Il dossier di WeBuild che illustra nel dettaglio il progetto di ristrutturazione dello stadio Meazza di San Siro, a Milano, prevede uno stop di quattro anni alle manifestazioni extra-calcistiche ospitate dalla struttura, compresi i concerti. Eventualità, questa, che Claudio Trotta - fondatore e patron di Barley Arts, agenzia di booking milanese che da anni cura gli interessi nel nostro Paese di uno dei più celebri frequentatori abituali della Scala del Calcio, Bruce Springsteen - definisce “non percorribile e fantasiosa”. “Ci sono problematiche legali, contrattuali e politiche insuperabili”, ha spiegato Trotta a Repubblica: “Contratti firmati, impegni presi, biglietti già venduti legittimamente. Se dovessero spostare gli eventi altrove si aprirebbero scenari che porterebbero a cause a non finire tra tutte le parti coinvolte, con risarcimenti che coinvolgerebbero a livello economico e morale per primo il pubblico e poi tutti gli aventi diritto, quali promoter, produttori, artisti, maestranze e aziende fornitrici coinvolte. Insomma, a qualcuno verrebbe in mente di spostare una stagione dalla Scala a un palazzetto dello sport? Il pubblico ha comprato dei biglietti per San Siro, non per un ippodromo o un parcheggio. Non si può dopo cinque anni di gestione disastrosa della questione stadio improvvisare una soluzione per la stagione 2025 quando la stessa è così vicina. Sarebbe inaccettabile". "Milano ha un gravissimo problema relativamente agli spazi per la musica dal vivo, che sono tutti indistintamente inadeguati per le esigenze del grande pubblico, per la qualità dell'ascolto e della visibilità e problematici in termini di impatto con i residenti”, ha concluso il promoter: “E poi, fino a quando non ci sarà un capitolato serio predisposto da professionisti terzi dei vari settori sportivi e dello spettacolo, e un conseguente bando internazionale per la necessaria trasformazione e ammodernamento di San Siro, non vedo come e chi possa affermare che per quattro anni non si potranno fare spettacoli allo stadio".