere musicali senza il consenso o il compenso dei rispettivi editori e/o amministratori (i nostri membri) che controllano i diritti d'autore delle composizioni musicali… Spotify sembra quindi impegnato in una violazione diretta ospitando nei suoi testi, video e podcast opere musicali prive di licenza e distribuendo ai suoi utenti riproduzioni, sincronizzazioni, visualizzazioni e usi derivati non autorizzati di queste opere musicali. Come se non bastasse, Spotify trae profitto da tali violazioni”.

Tra gli esempi riportati a supporto dell’accusa presentata c’è quello di “Remix” che Spotify avrebbe in cantiere dal momento che questa funzione potrebbe consentire agli utenti di creare versioni accelerate o rallentate dei brani.

“Spotify è consapevole che il rilascio di tale funzione senza le dovute licenze da parte dei nostri membri può costituire un'ulteriore violazione diretta” - ha continuato Aguirre - “...A prescindere dalle licenze di esecuzione meccanica e pubblica che Spotify può avere, tuttavia, l'uso di testi e musica in video e podcast sulla sua piattaforma richiede diritti che devono essere negoziati direttamente con i titolari in un mercato libero”.

In base a un accordo legale del 2022 tra gli editori musicali e i servizi di streaming musicale, negli Stati Uniti i servizi “bundle” sono autorizzati a pagare agli editori e agli autori di canzoni un tasso di royalty meccanica inferiore rispetto ai servizi di abbonamento musicale indipendenti.

Fondata nel 1917, la National Music Publishers' Association (NMPA) è l'associazione di categoria che rappresenta tutti gli editori musicali americani e i loro partner autori di canzoni.&nbsp;

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Gli editori musicali americani danno un ultimatum a Spotify

La National Music Publishers' Association ha inviato una lettera legale alla piattaforma svedese

Cosa attende il settore della musica registrata dopo il cambio di legislatura che seguirà le elezioni europee 2024, in programma in Italia tra i prossimi 8 e 9 giugno? Il punto di vista della situazione è stato fatto nella mattina di oggi, mercoledì 15 maggio, nel corso dell’evento “UE al voto: le aspettative dell’industria discografica” (nella foto), organizzato da FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana presso l’ufficio di collegamento del Parlamento Europeo a Milano.

Oltre al ceo di FIMI Enzo Mazza, all’incontro hanno preso parte il giornalista Marco Zatterin, il fondatore e presidente della società di advocacy e lobbying FB &amp; Associati Fabio Bistoncini, la coordinatrice della relazioni con i media per il Parlamento Europeo in Italia Valentina Parasecolo e Anna Zardo, Head of EU Parliament and Government Affairs di IFPI.

In base ai sondaggi disponibili a oggi (nello specifico, Politico, Poll of Polls, aggiornato al 6 maggio 2024), ci si aspetta che l’esito della prossima tornata elettorale assicuri una sostanziale continuità politica con la legislatura uscente: secondo le analisi di FB &amp; Associati, “appare remota l’ipotesi, cara all’ex Presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR), Giorgia Meloni, di spostare a destra gli assetti politici dell’Unione e formare una ‘maggioranza alternativa’, con cui designare il Presidente della Commissione sostituendo i socialisti con i conservatori, nell’ambito realisticamente di un’alleanza con popolari e liberali”.

In assenza di particolari stravolgimenti nella distribuzione dei seggi alle diverse parti politiche, l’International Federation of the Phonographic Industry - sottolinea Zardo - si aspetta che l’assemblea prosegua a lavorare sui temi chiave che hanno interessato il settore discografico negli ultimi anni.

A cominciare dall’intelligenza artificiale, filone che Strasburgo ha affrontato in temi relativamente recenti - con l’<a href="https://www.rockol.it/tutto-su/ai-act-495842">AI Act</a>, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale UE ma ancora in attesa di adozione: Zardo spiega come l’Unione possa fregiarsi di aver approvato il primo testo normativo in materia, molto importante per tutelare la proprietà intellettuale soprattutto in materia di trasparenza - da parte degli sviluppatori - in sede di training dei modelli e data mining. Compito della prossima legislatura, in materia, sarà quello istituire un AI Office dedicato per vigilare sulla messa a terra del regolamento approvato, oltre che all’implementazione dello stesso AI Act.

Altro argomento cardine è lo streaming. La relazione stilata dal Parlamento UE nel 2023 dipinge un quadro positivo che - tuttavia - può essere ulteriormente migliorato. IFPI, spiega Zardo, non concorda con alcune delle conclusioni inserite nel rapporto - come la mancanza di visibilità data dalle piattaforme al repertorio locale (“Che, anzi, oggi è più forte che mai, e non necessita di quote obbligatorie”), e sulla maldistribuzione dei ricavi tra i vari anelli della filiera - mentre è perfettamente allineata su altre, come - per esempio - l’importanza di attribuire il giusto valore alla musica a beneficio di tutta la filiera.

Particolare importanza è data allo Statuto dell’Artista, cornice legislativa che - auspicabilmente - vedrà la futura assemblea al lavoro sulla definizione della figura professionale del creativo, con particolare attenzione alle proposte in tema di welfare, mobilità e tutela economica.

Circa le future implementazioni al <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/digital-services-act-482007">Digital Services Act</a> - “provvedimento elaborato per rendere la vita online dei cittadini europei più sicura” - per IFPI restano rilevanti i temi della moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme, non solo in chiave di tutela della proprietà intellettuale ma anche per combattere la diffusione contenuti fuorvianti tramite deepfake - nodo, quest’ultimo, affrontato anche dall’AI Act - e per la tracciabilità dei contenuti forniti alle piattaforme dai business customer. Per l’Italia, in questo senso, sarà particolarmente rilevante il ruolo dell’AGCom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Assolutamente centrale, per l’industria della musica registrata, sarà proseguire nella linea di tutela della proprietà intellettuale, “indispensabile - sottolinea Zardo - per affrontare le sfide poste dall’innovazione tecnologica”: la prossima legislatura dovrà concentrarsi sullo sviluppo di strumenti di supporto al copyright e al controllo dell’applicazione delle norme in materia.

UE al voto: le aspettative dell’industria discografica

A meno di un mese dalla tornata elettorale, il punto della situazione con IFPI e FIMI

Attraverso la delibera numero 96/24 del 17 aprile scorso (disponibile integralmente a <a href="https://www.agcom.it/documents/10179/33858300/Delibera+96-24-CONS/a91f65c7-0fc6-402d-a39e-e79dbb058b2e?version=1.2" target="_blank">questo indirizzo</a>) l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diffidato LEA - Liberi Editori Autori, entità attraverso la quale la collecting Soundreef opera in Italia, per aver violato l’articolo 22 del decreto numero 25 del 15 marzo 2017 sull’attuazione della direttiva Barnier riguardante la gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e la concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno.

Il provvedimento ha origine da una segnalazione all’AGCom da parte dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, depositata nell’aprile del 2022, nella quale si contesta a LEA una “pressante sollecitazione delle aziende alla sottoscrizione di un’apposita licenza per l’utilizzo del repertorio rappresentato che prevede tariffari esorbitanti, ingiustificati e, soprattutto, mai negoziati”. “Tale campagna - precisa l’Authority - sarebbe iniziata a&nbsp;seguito del recesso della società Soundreef S.r.l. dal contratto di mandato con SIAE,&nbsp;comunicato il 28 febbraio 2022, ed avente effetto a far data dal 1°luglio 2022”.

A seguito di una prima ispezione effettuata da AGCom nel settembre del 2023 - si legge nella delibera - LEA “non risultava aver fornito&nbsp;una documentazione sufficiente al fine di valutare la ragionevolezza e la proporzionalità&nbsp;delle tariffe proposte rispetto al valore economico dell'utilizzo dei diritti negoziati, e a&nbsp;quello del servizio fornito dalla Collecting”.

Nella memoria difensiva presentata nell’ottobre del 2023 LEA ha sostenuto di “aver rispettato il dovere di buona fede di cui all’art. 22 del Decreto, testimoniato dalla costante trasparenza delle comunicazioni con AICA”, rimarcando di “avere mostrato durante tutte le interlocuzioni con AICA un atteggiamento dialettico e costruttivo”, imputando a Confindustria Alberghi l’interruzione della trattative.

AGCom, ritenendo - tra le altre cose - che “le tariffe proposte da LEA ad AICA non risultano ragionevoli e proporzionate in rapporto al valore economico dell'utilizzo dei diritti negoziati” e che la stessa LEA non abbia fornita ad AICA “sufficienti elementi informativi per consentirle di valutare se le condizioni e i criteri proposti per la concessione della licenza e la fissazione delle tariffe fossero rispondenti ai principi di legge sopra riportati”, ha diffidato Liberi Autori Editori “dal reiterare la condotta violativa dell’articolo 22, commi 2, 3 e 4 del decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35”.

Nella delibera l'authority invita le parti a raggiungere un accordo, specificando come - da parte di AICA - non siano ancora stati effettuati i pagamenti dovuti relativi ai repertori rappresentati da LEA.

LEA potrà ricorrere contro il provvedimento presso il Tar del Lazio entro 60 giorni dalla notifica dello stesso. A Rockol l'avvocato&nbsp;Giovanni Maria Riccio, presidente del consiglio di amministrazione di LEA, ha detto di stare valutando la possibilità di presentare il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

Collecting, Soundreef: AGCom diffida LEA

L’authority respinge le richieste di Liberi Autori Editori in seguito a una vertenza con AICA

La stagione di Serie A sta per terminare e per rendere omaggio alla stagione 2023/24 del massimo campionato italiano e dare appuntamento alla prossima,&nbsp;DAZN&nbsp;insieme a&nbsp;Warner Music Italia presentano&nbsp;in esclusiva&nbsp;sull’app di live streaming e intrattenimento sportivo&nbsp;“Per sempre”, l’inedito dell’artista Sarafine prodotto per DAZN.

Vincitrice di X Factor 2023 dopo il percorso all'interno del programma nella squadra di Fedez, la cantautrice con questo brano -&nbsp;che sarà trasmesso su DAZN durante i break delle ultime giornate di campionato - racconta in note e parole&nbsp;le emozioni che accomunano tutti i tifosi di calcio:&nbsp;dalla passione per il gioco e le azioni in campo, all’unione delle persone che festeggiano la propria squadra, fino al calore del tifo e alla commozione per i cori.

"'Per sempre' è un inno alla passione. É stato un onore per me avere l’occasione di interpretare un sentimento cosi forte come è il legame viscerale che, in gioia e dolore, esiste tra tifosi e sportivi", ha commentato&nbsp;Sarafine&nbsp;in un comunicato: "La cosa che ricordo della mia prima volta allo stadio è, infatti, la commozione provata ascoltando i cori della gente che in lontananza risuonavano come un’onda anomala, quasi come una calamità naturale che non puoi fermare, inevitabile come è inevitabile l’amore per uno sport che non è solo uno sport ma è vocazione".

Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia,&nbsp;ha aggiunto:&nbsp;“Nel dna di DAZN c’è da sempre la sperimentazione. Nel corso di questa stagione che sta per terminare, abbiamo già voluto esplorare, con formule originali, la contaminazione tra musica, film e calcio per promuovere in maniera ancora più coinvolgente alcuni eventi premium che trasmettiamo. Grazie alla collaborazione con Warner Music Group avviata nel 2023, infatti, abbiamo promosso il lancio su DAZN dei singoli di alcuni artisti tra i più amati in Italia,&nbsp;come colonna sonora inedita di alcuni big match che abbiamo trasmesso. Ora con Sarafine x DAZN facciamo un ulteriore passo avanti perché, per la prima volta, abbiamo tradotto in parole e musica quello che il calcio rappresenta per tutti i tifosi. Abbiamo scritto quello che possiamo considerare a tutti gli effetti un vero e proprio inno”.

“Per sempre” è presentato come "il primo capitolo della collaborazione&nbsp;con&nbsp;Warner Music Italia&nbsp;e Sarafine"&nbsp;che, nel corso dei prossimi mesi, si arricchirà di un’ulteriore novità per&nbsp;inaugurare la nuova stagione del massimo campionato italiano 2024/25 e il nuovo ciclo di DAZN, fatto di grande calcio italiano fino al 2029.

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DAZN e Warner Music Italia presentano “Per sempre” di Sarafine

Il brano celebra la passione per il calcio degli italiani: il video

<a href="https://www.rockol.it/tutto-su/reservoir-media-482531">La società di edizioni Reservoir Media</a> - che nel nel <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742415/reservoir-nel-quarto-trimestre-2023-ricavi-su-del-19">quarto trimestre 2023</a> ha generato il +19% dei ricavi su base annua - ha annunciato l’acquisizione delle royalties di produzione e il catalogo editoriale del defunto produttore-cantautore hip-hop Deon Evans - noto come Big D Evans - scomparso nel 2015.

Tra le collaborazioni più importanti figurano quelle con la leggenda del rap 2Pac come “2Pacalypse Now” (disco d’oro), “Brenda's Got a Baby” (che ha raggiunto il numero 3 della classifica Hot Rap Songs di Billboard) e ha svolto un ruolo fondamentale per aiutare l'eredità di 2Pac a pubblicare postumo l'album Greatest Hits.

Helen Yu di Yu Leseberg, avvocato e fiduciario di lunga data di Evans, ha dichiarato: “Big D e 2Pac hanno trascorso molte ore insieme in studio. La musica che hanno creato ha catturato l'essenza di una generazione, dando vita a un movimento che continua a plasmare il tessuto stesso dell'hip hop. È per me un profondo privilegio e un onore essere stato incaricato da Big D di salvaguardare la sua eredità, un collaboratore così caro di 2Pac.Siamo entusiasti di aver trovato nel team di Reservoir Media e in Donna Caseine i partner giusti, che sapranno difendere la musica di Big D con integrità, assicurandone il continuo impatto che ispirerà le generazioni a venire”.

Donna Caseine,Executive Vice President, Global Creative Director di Reservoir, ha aggiunto: “Big D Evans è stato uno dei principali artefici della musica di uno dei più grandi artisti hip-hop di tutti i tempi. La musica che Big D e 2Pac hanno creato insieme ha trasformato l'hip-hop in un genere capace di commenti sociali riflessivi, ispirando collettivamente i fan e altri artisti ancora oggi. Inoltre, con il nostro investimento nel catalogo di Big D, Reservoir continua a consolidare il nostro portafoglio come casa per l'eccezionale musica hip-hop ereditata dal passato”.

A febbraio Reservoir ha rivelato di aver speso 938 milioni di dollari in acquisizioni dalla sua nascita nel 2007 al 31 dicembre 2023. Del totale, 770 milioni di dollari sono stati investiti in acquisizioni di cataloghi e aziende. L'azienda ha anche stanziato 168 milioni di dollari dall'inizio della sua attività in “futures spend”, ovvero in acquisti di autori di canzoni per scrivere nuovi brani.

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Publishing: Reservoir acquisisce il catalogo di Deon Evans

Del catalogo fanno parte successi come “2Pacalypse Now” 

&nbsp;<a href="https://www.rockol.it/tutto-su/utopia-music-484445">Utopia Music</a>, fintech britannica con sede in Svizzera, ha annunciato il rebranding che porterà a un cambiamento del nome da Utopia Music a Proper Group, il nome del distributore acquistato all'inizio del 2022.&nbsp;

Non solo: l'attuale CEO Michael Stebler - nominato a gennaio solo ad interim, come mano ferma degli azionisti di maggioranza di Utopia - ha annunciato le dimissioni.

Al suo posto subentrerà l’attuale amministratore delegato di Proper, Drew Hill.&nbsp;Quest’ultimo ha spiegato: “Queste decisioni ci pesano molto, ma purtroppo sono state necessarie. Guardando al futuro, la promettente crescita e i recenti successi ci danno fiducia in un futuro più luminoso".

Drew Hill sarà a capo della sezione distribuzione e dei servizi di pagamento dell'azienda, mentre un altro dirigente di livello C sarà presto annunciato per guidare gli altri segmenti.

L'azienda sta anche chiudendo il suo ramo svedese e fondendo le sue attività nel Regno Unito e in Svizzera come parte della sua ultima razionalizzazione, con tanto di licenziamenti in arrivo.

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Utopia Music verso il rebranding: cambio di nome e un "nuovo" ceo

L'attuale CEO Michael Stebler si dimette e al suo posto...

Nel primo trimestre del 2024 Sony Music ha registrato ricavi per 11,05 miliardi di dollari, in crescita del 16,9% su base annua e oltre le attese degli analisti del gruppo: la divisione dedicata alla musica registrata della multinazionale ha contribuito al bilancio per 7,39 miliardi di dollari (+20,4% su base annua), con lo streaming a generare 4,91 miliardi di dollari (+18,5%), ovvero il 66,5% dei ricavi dell’intera divisione - dato, questo, in calo di un punto percentuale rispetto al 67,7% del 2022. Il formato fisico ha generato ricavi per 701 milioni di dollari, in calo del 7,4% su base annua.

La divisione editoriale della major ha generato, tra gli scorsi mesi di gennaio e marzo, 2,26 miliardi di dollari, in aumento del 18,1% su base annua: lo streaming, in questo caso, ha contribuito al bilancio per 1,28 miliardi di dollari (+21,1% su base annua), rappresentando il 56,6% dei ricavi iscritti nel bilancio della divisione (in crescita rispetto al 55,2% del 2022).

Il reddito operativo della società, nel primo trimestre 2024, è stato il maggiore tra quello delle entità riferibili a Sony Corporation, la conglomerata giapponese casa madre della major.

Sony Music, nel primo trimestre 2024 ricavi su del 16,9%

Con entrate a quota 11 miliardi di dollari

Un'istituzione configuarata come un grande laboratorio, che non fa tanto dell'apertura ai nuovi linguaggi - che pure fanno parte dell'offerta educativa da molto tempo - il propio tratto distintivo, ma, piuttosto, dell'attenzione alle differenze, della curiosità nei confronti di ciò che esuli dal cosidetto "mainstream", spaziando dalla musica antica al pop più moderno: il Conservatorio di Milano, dove il prossimo 21 maggio si terrà la masterclass prodotta&nbsp;da Rockol MusicBiz&nbsp;<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743872/2024-l-anno-dei-superfans-21-maggio-conservatorio-milano">“Oltre lo streaming: 2024, l’anno dei Superfans”</a>, è - artisticamente e culturalmente parlando - una delle più grandi risorse&nbsp;per il capoluogo lombardo, che prossimamente si "allargherà" anche a una zona decentrata della città, Rogoredo, dove tra due anni sarà aperta una seconda sede. Il Direttore Massimiliano Baggio ci ha raccontato il Giuseppe Verdi sfatando tanti luoghi comuni e mettendo in chiaro una cosa su tutte: "siamo perfettamente calati nel nostro tempo, non siamo impermeabili a quanto avviente intorno a noi...".

Ha ancora senso, oggi, parlare di musica colta e musica popolare? Quando è caduto, se è mai caduto, questo steccato?

Non è questione di steccati, ma di generi: esistono. Riconoscere le differenze non significa etichettare l’uno o l’altro come peggiore o come migliore. Tanto quanto colta non significa bella o buona musica, altrettanto popolare non significa brutta musica, musica di valore minore. Lo steccato sta tra la musica bella e la musica brutta, la musica ben eseguita e la musica male eseguita.

Come si sono inseriti nuovi linguaggi musicali come jazz, rock e pop nell’Istituzione Conservatorio? Che orientamento avete nei confronti di linguaggi ancora più nuovi come rap e urban?

Il jazz abita i Conservatori da almeno due decenni e forse di più; più recente l’inaugurazione dei corsi di musica pop-rock. Vi racconto l’inserimento con un paradosso, citando un genere che è agli antipodi temporali con questi: si sono inseriti e integrati come lo ha fatto la musica antica. Si tratta in tutti i casi di linguaggi arrivati col tempo all’interno dei conservatori, per una questione che è al tempo stesso didattica e storica. Certo l’approdo della musica antica, per una mera questione di volumi sonori e di numeri di iscritti, è avvenuto in modo meno evidente; l’approdo dei corsi pop-rock, ancora più che di quelli jazz, ha suscitato clamore. Ci sono indubbiamente, come accennavo, problemi di volumi sonori: quali delle strutture dei conservatori sono davvero insonorizzate in tutti gli spazi e permettono la convivenza di generi così lontani proprio nella dimensione sonora? C’è poi la questione del ruolo della musica pop-rock nella nostra società: ha una visibilità che non ha nessun altro genere musicale; sposta economie che altri generi neppure immaginano; questo ha creato qualche problema e qualche tensione tra musicisti di aree diverse. Ma si tratta di problemi che riguardano più i docenti che gli studenti: loro sì, ancora più di noi, sapranno abbattere definitivamente quelli che all’inizio mi indicavate come steccati.

Quanto al rap e alla urban, premesso che alcuni nostri studenti hanno proposto brani rap in contesti concertistici, direi che li accoglieremo, nei limiti imposti da un percorso formativo e didattico, come abbiamo fatto con gli altri. Non dimentichiamo che il conservatorio è un’istituzione perfettamente calata nel proprio tempo, un’istituzione che parla e si relaziona quotidianamente con la società: non siamo impermeabili a quanto avviene intorno a noi.

Così come in tanti altri campi, uno dei temi principali tra gli addetti ai lavori in campo musicale è quello dell’intelligenza artificiale: nella formazione musicale “istituzionale” c’è spazio per questo tipo di tecnologia? Come possono interagire queste nuove soluzioni con i repertori colti e antichi?

Come possano interagire lo capiremo a pieno con il tempo. Certo il tema dell’intelligenza artificiale ci riguarda e ci interessa, in ambito formativo-didattico, ma anche all’interno delle strutture amministrative, negli uffici. Dai questionari ai form di iscrizione: sono diversi gli ambiti in cui già ci avvaliamo del supporto che l’intelligenza artificiale mette a nostra disposizione. Di prossima realizzazione è un progetto scenico, a tema pucciniano, che grazie all’interazione tra nuove tecnologie applicate alla scena e sistemi di intelligenza artificiale permetterà la ri-creazione della scena originale di un titolo pucciniano in una sala contemporanea. Un esempio, tra i tanti, sui quali stiamo lavorando, in prospettiva futura, allo scopo di offrire ai nostri studenti altri ambiti lavorativi. Non dimentichiamo che studiare e fare musica non significa, oggi, essere “semplicemente” musicisti.

La vostra orchestra ritmico-sinfonica è composta da studenti di musica classica e studenti di pop: quali vantaggi si ottengono, artisticamente parlando, dall’unire questi due tipi di sensibilità? Crede che il successo di “Re Mida (piano solo)” e “Sirio (Concertos)”, i due EP “classici” di Lazza, uno dei rapper più famosi della scena attuale che, tra l’altro, è stato allievo di questo Conservatorio, abbiano a che fare con la riscoperta di certe sonorità da parte del pubblico più giovane?

Il pubblico più giovane è anche il pubblico più curioso, o meglio più aperto al confronto con linguaggi e generi diversi. Anche qui, pensando a un paradosso, è più facile per uno studente di nuovi linguaggi musicali, che per noi vanno dall’elettronica al jazz, al pop-rock, avvicinare e apprezzare la musica colta contemporanea, di quanto non lo sia per chi, come quanti della mia generazione, hanno una formazione prevalentemente, se non esclusivamente classica. Premesso questo, relativamente alla natura dell’orchestra ritmico-sinfonica, non dimentichiamone la storia, dal primo dopoguerra con Gorni Kramer e Alberto Semprini, su su fino agli esempi a noi più vicini e legati all’ambiente della canzone anche italiana. Pensiamo al Festival di Sanremo, ad esempio. Certo, all’interno dei conservatori&nbsp;un’orchestra ritmico-sinfonica può diventare primo terreno di incontro tra studenti di diversa estrazione e di diversa formazione, un’esperienza arricchente, di crescita musicale per quanti sono davvero aperti al confronto. Come dicevo, i nostri studenti vivono la società che li circonda, calati nel loro tempo, curiosi e aperti alla scoperta di ogni tipo di sonorità: si riconoscono negli studenti che hanno avviato una carriera fuori dalle mura del nostro Conservatorio e “sono diventati famosi”. Non solo Lazza, ma anche Malika Ayane, Elio, Allevi, Mika, Francesca Michielin... Non dimentichiamoci mai il successo di La Compagnia del Cigno, che sugli schermi Rai ha tratteggiato, per quanto con i toni della fiction, la realtà che vivono i nostri studenti.

Parlando di pubblico più giovane, crede che gli addetti ai lavori e più in generale l’opinione pubblica lo sottovalutino, dal punto di vista artistico e intellettuale? Come giudica l’approccio alla musica dei ragazzi che frequentano il Conservatorio?

Gli studenti di conservatorio frequentano ogni genere di musica, all’atto dell’ascolto. Nel momento performativo affrontano il genere che hanno scelto in una prospettiva futura, di inserimento nel mondo del lavoro. Il problema del pubblico, pur tuttavia, esiste ed è da considerare, soprattutto in relazione a quelli che ancora oggi definiamo repertori colti o musica classica. I nostri studenti l’ascoltano, li vediamo ai concerti, nei teatri. Ma sono i nostri studenti. La domanda dovrebbe riguardare quei giovani che non hanno scelto la musica come professione. Quelli, sì, spesso non hanno mai varcato la soglia di una sala da concerto o di un auditorium. Una distanza che in un Conservatorio come il nostro cerchiamo di risolvere nella relazione che i nostri studenti hanno con i loro coetanei: li vediamo insieme ai concerti o all’opera. Per noi è un “gioco” abbastanza facile. La domanda dovrebbe essere posta agli operatori del settore che agiscono al di fuori delle mura dei conservatori: è una questione di costi? di comunicazione? di repertorio? di modalità di relazione? di scelte esecutive? di presenza in rete? di distribuzione? Penso che siano questi i fattori su cui riflettere per riportare nelle sale da concerto i giovani che non fanno musica quotidianamente, ma che quotidianamente ascoltano la musica da cui più facilmente sono raggiunti. E ritorniamo quindi al mondo del pop.

Dal punto di vista della professionalità di cosa ha bisogno, secondo lei, l’industria musicale attuale? La figura dello strumentista - o session man, come la si definisce in ambito pop/rock - può ancora trovare un suo spazio, in una scena sempre più dominata dai produttori?

Dalla mia posizione di direttore di un conservatorio non posso che risponderle che mi auguro di sì. Ogni strumentista, ogni session man, esprime un mondo, espressivo e tecnico, portando sulla scena un’esperienza originale, unica, ogni volta diversa. Credo sinceramente che in questa unicità stia la grandezza dell’essere musicista. Per chi forma musicisti non è possibile immaginare un mondo sonoro senza figure di riferimento, in mano alla sola industria della produzione musicale. La musica si sustanzia della creatività dell’interprete in ogni contesto: sono convinto che questo valga per ogni repertorio e che il mercato non possa prescinderne. 

Può darci dei dettagli riguardo il concerto che avete organizzato per il 25 aprile in occasione del 79esimo anniversario della Liberazione d’Italia?

Si è trattato di un concerto che ha coinvolto le classi di pop-rock del nostro Conservatorio, canto, strumenti diversi, composizione: in programma diverse canzoni che hanno fatto la storia della Resistenza nel nostro Paese, rivisitate dagli studenti di composizione, con grande garbo ed eleganza, in una rilettura che ne ha attualizzato il contenuto, senza stravolgerne mai il significato più profondo. Un esempio virtuoso di come il Conservatorio di Milano partecipi alla vita della società civile e di come, attraverso le tante attività organizzate nell’ambito della Terza Missione, inviti i suoi studenti a mettere la propria arte a servizio degli altri, offrendo nuove letture e nuovi spunti di riflessione, in occasioni che fanno memoria di eventi storici, politici, sociali, che hanno segnato e segnano la vita della Nazione.

Una selezione di vostri studenti di estrazione colta ha scritto “Fino all’alba”, inno delle Olimpiadi invernali del 2026: ci sono altri progetti analoghi ai quali state lavorando? In genere, quali sono gli interlocutori istituzionali coi quali è più facile portare a compimento progetti del genere?

Sì è accaduto e non è un caso isolato: i nostri studenti stanno scrivendo il nuovo inno di Fiera Milano; hanno animato con loro performance l’ultima edizione della Stramilano. Sono in genere le istituzioni pubbliche l’interlocutore privilegiato che ci coinvolge per occasioni di questo tipo: rappresentanze del territorio che riconoscono il ruolo centrale del Conservatorio di Milano nella vita cittadina.

Sappiamo che vi state ampliando e che è in arrivo l’apertura di una seconda sede del Conservatorio a Rogoredo. Cosa ospiterà questa struttura? Per quando è prevista l’apertura? Credete che decentrare le attività del vostro istituto sia un modo anche per valorizzare zone della città purtroppo spesso troppo lontane dal centro, dove in genere hanno luogo gran parte delle attività culturali?

Manca poco! La nuova seda sarà inaugurata tra due anni: saremo a Rogoredo con il Dipartimento di nuovi linguaggi musicali, che abbraccia i corsi di nuove tecnologie, jazz e pop-rock, dall’anno accademico 2026-2027. La scelta di Rogoredo, come luogo in cui fondare la seconda sede del Conservatorio di Milano, nella volontà di tutti noi, in primis del nostro Presidente Raffaello Vignali a cui dobbiamo questa “grande opera”, va esattamente nella direzione che indicate: portare cultura e bellezza quasi ai limiti della città di Milano, impegnati a dare un senso nuovo a un quartiere che ha sofferto momenti di grande difficoltà. Proprio per questo, il Campus di Rogoredo sarà anche fisicamente aperto, circondato da aree verdi che permettano la condivisione e l’incontro con i residenti.

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Il programma completo dell'evento lo <a href="https://www.rockol.it/oltre-lo-streaming-l-anno-dei-superfans-21-maggio-2024-milano">trovi qui</a>: la masterclass avrà luogo presso la sala Puccini del Conservatorio di Milano, in via Conservatorio 12, tra le 9 e le 13 del prossimo 21 maggio.

Soprattutto, vi sono specificati i dettagli e le istruzioni relative alle modalità di iscrizione.

Ricordiamo che la masterclass, dedicata a un tema-chiave per l’industria musicale, è un corso intensivo a numero chiuso rivolto ad artisti e creatori, manager e consulenti, studenti e aspiranti professionisti musicali.

L’obiettivo della masterclass è duplice:

<ul>
	<li>
	illustrare e spiegare in dettaglio perché e come le diverse componenti della filiera musicale intendono reinterpretare e monetizzare il ruolo dei fans
	</li>
	<li>
	fornire ai partecipanti informazioni e strumenti utili a interpretare una situazione in profondo mutamento per aggiornare e migliorare la propria strategia e i propri piani di carriera.
	</li>
</ul>

Per iscriverti <a href="https://www.eventbrite.it/e/oltre-lo-streaming-2024-lanno-dei-superfans-tickets-883397534807?aff=oddtdtcreator" target="_blank">clicca </a><a href="https://www.eventbrite.it/e/oltre-lo-streaming-2024-lanno-dei-superfans-tickets-883397534807?aff=oddtdtcreator" target="_blank">qui</a>.

Conservatorio di Milano, parla il Direttore Massimiliano Baggio

Tra tradizione e nuovi linguaggi, dove studiano e coltivano la loro passione 'i giovani più curiosi'

Con un vasto database di oltre 200.000 contatti in Italia, <a href="https://www.parkforfun.com/" target="_blank">ParkForFun.com</a> è una&nbsp;piattaforma che offre un servizio di prenotazione di parcheggi in tutta Italia per eventi svolti in grandi location come arene, palazzetti e stadi.

Il debutto del servizion&nbsp;è stato segnato dalla gestione delle principali aree di sosta durante il concerto di Vasco Rossi a Modena Park, con la presenza di oltre 45.000 fan. Attraverso la piattaforma, sono stati coordinati&nbsp;la prenotazione e la mobilità di 22 aree di sosta, 7.061 veicoli privati e 543 autobus.

ParkForFun affronta le sfide a 360 gradi, fornendo un supporto completo ai clienti che si estende dalla fase iniziale di ricerca e pianificazione fino alla gestione operativa delle aree di sosta dedicate. La piattaforma offre soluzioni avanzate per la gestione efficace dei grandi eventi, fornendo strumenti di previsione e simulazione dinamica per valutare gli scenari possibili. Assicurano un'esperienza all’utente facile e veloce con soluzioni innovative per soddisfare le esigenze dei propri clienti.

ParkForFun, inoltre, condivide il proprio impegno nell'implementare pratiche e soluzioni volte a migliorare l'efficienza dei servizi e a ridurre l'impatto ambientale. Un esempio tangibile è la riduzione del tempo di accesso alle aree di sosta del 75%, che ha portato a un risparmio del 30% sulle emissioni di CO2. La visione dell'azienda va oltre i confini nazionali, con una costante espansione verso il mercato internazionale, portando la propria esperienza e soluzioni di mobilità a livello europeo.

ParkForFun: il servizio di prenotazione parcheggi per eventi live

La piattaforma offre un servizio di prenotazione di parcheggi in tutta Italia

Essere una realtà attenta alla sostenibilità è diventato un plus indispensabile per le società, anche per quelle che operano nel settore musicale.

Soffermandosi su quest’ultimo segmento, negli ultimi anni ci sono stati molti casi in cui si è dedicata maggior attenzione al tema e a rendere la musica più sostenibile, rivedendo, per esempio, le modalità di organizzazione di un tour - <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-737725/coldplay-l-impatto-ambientale-del-tour-music-of-the-spheres">i Coldplay sono stati una specie di precursori con il tour eco - friendly “Music of the spheres”</a> - e la produzione di vinile.

L'anno scorso l'azienda di stampa di vinili <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742979/sonopress-il-primo-vinile-green-e-di-liam-gallagher-e-john-squire">Sonopress ha collaborato con Warner Music Group per sviluppare un formato sostenibile, “EcoRecord”</a>, prodotto con materiale di base il polietilene tereftalato (PET) riciclabile anziché il PVC, riducendo così i costi energetici di produzione dell'85%. Sempre la stessa società ha anche prodotto il primo LP sostenibile per la copia dell’album di&nbsp; Liam Gallagher e John Squire.

Tra le ultime operazioni c’è quella di Ed Sheeran in collaborazione con Warner Music Group: in occasione del 10th Anniversary Edition del suo album “X”, i fan possono pre ordinare la versione “exclusive green EcoRecord LP“ al costo di 45,99 sterline.

Un’iniziativa simile è stata lanciata anche da <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744439/adriano-celentano-vinile-greenyl-ristampa-album-ecologia-inquinamento">Universal Music Italia che ha&nbsp; pubblicato in Greeny</a> - un supporto fonografico innovativo, nato con l’intento di ridurre l’impatto ambientale della produzione di dischi in vinile - alcuni degli album più importanti di Adriano Celentano.

Vinile: anche Ed Sheeran si dà al green

L'artista e Warner Music rendono disponibile in versione “exclusive green EcoRecord LP“ l'album "X"

Apple Music ha annunciato l’arrivo della classifica “I 100 migliori album”, che incorona i migliori dischi di tutti i tempi, creata da un apposito team di Apple Music in collaborazione con un gruppo di artisti e artiste, tra cui Maren Morris, Pharrell Williams, J Balvin, Charli XCX, Mark Hoppus, Honey Dijon e Nia Archives, nonché autori, produttori e professionisti del settore.&nbsp; 

La classifica è una selezione editoriale, slegata dal numero di streaming su Apple Music, ma rappresenta una scelta (umana) di dischi che hanno plasmato il mondo di chi ama la musica. 

Apple Music celebra “I 100 migliori album” con un conto alla rovescia che inizia oggi, svelando 10 album ogni giorno per i prossimi 10 giorni. 

Ci saranno anche delle pagine dedicate, con contenuti nuovi ed esclusivi, episodi ad hoc su Apple Music Radio e tanto altro. Il conto alla rovescia culminerà l’ultimo giorno con la presentazione della top ten dei migliori album di tutti i tempi di Apple Music nel corso di uno speciale radiofonico. 

“La classifica ‘I 100 migliori album’ unisce tutto ciò che rende Apple Music un punto di riferimento per chi ama la musica: selezione umana al 100%, apprezzamento per l’arte della narrazione, conoscenza senza pari della musica e un amore ancora più profondo per essa” ha affermato Rachel Newman, Senior Director of Content and Editorial di Apple Music. “Ci stiamo lavorando da molto tempo ed è qualcosa che ci riempie di orgoglio e di entusiasmo, e non vediamo l’ora di condividerla con il mondo.” 

“Preparare questa classifica è stato un vero atto d’amore, sia perché è stata incredibilmente difficile da realizzare, sia perché è qualcosa che ci appassiona” ha dichiarato Zane Lowe, Global Creative Director di Apple Music e Lead Anchor di Apple Music 1. “Ci è stato chiesto di selezionare i 100 migliori album: una missione praticamente impossibile. Ma da fan della musica, è stato fantastico dedicare del tempo a pensare alle canzoni, agli album e agli artisti che amiamo così tanto. Se questa classifica farà parlare di sé anche al di fuori di Apple Music e stimolerà le persone a confrontarsi sulla musica che amano, avremo fatto centro.” 

I primi 10 album, svelati oggi, danno un’idea dell’approccio usato da Apple Music per individuare la top 100.&nbsp; 

Con sette dei 10 dischi pubblicati nel XXI secolo, due negli anni ’90, solo uno negli anni ’70 e vari generi rappresentati, la classifica mette in luce artisti e artiste contemporanei come Tyler, The Creator, Robyn, Lorde, Travis Scott, Solange, Burial e tanti altri nomi che hanno contribuito a definire questo secolo attraverso la loro musica e la loro capacità di ispirare. 

Ecco il primo elenco di dieci dischi: 

100. Body Talk, Robyn 
99. Hotel California, Eagles 
98. ASTROWORLD, Travis Scott 
97. Rage Against the Machine, Rage Against the Machine 
96. Pure Heroine, Lorde 
95. Confessions, USHER 
94. Untrue, Burial 
93. A Seat at the Table, Solange 
92. Flower Boy, Tyler, The Creator 
91. Listen Without Prejudice Vol. 1, George Michael 

L’apposita pagina “I 100 migliori album” creata sulla piattaforma offre un’analisi approfondita di ogni album, interviste d’archivio e tanto altro, e consente ai fan e alle fan di condividere facilmente i loro album preferiti con gli amici e sui canali social. 

Gli ultimi 10 album (la top ten) saranno svelati mercoledì 22 maggio durante una speciale tavola rotonda trasmessa in tutto il mondo su Apple Music, che ospiterà anche Nile Rodgers e Maggie Rogers per parlare della classifica insieme ai conduttori di Apple Music Zane Lowe e Ebro Darden.&nbsp; 

Gli artisti e le artiste dei 100 migliori album riceveranno un premio in alluminio anodizzato sabbiato, ricavato interamente da prodotti Apple riciclati, nell’esclusiva finitura in PVD oro lucido. Il design sul retro del premio si ispira agli LP in vinile e vi sono incisi il nome dell’artista, il titolo dell’album e l’anno di uscita.

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Un team ad Apple music ha scelto i 100 migliori album di sempre

La “Hot 100” della piattaforma sarà svelata in 10 giorni, ogni giorno 10 album. Ecco i primi.

Sono trascorsi quattro anni da quella che si pensava potesse essere l’ultima edizione dell’Indie Pride, l'APS bolognese, ma non è stato così.

Sabato 18 maggio - Giornata Internazionale contro l'omolesbobitransfobia - la città di Bologna ospiterà il ritorno di questa manifestazione contro l'omolesbobitransfobia, bullismo e sessismo con un’intera giornata incentrata sulla&nbsp;produzione musicale.

La mattina (dettagli ancora da definire) si terrà il workshop&nbsp;gratuito in collaborazione con&nbsp;Ableton Italia&nbsp;per imparare a conoscere il software dedicato allla produzione di&nbsp;musica dal vivo. 

Seguirà il&nbsp;talk "La produzione musicale in Italia: c'è rappresentanza?&nbsp;La produzione musicale, discografica e live, è ancora un settore ad esclusivo appannaggio maschile? Nel mercato musicale italiano, sia discografico che live, sta emergendo una nuova rappresentanza femminile e queer: a che punto siamo e quali sono le difficoltà - ancora oggi - per emergere?" in dialogo con Elastico Records, Hu, Fluido Studio e La Collettiva Elettronica; modera Albi Scotti (Dj Mag). 
 
La sera presso lo storico&nbsp;Covo Club si svolgerà il&nbsp;Bellezza Party&nbsp;con il concerto delle&nbsp;Fucksia&nbsp;(collettivo queer e transfemminista prodotto da Elastico Records, perfetta combinazione tra attitudine punk, sonorità techno/dance e psichedelia) che presenterà dal divo il nuovo album "Exagerat3". 

A seguire&nbsp;le selezioni musicali&nbsp;di&nbsp;Hu&nbsp;(pseudonimo di Federica Ferracuti, polistrumentisa e sound engineer già al lavoro con Highsnob e Francesca Michielin), de&nbsp;La Collettiva Elettronika&nbsp;(collettivo queer bolognese specializzato nella ideazione di party scatenati) e di&nbsp;Fluido Studio&nbsp;(il progetto musicale anti razzista ideato da Stefano Libertini Protopapa e Pierpaolo Moschino).

Tutti gli appuntamenti sono prenotabili sul sito di Dice.

Torna l'Indie Pride a Bolgna

L'evento si terrà il 18 maggio

750 milioni di sterline: è la somma delle royalties generata dagli artisti nell’anno 2023 nel Regno Unito comunicata dalla piattaforma di streaming <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/spotify-206009">Spotify</a> nell'ambito della sua piattaforma Loud &amp; Clear.

Commentando il dato, Safiya Lambie-Knight, responsabile della musica per Spotify UK e Irlanda, ha dichiarato: "I dati di Loud &amp; Clear di quest'anno mostrano che sempre più artisti nel Regno Unito stanno generando entrate record dallo streaming, che è stato un enorme motore per abbassare le barriere all'ingresso e democratizzare l'accesso alla musica in tutto il mondo. Sebbene il Regno Unito abbia da tempo un ricco patrimonio musicale, è incredibile vedere come lo streaming e Spotify abbiano permesso ai talenti britannici di scalare il mercato”.

Il numero di artisti britannici che hanno generato più di 50.000 sterline di royalties solo da Spotify nel 2023 è raddoppiato rispetto al 2017: circa il 75% di tutte le royalties provengono da ascoltatori al di fuori del Regno Unito e oltre il 40% erano di artisti o etichette indipendenti.

All'inizio di quest'anno Spotify ha condiviso i dati globali, rivelando che il settore indipendente rappresenta quasi la metà del denaro generato con <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742783/spotify-nel-2023-alle-etichette-indipendenti-s-4-5-miliardi">4,5 miliardi di dollari degli oltre 9 miliardi di dollari pagati nel 2023.</a>

Spotify, nel 2023 in UK generate royalties per £750 milioni

Il 40% da artisti o etichette indipendenti

Nel primo trimestre del 2024 Tencent Music, il principale DSP operante sul mercato cinese, ha visto i propri ricavi crescere del 39,2% su base annua a quota 501 milioni di dollari: il totale degli utenti titolari di sottoscrizioni premium è salito a 113,5 milioni, in aumento su base annua del 20,2%.

Le spese operative sono diminuite del 7,6% su base annua a quota 157 milioni di dollari. I costi operativi sui ricavi sono scesi al 16,8% dal 17,5% dello stesso periodo del 2023. Grazie al miglioramento dell’efficienza operativa e al controllo dei costi, l’utile operativo dell’azienda è cresciuto a 271 milioni di dollari (+41,9% su base annua).

“Abbiamo iniziato il 2024 con risultati impressionanti”, ha dichiarato il presidente di Tencent Cussion Pang: "La musica online ha continuato a crescere in modo robusto, registrando un incremento netto record di 6,8 milioni di abbonati musicali con un ricavo medio per utente positivo per il primo trimestre. La nostra attenzione alla crescita di qualità ha prodotto anche una solida espansione del margine di profitto netto. Ampliando i contenuti e introducendo offerte di piattaforme più personalizzate che abbiano una profonda risonanza con gli utenti, continuiamo a rafforzare la nostra vitalità e competitività in questo settore dinamico”.

“Sfruttando la nostra vasta esperienza nel settore e sfruttando la stagionalità del Capodanno cinese, le nostre efficaci campagne di marketing hanno portato a una crescita degli abbonati musicali nel primo trimestre superiore alle aspettative", ha aggiunto Ross Liang, CEO di Tencent: “Nel frattempo, siamo lieti di vedere un costante recupero della base di utenti grazie ai nostri sforzi operativi ottimizzati. Attraverso algoritmi, funzionalità dei prodotti e applicazioni relative ai contenuti generati dall’AI migliorate, creiamo costantemente un’esperienza musicale più avvincente che approfondisce il coinvolgimento degli utenti sulla nostra piattaforma”.

Tencent Music, nel primo trimestre 2024 ricavi a +39,2%

Boom del principale DSP cinese a inizio anno: abbonati a pagamento a quota 113,5 milioni

Occuperanno un ruolo via via sempre più importante per tutta l’industria musicale i superfans, particolare categoria di appassionati della quale si parlerà - con il contributo di ospiti speciali e addetti ai lavori - il prossimo 21 maggio alla masterclass in programma al Conservatorio di Milano e prodotta da Rockol MusicBiz <a href="https://www.rockol.it/oltre-lo-streaming-l-anno-dei-superfans-21-maggio-2024-milano">“Oltre lo streaming: 2024, l’anno dei Superfans”</a><a href="https://www.rockol.it/oltre-lo-streaming-l-anno-dei-superfans-21-maggio-2024-milano">.</a> A dirlo è l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744306/goldman-sachs-outlook-2024-live-publishing-artist-centric-superfans">edizione 2024 di Music in the Air</a>, outlook dedicato al settore compilato annualmente da Goldman Sachs.

Gli analisti del gigante finanziario americano, prendendo in considerazione l’andamento di tutti i comparti - dalla discografia alla musica dal vivo, passando per il publishing - hanno appurato come saranno i superfans a sostenere la crescita dell’industria musicale sia nel corso del 2024 che in quello degli anni a venire.

“Benché i DSP abbiano portato a compimento un primo round di aumento dei prezzi negli ultimi 18 mesi, riteniamo che gli abbonamenti allo streaming continuino a offrire un buon rapporto qualità-prezzo ai consumatori”, si legge nell’edizione 2024 di Music in the Air: “Futuri cicli di aumenti dei potrebbero assumere la forma di aumenti dei prezzi principali su tutti i piani o prezzi più sfumati per prodotti o funzionalità extra come audiolibri o audio Hi-Fi, o il lancio di nuovi piani speciali rivolti ai superfans. Continuiamo a prevedere una crescita media dei prezzi su base annua del 3% circa per i mercati sviluppati, con un potenziale aumento delle entrate incrementale del 13%, entro il 2030, derivante dalla monetizzazione delle offerte rivolte ai superfans. Con il miglioramento della monetizzazione degli abbonamenti premium, crediamo esista anche un'opportunità per ottimizzare quella del vasto bacino di utenti freemium, grazie a un’evoluzione dell’offerta supportata da pubblicità per migliorare i tassi di conversione a pagamento”.

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Il programma completo dell'evento lo <a href="https://www.rockol.it/oltre-lo-streaming-l-anno-dei-superfans-21-maggio-2024-milano">trovi qui</a>: la masterclass avrà luogo presso la sala Puccini del Conservatorio di Milano, in via Conservatorio 12, tra le 9 e le 13 del prossimo 21 maggio.

Soprattutto, vi sono specificati i dettagli e le istruzioni relative alle modalità di iscrizione.

Ricordiamo che la masterclass, dedicata a un tema-chiave per l’industria musicale, è un corso intensivo a numero chiuso rivolto ad artisti e creatori, manager e consulenti, studenti e aspiranti professionisti musicali.

L’obiettivo della masterclass è duplice:

<ul>
	<li>
	illustrare e spiegare in dettaglio perché e come le diverse componenti della filiera musicale intendono reinterpretare e monetizzare il ruolo dei fans
	</li>
	<li>
	fornire ai partecipanti informazioni e strumenti utili a interpretare una situazione in profondo mutamento per aggiornare e migliorare la propria strategia e i propri piani di carriera.
	</li>
</ul>

Per iscriverti <a href="https://www.eventbrite.it/e/oltre-lo-streaming-2024-lanno-dei-superfans-tickets-883397534807?aff=oddtdtcreator" target="_blank">clicca </a><a href="https://www.eventbrite.it/e/oltre-lo-streaming-2024-lanno-dei-superfans-tickets-883397534807?aff=oddtdtcreator" target="_blank">qui</a>.

Masterclass ‘2024, l’anno dei superfans’: per Goldman Sachs…

Nell’outlook 2024 Music in the Air gli analisti spiegano perché saranno fondamentali

Nonostante le performance finanziarie estremamente brillanti registrate da big del settore come <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744235/live-nation-primo-trimestre-2024-bilancio-entrate-3-8-miliardi">Live Nation</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743494/cts-eventim-bilancio-2023-dividenti-piu-alti-mai-pagati">CTS Eventim</a> tra la fine del 2023 e il primo trimestre del 2024, c’è ancora una parte dell’industria della musica dal vivo - quella fatta dai locali di prossimità e dalle piccole società di promoting -&nbsp;che fatica a riprendere quota dopo la battuta d’arresto provocata dalla pandemia da Covid-19, soprattutto a causa dell'aumento dei prezzi generato dal quadro politico-economico internazionale e dall'impennata dell'inflazione e livello globale. Il tema è stato affrontato dalla Commissione Cultura, Media e Sport del Parlamento britannico, che nel suo ultimo rapporto sul comparto live nel Regno Unito ha suggerito una misura di sostegno agli spazi di base per concerti ed eventi musicali.

Basandosi su uno spunto fornito dall’associazione benefica Music Venue Trust, i parlamentari hanno suggerito un’auto-tassazione - da parte dei grandi player di settore - sui biglietti degli eventi organizzati in stadi e arene per finanziare la creazione di un fondo a beneficio dei piccoli locali. La raccomandazione della Commissione è che il provvedimento su base volontaria venga attuato entro il prossimo mese di settembre, con uno studio apposito sull’impatto della misura - da parte delle autorità governative - entro e non oltre i 12 mesi dall’attuazione.

In caso di rifiuto, da parte dei soggetti interessati, di aderire all’iniziativa entro i limiti stabiliti, la Commissione auspica che il governo intervenga l’imperio imponendo l’applicazione di una tassa per finanziare le misure di sostegno a “spazi, organizzatori e artisti di base”.

“La crisi che colpisce le piccole venue il più ampio ecosistema del live - compresi artisti, organizzatori e festival - preoccupa profondamente gli appassionati, le comunità locali e tutti coloro che dipendono dal successo economico e culturale del settore”, si legge nel documento: “Riconosciamo e condividiamo inoltre le preoccupazioni secondo cui questi problemi stanno interessando i locali notturni più ampi che ospitano musica, compresi i club e gli spazi dedicati alla musica elettronica. Non bisogna permettere che questi settori continuino a declinare, ma il sostegno attuale non è sufficiente per impedirlo”.

“Siamo incoraggiati dal fatto che le parti interessate di tutta la filiera stiano prendendo sul serio l’imposta, e si stiano già unendo per proporre soluzioni in buona fede”, prosegue il documento: “Pur concordando con artisti e manager che una tassa obbligatoria sui biglietti per arene e stadi rappresenterebbe il meccanismo più giusto e sostenibile per sostenere i locali di musica di base senza richiedere pressioni al ribasso sulla quota di entrate spettante agli artisti, accettiamo che l’urgenza della crisi dei locali di musica di base significa che un prelievo volontario è il modo più fattibile per avere un impatto immediato. Se il settore della musica dal vivo è seriamente intenzionato a creare un’efficace tassa volontaria, questa deve essere equa per tutte le parti interessate e attuata il prima possibile”.

Il fondo che verrebbe a crearsi, secondo la commissione, dovrebbe offrire “la massima trasparenza e due diligence per le sue decisioni al fine di assicurarsi la fiducia di tutte le parti interessate all’interno del fragile ecosistema della musica dal vivo”.

La proposta include anche un taglio temporaneo dell’aliquota IVA, “in base alla capacità dei locali, per stimolare l’attività musicale di base e i benefici economici più ampi che i piccoli eventi forniscono al territorio”.

Live, in UK la politica propone l’aiuto dei big agli indipendenti

Un sostegno per i locali e le realtà minori finanziato dai big del settore

Raggiunto via Zoom, Massimo Bonelli ha discusso con Franco Zanetti del suo interessamento per il Festival di Sanremo e in particolare della sua idea per la questione "giovani".&nbsp;"Io non mi sentirei di fare il direttore artistico", sottolinea Bonelli: "Quello che invece secondo me è da rivedere, perché è ormai un po' fuori dal tempo, è il concetto di Sanremo Giovani".

Nato a&nbsp;Salerno il&nbsp;10 settembre 1974, sul proprio sito web personale Massimo Bonelli si definisce&nbsp;un&nbsp;produttore, editore, manager e consulente musicale. Oltre ad aver fondato e a dirigere&nbsp;iCompany, dal 2015 è anche l'organizzatore&nbsp;e il&nbsp;direttore artistico&nbsp;del&nbsp;Concerto del Primo Maggio di&nbsp;Roma. Bonelli è anche&nbsp;ideatore&nbsp;e curatore artistico&nbsp;della&nbsp;Rassegna Ciao – Lucio Dalla,&nbsp;organizzatore&nbsp;del&nbsp;Premio Fabrizio De André,&nbsp;direttore artistico-musicale&nbsp;del&nbsp;Festival dell’Economia Civile&nbsp;di&nbsp;Firenze, ideatore e produttore di&nbsp;Casa SIAE&nbsp;ed è l'attuale&nbsp;Presidente&nbsp;della&nbsp;Fondazione Italia Music Lab. Tra le altre cose, ha ideato e prodotto i programmi tv "Tonica" e "Magazzini Musicali", producendo anche&nbsp;le versioni televisive del&nbsp;Premio Tenco, di&nbsp;Meraviglioso Modugno&nbsp;e de&nbsp;La Notte della Taranta 2020. Oltre aver avere in corso un rapporto di&nbsp;consulenza artistica&nbsp;con&nbsp;Sony Music Italia, Bonelli si occupa anche di&nbsp;formazione divulgazione&nbsp;attraverso&nbsp;masterclass e docenze presso alcune università italiane&nbsp;ed altre diverse strutture di formazione private per artisti e operatori del settore.&nbsp;Nel 2020, inoltre, ha&nbsp;pubblicato il volume "La musica attuale - Come costruire la tua carriera musicale nell'era digitale".

Ecco i video della chiacchierata, divisa in due parti:

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Massimo Bonelli (iCompany): "Sanremo Giovani, cosa cambierei"

Una conversazione tra il fondatore di iCompany e Franco Zanetti sul Festival e Sanremo Giovani

La contemporaneità dei temi che <a href="https://www.rockol.it/artista/adriano-celentano" target="_blank">Adriano Celentano</a> ha da sempre trattato e che oggi sono più che mai di stretta attualità – dall’ecologia all’inquinamento, dall’importanza di combattere l’indifferenza e la discriminazione, alle sue lotte contro il materialismo della società consumistica – diventa oggetto di una campagna di Universal Music Italia, che vuole rendere omaggio ad Adriano Celentano pubblicando in Greenyl&nbsp;alcuni dei suoi album più significativi: in particolare, quelli che hanno affrontato ante litteram gli argomenti chiave del nuovo millennio.

A partire dal prossimo 7 giugno saranno disponibili in vinile green e in versione limitata sei album: “Il ragazzo della via Gluck” (1966), “Azzurro” (1968), “Le robe che ha detto Adriano” (1969), "I mali del secolo" (1972), “Yuppi Du” (1975) e “Svalutation” (1976).

Il Greenyl è un supporto fonografico innovativo, nato con l’intento di ridurre l’impatto ambientale della produzione di dischi in vinile (che negli ultimi anni ha subìto un’impennata a causa dell’enorme richiesta di collezionisti e appassionati) senza però intaccare in alcun modo il suono che li caratterizza da sempre. Un disco ecologico e sostenibile, realizzato senza PVC e con il 99% di plastica riciclata certificata; l’80% dell’energia utilizzata per fabbricarlo, inoltre, proviene da pannelli solari.

Adriano Celentano

Adriano Celentano esce in vinile Greenyl

Il Greenyl è un innovativo tipo di vinile ecologico e sostenibile

Ogni giorno vengono pubblicate sulle piattaforme più di centomila canzoni: sulle piattaforme ci sono cento milioni di brani, accessibili in streaming. Non solo su Spotify o YouTube, le canzoni sono ovunque: su Instagram o su TikTok, nella sigla o nella scena di una serie, alla tv o alla radio. È quasi impossibile passare un giorno senza ascoltarne una, e per questo si tende a darle per scontate.

È in libreria <a href="https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788859300779" target="_blank">“L’industria della canzone” di Gianni Sibilla</a>, caporedattore di Rockol e direttore del Master in Comunicazione Musicale della Cattolica: è un volume che racconta come la canzone&nbsp;è diventata uno degli oggetti più complessi della cultura contemporanea e come, contemporaneamente, è cambiato e cresciuto il sistema di industria e media che la circonda.&nbsp;Dalla discografia ai live, dai media tradizionali a quelli digitali alle piattaforme: il volume passa in rassegna l’evoluzione della canzone, da quella italiana classica al rap e alla trap, da Elvis Presley a Taylor Swift, dai concerti e dai videoclip al Festival di Sanremo.

Uno dei capitoli centrali è dedicato all’importanza e all'&nbsp;attualità&nbsp;dei media “tradizionali” per la canzone: la tv, il cinema, l’editoria, la radio. 
Come si racconta nel libro, quello tra radio&nbsp;e pop è un rapporto talmente radicato nell’immaginario da essere stato raccontato in centinaia di canzoni: amore ed odio, collaborazione e conflitto. Se alla fine degli anni Novanta, i Pearl Jam includevano nella loro "Wishlist" l’essere come una canzone alla radio (“I wish I was a radio song, the one that you turned up”, "Wishlist", 1998), più recentemente uno dei dischi di maggior successo degli ultimi anni, "Dawn FM" di The Weeknd, si presenta come la storia di un personaggio che viene salvato dall’ascolto di una stazione radiofonica che trasmette dal purgatorio. All’opposto, molti artisti criticano il ruolo della radio nell’omologazione dei gusti, perché le canzoni trasmesse sono sempre le stesse: già negli anni Ottanta gli Smiths, in "Panic", chiedevano “di impiccare il DJ perché la musica che mette non mi dice nulla sulla mia vita”. Pochi anni dopo i R.E.M., in “Radio song”, cantavano “It's that same sing-song and the DJ sucks, It makes me sad/I tried to turn it off/To say goodbye, my love/That radio song”. Anche le canzoni Italiane raccontano questo rapporto, dalla “radio libera, ma libera veramente” di Eugenio Finardi alla "Radio Baccano” di Giorgia Nannini e Jovanotti, per fare due esempi.

Il volume è completato da diverse playlist con oltre 200 canzoni: qua sotto potete trovare una playlist creata appositamente per Rockol con le canzoni dedicate alla radio citate nel libro, con Pearl Jam, R.E.M., The Weeknd, Gianna Nannini, Laura Pausini, Tom Petty e molti altri.

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