La proposta del governo olandese guidato da Dick Schoof di alzare a partire dal 2026 l’IVA di prodotti e servizi del mercato culturale e ricreativo - compresi i biglietti dei concerti - dal 9 al 21% è stata fortemente contestata da Kunsten '92, rappresentanza che riunisce oltre 440 realtà appartenenti a vari ambiti (arti, new media, design, promoter) in tutti i Paesi Bassi: se adottato, il provvedimento proposto dall’esecutivo peserà sul settore della musica dal vivo - stando a una stima elaborata da Kunsten '92 - per 350 milioni di euro. Particolarmente critica, secondo i rappresentanti del comparto, sarebbe la concomitanza dell’innalzamento dell’IVA e il taglio ai sostegni statali. “L'insieme non coordinato di tagli e misure ha un impatto enorme sull'intero settore delle arti e della cultura, sia a breve che a lungo termine”, ha fatto sapere Cathelijne Broers, direttrice del Cultuurfonds, fondo dedicato alle attività culturali e di conservazione ambientale: “Per la prima volta, i dati di questo consorzio sono stati combinati e analizzati e mostrano che l'intero settore delle arti e della cultura è interessato da una perdita di 350 milioni di euro all'anno di entrate. Ciò è dovuto alla diminuzione del pubblico, alla riduzione dei sussidi e alla riduzione delle entrate private”. "Il settore delle arti e della cultura ha appena vissuto la 'tempesta perfetta': la pandemia di coronavirus, la crisi energetica e gli aumenti dei costi hanno inferto duri colpi a creatori e organizzazioni", ha aggiunto Jeroen Bartelse, co-presidente di Kunsten '92: "Questa analisi mostra che l'accumulo di misure colpirà di nuovo il settore a metà strada. Nel complesso, queste misure hanno un impatto finanziario maggiore dei tagli draconiani del governo Rutte I nel periodo 2010-2012".