E’ stato ufficialmente confermato l’attacco informatico a Tickemaster, la divisione biglietteria di Live Nation: secondo quanto riferito dal New York Times l’azienda ha depositato un documento presso la Securities and Exchange Commission, l’autorità americana di vigilanza dei mercati azionari, un documento dove vengono riconosciute “attività non autorizzate all'interno di un ambiente di database cloud di terze parti” dove venivano conservati i dati relativi a parte dei clienti della società. "Stiamo lavorando per mitigare i rischi per i nostri utenti e per l'azienda, abbiamo messo al corrente le forze dell’ordine, con le quali stiamo collaborando", ha fatto sapere Live Nation in una nota ufficiale:"Se opportuno, stiamo inoltre informando le autorità di regolamentazione e gli utenti in merito all'accesso non autorizzato alle informazioni personali”. Un primo riscontro riguardante l’attacco hacker si ebbe qualche ora dopo la diffusione della notizia, quando il Dipartimento degli Affari Interni australiano riferì di “essere al lavoro” con i gestori della piattaforma per analizzare cause e impatto del reato informatico. Stando a quanto riportato in un primo momento da Hackread, il collettivo di hacker ShinyHunters avrebbe trafugato dati sensibili di 560 milioni di utenti, per 1,3 terabyte di dati contenenti nomi, cognomi, indirizzi, contatti e metodi di pagamento: il “bottino” sarebbe già stato messo in vendita sul dark Web al prezzo di 500mila dollari.