Mentre infuria il dibattito - verosimilmente ancora molto lungo - sul concetto di fair use in fase di training tra aventi diritto e società informatiche, si segnalano esempi di tentativi di conciliazione tra rightsholder a sviluppatori di modelli generativi. La società di distribuzione Symphonic ha siglato una partnership con la startup Musical AI per mettere a punto una licenza ad hoc destinata a quanti vogliano sfruttare il suo catalogo per i processi di addestramento e data mining delle soluzioni di AI musicale. L’opt-in, ovviamente, non sarà generalizzato, ma subordinato alle specifiche indicazioni dei titolari delle opere, che potranno scegliere di concedere o meno i propri brani per eventuali operazioni di addestramento. "Il catalogo di Symphonic ha un valore evidente per le aziende di intelligenza artificiale che hanno bisogno sia di musica eccellente di artisti appassionati sia di un'ampia rappresentanza di generi e suoni", ha fatto sapere l’azienda in una nota. La scelta è diametralmente opposta a quelle effettuate da due delle tre big three della musica registrata, Sony Music e Warner Music, che rispettivamente gli scorsi maggio e luglio hanno formalmente diffidato qualsiasi entità sviluppatrice di modelli generativi dall’utilizzare i propri cataloghi per i processi di training.