Non si è fatta attendere la replica di Spotify al j’accuse della National Music Publishers' Association, l’associazione di editori musicali americani, che nella giornata di ieri - mercoledì 15 maggio - aveva diffidato la piattaforma svedese quotata a New York dal rendere disponibili ai propri clienti contenuti come testi e video, accusando i gestori del servizio di non disporre delle licenze necessarie. In una durissima nota fatta pervenire agli organi di stampa americani la società di Daniel Ek ha negato ogni addebito, contro-accusando l’associazione guidata da David Israelite di fare facile sensazionalismo. “La diffida di Spotify non è che uno stunt mediatico pieno di affermazioni false e fuorvianti”, si legge nel comunicato diffuso dall’azienda: “E’ un tentativo di sfilarsi dall’accordo Phono IV, che l’NMPA ha accettato - e celebrato - nel 2022”. “Abbiamo pagato un importo record a beneficio degli autori nel 2023, e siamo sulla buona strada per superare tale importo nel 2024”, prosegue la risposta: “Spotify è una piattaforma per contenuti concessi in licenza. Ci impegniamo a garantire l'integrità della nostra piattaforma, e disponiamo di un processo chiaro affinché i titolari dei diritti possano contattare Spotify in merito a qualsiasi contenuto che ritengono non autorizzato".