Scooter Braun, figura chiave nell’evoluzione dell’industria musicale americana considerato da fine anni Duemila uno dei personaggi più potenti sul panorama statunitense, ha ufficializzato oggi, lunedì 17 giugno, il suo addio definitivo al management: professionalmente Braun si concentrerà sul proprio incarico di CEO di HYBE America, distaccamento locale del gigante del K-pop al quale l’ex agente aveva ceduto la propria società Ithaca Holdings nel 2021. “23 anni. Tanti sono gli anni che mi hanno visto impegnato come manager musicale”, ha spiegato Braun in un lunghissimo messaggio diffuso in queste ore: “23 anni fa un ragazzo di 19 anni ha iniziato a gestire un artista di nome Cato ad Atlanta, in Georgia: il mio viaggio è iniziato così. Lungo il percorso ho avuto così tante esperienze che non avrei mai potuto immaginare. Ho avuto la fortuna di aver avuto una vita in stile ‘Forrest Gump’ mentre assistevo e prendevo parte ai viaggi di alcune delle persone più straordinariamente talentuose che il mondo abbia mai visto. Mi pizzico costantemente e mi chiedo ‘come sono arrivato fino a qui?”. “Dopo 23 anni, questo capitolo come manager musicale è giunto al termine”, prosegue Braun: “Per tutta la mia vita da adulto ho svolto il ruolo di manager reperibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. E per 20 anni ho amato farlo. E' tutto quello che conoscevo. Ma quando i miei figli sono cresciuti, e la mia vita personale ha accusato alcuni colpi, ho capito che i miei figli erano le uniche tre superstar che non ero disposto a perdere. I sacrifici che una volta ero disposto a fare non potevo più giustificarli. Era giunto il momento di assumere un nuovo ruolo”. “In questo prossimo capitolo della mia carriera ho avuto l’onore di entrare a far parte del consiglio di amministrazione di HYBE, e di ricoprire il ruolo di CEO di HYBE America”, continua Braun: “Il mio brillante partner di questi ultimi 3 anni, il presidente Bang Si-Hyuk, ha una visione in cui credo veramente. Ma a parte tutto, lui è diventato un vero amico, che capisce cosa devo essere nella mia vita in questi giorni. Cioè prima un padre, poi un amministratore delegato, e non più un manager”. “Sono passati 23 anni. E sì, questo capitolo è giunto al termine”, conclude l’ex agente: “Ma il grande Berry Gordy [il fondatore della Motown, ndr] una volta mi disse ‘giovanotto, non finisce mai come volevi, ma non significa che non sia successo’. Questa saggezza si è rivelata corretta. Non avevo mai visto come sarebbe finito questo capitolo, diavolo, non l'avevo nemmeno mai visto accadere. Ma così è stato. E ne apprezzerò ogni momento. Ho fatto il mio piano... ma a quanto pare mi piace di più il piano che Dio ha preparato per me”. Salito all’onore delle cronache internazionali come artefice del successo di Justin Bieber, Braun alla fine dello scorso decennio era considerato uno dei manager più potenti e influenti a livello globale: l’apice del suo successo può essere considerato l’evento benefico del 2017 One Love Manchester, quando - in seguito all’attacco terroristico che colpì un live di una delle sue assistite di spicco, Ariana Grande - l’agente riuscì a radunare nella città inglese teatro dell’attacco star del calibro di Coldplay, Katy Perry, Mac Miller, Miley Cyrus, Liam Gallagher e molti altri in appena due settimane. La sua figura resta indelebilmente legata a quella di Taylor Swift, che - secondo diversi osservatori - fu la causa del suo appannamento come agente delle popstar: nel 2018 Braun entrò in controllo dei master dei primi sei album di Swift acquisendo il catalogo della Big Machine Record Group, mossa che la voce di “Shake It Off” giudicò opaca e poco corretta - e che la portò negli anni successivi al progetto di ri-registrare tutte le opere coinvolte nell’operazione. Il battage mediatico non impedì al manager di rivendere il catalogo al fondo di investimento Shamrock Holdings per circa 300 milioni di dollari, poco prima di cedere a HYBE la sua Ithaca Holdings per poco più di un miliardo di dollari. Nonostante la lista di clienti della sua società, la SB Projects, includesse star come Demi Lovato, J Balvin, Quavo, Zac Brown, Martin Garrix, David Guetta, Kid Laroi e molti altri, il dissidio con Swift incrinò la solidità dei rapporti tra Braun e alcuni dei suoi assistiti più in vista: la scorsa estate iniziarono a circolare indiscrezioni che davano Ariana Grande e Justin Bieber pronti a interrompere i rapporti professionali con il manager, che poi trovarono puntualmente riscontro.