Potrebbe esserci ancora speranza per quello che più di un osservatore considera l’affare editoriale del secolo: intervistato dall’edizione americana di Rolling Stone David Gilmour ha dichiarato di essere ancora interessato a cedere il catalogo dei Pink Floyd, già - secondo indiscrezioni di stampa - oggetto di trattative a partire dal maggio di due anni fa poi sfumate per i dissidi tra lo stesso Gilmour e Roger Waters. A Gilmour non interesserebbe tanto la - pur gigantesca - contropartita in denaro che frutterebbe l’operazione, ma - piuttosto - uscire una volta per tutte dalle sabbie mobili dell’infinita polemica che lo contrappone all’ex compagno di band. "Sbarazzarmi del processo decisionale e delle discussioni che sono coinvolte nella gestione del catalogo è il mio sogno", ha spiegato Gilmour: "[La cessione] Non mi interessa da un punto di vista finanziario; mi interessa solo uscire dal bagno di fango in cui mi trovo da un po' di tempo". Per dare un’idea di quanto possa valere il catalogo di quella che viene considerata una delle più grandi rock band di sempre, nel maggio del 2022 la società One Media iP Group offrì 3,5 milioni di sterline per appena l’1% degli interessi sul repertorio del gruppo. Qualche mese dopo il Financial Times riferì di un affare quasi fatto con Hipgnosis, la società di Merck Mercuriadis all’epoca già supportata da Blackstone ma non ancora finita in disgrazia. La finalizzazione dell’operazione, che avrebbe fruttato 500 milioni di dollari ai titolari dei diritti, entrò in fase di stallo e - successivamente - sfumò proprio a causa dei dissidi tra Waters e Gilmour.