Dopo gli Oasis, anche i Green Day sono stati travolti da un’ondata di indignazione a causa del dynamic pricing, la modalità adottata da Ticketmaster - la divisione dedicata alla biglietteria di Live Nation - che assegna ai biglietti per i concerti il prezzo a seconda della richiesta sul mercato. Gli ingressi per gli show che la band di Billie Joe Armstrong terrà a inizio del prossimo marzo tra Melbourne, Sydney e Gold Coast, messi in vendita in prima battuta a prezzi non superiori ai 200 dollari, nelle fasi di acquisto hanno raggiunto picchi superiori ai 500 dollari, più che raddoppiando di fatto il proprio valore. Alle proteste del pubblico ha risposto un portavoce ufficiale di Ticketmaster. “Piuttosto che far pagare ai fan prezzi illimitati sul mercato secondario, e non essere sicuri che i biglietti siano effettivamente autentici, un numero relativamente contenuto di biglietti che per alcuni eventi vengono valutati seguendo il valore di mercato consente al prezzo generale della maggior parte dei biglietti di essere più accessibile per un numero maggiore di fan”, ha spiegato l’azienda: “Lo stabilire il prezzo non riguarda il far pagare di più i fan, ma ha a che fare con il guardare i prezzi che i fan stanno già pagando sul mercato secondario e spostare quel valore [dal mercato secondario] all'artista”. Prima ancora che scoppiasse il caso del caro biglietti per il reunion tour degli Oasis, e ancora prima che venissero formalizzate le accuse a Live Nation di abuso di posizione dominante da parte del Dipartimento di Giustizia americano, la multinazionale con sede a Los Angeles aveva voluto chiarire la propria posizione riguardo le politiche di immissione dei biglietti sul mercato. “I promoter non fissano il prezzo dei biglietti”, aveva chiarito Dan Wall, Executive Vice President for Corporate and Regulatory Affairs di Live Nation: “Si preoccupano molto dei prezzi e di solito sono piuttosto precisi al riguardo, perché le offerte che fanno agli artisti anticipano e dipendono necessariamente dal numero e dai prezzi dei biglietti che probabilmente verranno venduti. (...) Sono gli artisti a fissare i prezzi. L'artista e il suo team ascoltano il parere del promoter e poi decidono”.