Come avevamo anticipato giorni fa, abbiamo interrogato alcuni componenti del comitato promotore del sito canzoneitaliana.it, per chiedere informazioni sullo stato dell'iniziativa lanciata più di sei anni fa con grande enfasi dall'allora ministro della cultura Dario Franceschini. Non tutti ci hanno risposto; qui di seguito riportiamo invece le dichiarazioni di quanti l'hanno cortesemente fatto. ENZO MAZZA (FIMI /SCF) Il progetto, che aveva una sua logica, è stato via via seguito con meno costanza dall’Istituto e noto pochi aggiornamenti dal 2023, credo anche a seguito del fatto che uno dei principali dirigenti che seguiva il progetto abbia lasciato per andare in pensione. GIORDANO SANGIORGI (Audiocoop) Un progetto ora in stand by che meriterebbe di essere nuovamente rilanciato per portare al centro del mercato delle piattaforme digitali in mano alle nuove generazioni il passato, il presente e il futuro della musica italiana e delle sue ricchissime produzioni, in un virtuoso rapporto pubblico/privato, con un progetto di sosteniblita’ chiaro e preciso almeno triennale, come accade per tanti festival ed eventi dal vivo che, grazie ad un sostegno pubblico abbinato all’investimento del soggetto privato, diventano elementi centrali di successo dell’economia turistica di un territorio. Puo’ essere uno dei temi in oggetto in un prossimo incontro con il Ministero della Cultura sul rilancio di tale significativa piattaforma coinvolgendo tutte le associazioni del settore. ANDREA MICCICHE’ (NuovoIMAIE) Purtroppo, non so darvi aggiornamenti sull’iniziativa a suo tempo promossa in quanto non ho ricevuto materiale idoneo ad esprimere un mio giudizio. Mi dispiace non potervi essere di aiuto. GIANLUIGI CHIODAROLI (Itsright) In sintesi, esprimo rammarico per la chiusura di questo progetto, lanciato a suo tempo con ambiziose visioni. Confidiamo che possa essere ripreso con un disegno più lucido, focalizzato sulla creazione di un archivio ricco ed accessibile a tutti della memoria di un pezzo importante della nostra storia culturale, coinvolgendo tutti gli attori della filiera. MARIO LIMONGELLI (PMI) In riferimento alla vostra richiesta di fare un bilancio degli oltre 6 anni dalla realizzazione del portale canzone italiana.it da parte dell’allora Mibact (oggi MIC) ritengo doveroso ricostruire l’iter. Ricordo molto bene che PMI, insieme alle altre associazioni discografiche e quelle editoriali, fu convocata per un incontro in cui ci venne comunicato che il Ministero era in procinto di lanciare un portale della canzone italiana e chiedeva naturalmente ai rappresentanti dell’industria una collaborazione. Al Ministero abbiamo dato la nostra disponibilità a sensibilizzare le aziende nostre associate e a fornire tutte le informazioni utili . Trattandosi di un portale che avrebbe rappresentato il tutto il mondo le canzoni italiane abbiamo suggerito l’affidamento e il coordinamento a più esperti del nostro settore. Dopo i primi approcci e scambi di e-mail nelle quali il Ministero chiedeva alle associazioni di fornire i file digitali e i testi delle canzoni, abbiamo fatto notare che le associazioni non disponevano di tali contenuti, informando loro che i file audio e i testi della canzoni erano da ricercarsi in capo ad ogni singola azienda che ne deteneva i diritti. Dopodiché non siamo piu stati coinvolti. Sottolineo che noi durante gli incontri abbiamo più volte raccomandato che perché un portale di tale importanza potesse essere visto e visitato dagli utenti era indispensabile affidare l’operativita e il coordinamento a più soggetti del nostro settore per evitare che la realizzazione del portale si fermasse a metà strada. Quindi: un voto alto all’idea del progetto, una sufficienza all’efficacia e funzionalità ROBERTO RAZZINI (già FEM, ora Sony Music Publishing) Non ho grandi commenti a riguardo. Non mi sembra che l’iniziativa abbia avuto un grande seguito, sia dal punto di vista del pubblico che dal punto di vista del suo promotore ed ideatore. Credo che il sito, come l’iniziativa stessa, sia rimasto, aldilà degli auspici e delle aspettative, un po' abbandonato a se stesso. TONI VERONA (ANEM) Quando fu lanciato il portale della musica italiana pensai (e con i colleghi pensammo) ad un’operazione politica o poco più, sia per l’assurdo investimento sia per la richiesta che ricevemmo di concedere gratuitamente i brani di catalogo delle nostre aziende, oltre al fatto che non eravamo stati coinvolti, solo informati… Vedendo poi la prima stesura del sito - l’impostazione, la categorizzazione dei generi musicali - a chi, come me, ha la presunzione di conoscere buona parte della canzone italiana e della sua storia, è suonata male, pur restando del parere che l’iniziativa potesse essere (e sia) utile a favore della canzone popolare nelle sue varie declinazioni; perché era stata presentata come un archivio, un’enciclopedia di consultazione per ricercatori, etnomusicologi, studiosi (e curiosi), italiani e stranieri, che sarebbe stato ‘prezioso’ per la conservazione e tutela del grande patrimonio popolare, creativo-culturale italiano, e utile alle future generazioni. Ad oggi, non ho percezione della fruibilità del portale nel corso di questi sei anni, tanto meno conosco i numeri degli accessi. Rockol ha contattato l'ufficio stampa del Ministero della Cultura, chiedendo un'intervista a chi si occupa di musicaitaliana.it: non abbiamo ricevuto risposta. A Rockol risulta che - dopo un periodo di stallo in cui il sito è rimasto immobile senza aggiornamenti, in vista di un generale restyling - non è stato rinnovato l'incarico a Luciano Ceri e a Paolo Prato, che dal 2018 fino al 2022, più o meno, pubblicavano varie scalette tematiche con una presentazione dell'argomento e una playlist dedicata, oltre a curare altri contributi come le bibliografie monografiche e le storie di canzoni, prese dai vari libri musicali pubblicati in questi anni. ALES, che è una società in-house del Ministero della Cultura e che aveva preso in carico il progetto dall’inizio insieme all’ICBSA (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, ex-Discoteca di Stato), al 31 dicembre 2023 si è chiamata fuori e formalmente la palla sarebbe passata adesso all'ICBSA, in attesa di nuovi sviluppi. Al momento, anche le mail che abbiamo inviato a ALES e ICBSA sono rimaste senza risposta.