Nonostante le performance finanziarie estremamente brillanti registrate da big del settore come Live Nation e CTS Eventim tra la fine del 2023 e il primo trimestre del 2024, c’è ancora una parte dell’industria della musica dal vivo - quella fatta dai locali di prossimità e dalle piccole società di promoting - che fatica a riprendere quota dopo la battuta d’arresto provocata dalla pandemia da Covid-19, soprattutto a causa dell'aumento dei prezzi generato dal quadro politico-economico internazionale e dall'impennata dell'inflazione e livello globale. Il tema è stato affrontato dalla Commissione Cultura, Media e Sport del Parlamento britannico, che nel suo ultimo rapporto sul comparto live nel Regno Unito ha suggerito una misura di sostegno agli spazi di base per concerti ed eventi musicali. Basandosi su uno spunto fornito dall’associazione benefica Music Venue Trust, i parlamentari hanno suggerito un’auto-tassazione - da parte dei grandi player di settore - sui biglietti degli eventi organizzati in stadi e arene per finanziare la creazione di un fondo a beneficio dei piccoli locali. La raccomandazione della Commissione è che il provvedimento su base volontaria venga attuato entro il prossimo mese di settembre, con uno studio apposito sull’impatto della misura - da parte delle autorità governative - entro e non oltre i 12 mesi dall’attuazione. In caso di rifiuto, da parte dei soggetti interessati, di aderire all’iniziativa entro i limiti stabiliti, la Commissione auspica che il governo intervenga l’imperio imponendo l’applicazione di una tassa per finanziare le misure di sostegno a “spazi, organizzatori e artisti di base”. “La crisi che colpisce le piccole venue il più ampio ecosistema del live - compresi artisti, organizzatori e festival - preoccupa profondamente gli appassionati, le comunità locali e tutti coloro che dipendono dal successo economico e culturale del settore”, si legge nel documento: “Riconosciamo e condividiamo inoltre le preoccupazioni secondo cui questi problemi stanno interessando i locali notturni più ampi che ospitano musica, compresi i club e gli spazi dedicati alla musica elettronica. Non bisogna permettere che questi settori continuino a declinare, ma il sostegno attuale non è sufficiente per impedirlo”. “Siamo incoraggiati dal fatto che le parti interessate di tutta la filiera stiano prendendo sul serio l’imposta, e si stiano già unendo per proporre soluzioni in buona fede”, prosegue il documento: “Pur concordando con artisti e manager che una tassa obbligatoria sui biglietti per arene e stadi rappresenterebbe il meccanismo più giusto e sostenibile per sostenere i locali di musica di base senza richiedere pressioni al ribasso sulla quota di entrate spettante agli artisti, accettiamo che l’urgenza della crisi dei locali di musica di base significa che un prelievo volontario è il modo più fattibile per avere un impatto immediato. Se il settore della musica dal vivo è seriamente intenzionato a creare un’efficace tassa volontaria, questa deve essere equa per tutte le parti interessate e attuata il prima possibile”. Il fondo che verrebbe a crearsi, secondo la commissione, dovrebbe offrire “la massima trasparenza e due diligence per le sue decisioni al fine di assicurarsi la fiducia di tutte le parti interessate all’interno del fragile ecosistema della musica dal vivo”. La proposta include anche un taglio temporaneo dell’aliquota IVA, “in base alla capacità dei locali, per stimolare l’attività musicale di base e i benefici economici più ampi che i piccoli eventi forniscono al territorio”.