A circa un mese dalle primissime indiscrezioni di stampa, Ticketmaster ha confermato l’attacco hacker ai propri server in Nord America. In una email indirizzata ai propri clienti la società di ticketing controllata da Ticketmaster ha riferito di un “incidente sui dati relativo alle transazioni in Nord America”: “Volevamo informarvi che Ticketmaster ha recentemente scoperto un'attività non autorizzata in un database cloud di terze parti che conteneva informazioni personali limitate di alcuni clienti che avevano acquistato biglietti per eventi in Nord America (Stati Uniti, Canada, Messico)”, spiega l’azienda nel messaggio, precisando come tra i dati violati siano presenti “indirizzi email, numeri di telefono e altre informazioni personali”, oltre che informazioni relative a “modalità di pagamento come numeri di carte di credito e debito e relative date di scadenza”. Nonostante la violazione - ha precisato Tickemaster - gli account dei clienti colpiti dal data breach possono essere considerati “sicuri”. All’inizio dello scorso giugno Live Nation riconobbe di essere stata oggetto di violazione da parte di hacker in una comunicazione alla Securities and Exchange Commission, denunciando “attività non autorizzate all'interno di un ambiente di database cloud di terze parti”: "Stiamo lavorando per mitigare i rischi per i nostri utenti e per l'azienda, abbiamo messo al corrente le forze dell’ordine, con le quali stiamo collaborando", fece sapere Live Nation in una nota, "Se opportuno, stiamo inoltre informando le autorità di regolamentazione e gli utenti in merito all'accesso non autorizzato alle informazioni personali”. Responsabile dell’azione criminale sarebbe il collettivo di hacker ShinyHunters, che avrebbe trafugato dati sensibili di 560 milioni di utenti, per 1,3 terabyte di dati complessivi: la “refurtiva” sarebbe stata messa in vendita sul dark Web al prezzo base di 500mila dollari.