Tempo un anno e anche le classifiche inglesi dei singoli, un faro del music business mondiale, saranno orientate dai consumi digitali più che dalle vendite dei Cd: lo predice Steve Kincaid, direttore marketing ed e-commerce della catena Virgin Retail, e dunque uno che se ne intende. <br> In soli sei mesi dall’introduzione di una classifica unica dei singoli in Gran Bretagna, del resto, i download hanno assunto un peso sempre più rilevante nelle chart: ad aprile, data di debutto della graduatoria combinata (vedi News), valevano in media il 20 % delle vendite di un hit mentre oggi la proporzione tra Cd singoli e download, sui titoli da Top 40, è circa di 70 a 30 (anche se poi la situazione cambia moltissimo da un artista all’altro: le vendite digitali contavano poco più del 4 %, la settimana scorsa, per “You broke my heart” delle minorenni Love Bites e oltre l’80 % per “ Suddenly I see” di KT Tunstall). Ancora più evidente la mutazione delle abitudini dei consumatori se si prendono in esame non solo i successi ma le vendite di singoli in generale: la percentuale dei download sulle vendite complessive, in questo caso, è già salita dal 47,4 al 63,9 % in sei mesi, il che si spiega anche con il fatto che sul mercato on-line sono acquistabili migliaia di canzoni a fronte delle poche centinaia di titoli distribuiti fisicamente nei negozi.