Il procuratore distrettuale di New York Damian Williams ha emesso tre capi di imputazione per truffa aggravata nei confronti di un produttore musicale residente in North Carolina, Michael Smith: l’accusa - riferisce in una nota ufficiale il sito del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti - è quella di aver architettato uno schema fraudolento per “creare centinaia di migliaia di canzoni con intelligenza artificiale e utilizzare programmi automatizzati - i bot - per trasmettere in streaming le canzoni generate dall'intelligenza artificiale miliardi di volte”. Secondo le autorità americane la truffa avrebbe fruttato a Smith oltre 10 milioni di dollari in royalties: il produttore è stato arrestato e sarà processato nel suo stato di residenza. “Attraverso il suo sfacciato schema di frode, Smith ha rubato milioni di dollari in royalties che avrebbero dovuto essere pagate a musicisti, autori e altri aventi diritto le cui canzoni erano state legittimamente trasmesse in streaming”, ha dichiarato Williams: “Oggi, grazie al lavoro dell'FBI e dei procuratori di questo ufficio, è tempo che Smith affronti le conseguenze del suo comportamento”. "Michael Smith avrebbe prodotto centinaia di migliaia di canzoni con intelligenza artificiale, e utilizzato funzioni automatiche per trasmettere ripetutamente la musica in streaming per generare royalties illecite per un importo di 10 milioni di dollari”, ha aggiunto la dirigente dell’FBI Christie M. Curtis: “Il presunto schema dell'imputato ha giocato sull'integrità dell'industria musicale con un tentativo concertato di aggirare le politiche delle piattaforme di streaming. L'FBI rimane impegnato a scovare coloro che manipolano la tecnologia avanzata per ricevere profitti illeciti e violare il genuino talento artistico degli altri". Grazie a un sistema di falsi account gestiti da soluzioni informatiche automatizzate, Smith è arrivato a generare oltre 660mila stream al giorno, che gli hanno fruttato - annualmente - oltre 1 milione e 200mila dollari in royalties. Per evitare che l’anomalia fosse scoperta dalle piattaforme - estremamente impegnate a contenere il fenomeno dei fake stream - Smith ha “spalmato” le richieste di ascolto fasulle su migliaia di brani, in modo da non destare sospetti. Il produttore - 52 anni, nato a Cornelius, in North Carolina - è accusato di concorso in frode telematica (reato che prevede una pena massima di 20 anni di carcere), frode telematica (che prevede una pena massima di 20 anni di carcere) e associazione a delinquere per riciclaggio di denaro (che prevede una pena massima di 20 anni di carcere). Aggiornamento, 6 settembre 2024 - Il CEO della start-up specializzata nella creazione di musica tramite intelligenza artificiale generativa Boomy, Alex Mitchell, e il promoter musicale Bram Bessoff, fondatore della piattaforma Indiehitmaker, figurano come co-autori di centinaia di brani utilizzati da Mike Smith per attuare il proprio schema fraudolento ai danni dei DSP: a rivelarlo è un’inchiesta condotta da Kristin Robinson per l’edizione americana di Billboard sulla base delle indicazioni dei registri di Ascap e BMI, le due principali collecting americane. “Siamo rimasti scioccati dai dettagli dell'atto di accusa recentemente depositato contro Michael Smith, che stiamo esaminando”, ha fatto sapere Mitchell a Billboard: “Michael Smith si è sempre presentato come legittimo”. Sia Mitchell che Bessoff (che non ha rilasciato dichiarazioni riguardo il suo rapporto con Smith) stanno collaborando con le autorità: nei confronti di entrambi non sono state formulate accuse formali.