A proposito del portale www.canzoneitaliana.it, il portale del quale ci siamo chiesti qui che fine avesse fatto, riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Paolo Prato, che ne è stato editor insieme a Luciano Ceri. Il Portale non viene aggiornato dalla metà del 2022, dal quando è stato necessario (già a partire dal 2021) intervenire su aspetti tecnici (hardware e software) che necessitavano di un’implementazione. I tempi si sono allungati a dismisura e – complice un cambio di governo/ministro probabilmente poco sensibile al tema – l’unico cambiamento apportato risulta in una nuova veste grafica che lo penalizza, ne riduce le potenzialità di ricerca e rende più farraginosa la navigazione in cerca delle oltre trecento playlist commentate canzone per canzone e dei numerosi articoli di taglio storico-critico che aiutano a inquadrare e mappare l’universo canzone. La redazione (Luciano Ceri, l’ex-Direttore dell’ICBSA Massimo Pistacchi e il sottoscritto), in accordo con ALES stilò, già nel 2021, un progetto di restyling che puntava sull’ educational, mettendo al centro il valore storico e culturale della canzone a beneficio anzitutto di un’utenza scolastica (scuole superiori di primo e secondo grado, università) sull’esempio de Le Hall de la Chanson, iniziativa francese che gode di enormi finanziamenti pubblici da un quarto di secolo e ha introdotto con successo lo studio della canzone in ogni ordine di scuola. Gli inizi sembrarono incoraggianti al punto che vincemmo il Bando “Per chi crea” indetto dalla SIAE nel 2019 per mettere a punto un percorso formativo su “Le canzoni nella Storia, la Storia nelle Canzoni” finalizzato alla realizzazione di uno spettacolo creato da studenti e docenti del Liceo Musicale Farnesina di Roma e rappresentato al Teatro Palladium con la collaborazione dell’Università di Roma Tre. Doveva essere un progetto pilota mirato a definire un format da diffondere sul territorio nazionale per stimolare esperienze simili che si servissero del Portale come fonte d’ispirazione. Questa e molte altre idee restano tuttora sulla carta, dal momento che tutto tace. L’ICBSA, a cui è rimbalzata la responsabilità del Portale, non dà segni di vita da parte dei tanti Direttori che si sono avvicendati in pochi anni, mostrando il volto peggiore della Burocrazia di Stato. Certo è che il mondo che ruota attorno alla canzone – la SIAE, l’industria discografica, l’editoria, le imprese digitali, gli artisti che contano e le grandi aziende che si accorgono della musica solo quando serve loro per farsi pubblicità – non ha mosso un dito né dato segni di insofferenza di fronte a un silenzio che ha portato un progetto ambizioso ma unico nel panorama mondiale ad agonizzare. Segnalo come gli ultimi analytics disponibili, risalenti peraltro a fine 2020, rilevassero decine di migliaia di visualizzazioni al mese, un dato comunque incoraggiante se si pensa che non fu fatta nessuna campagna promozionale e il Portale venne scoperto col passa parola. Una quota consistente dei visitatori proveniva dall’estero, a partire dagli USA e confermava l’intuizione di Franceschini di voler parlare agli appassionati fuori confine. Tema questo – la diffusione della canzone italiana nel mondo – che dovrebbe a maggior ragione incontrare le aspettative dei nuovi orientamenti politici, quando si parla di un aspetto importante del Made in Italy. Infine – questo il dato più confortante – i tanti colleghi di radio, carta stampata, ricercatori e docenti universitari lo conoscevano e lo consultavano regolarmente. Ora questo patrimonio rischia di andare perduto se non si riparte al più presto.