Nonostante gli ottimi segnali di crescita in molti dei comparti dell'industria musicale, ce n'è uno che mostra dati più controversi: è quello dei servizi streaming, che potrebbe essere sull'orlo di un calo generale degli ascoltatori. O almeno, questa è l'interpretazione che ne dà l'ultimo report di Midia, secondo cui ci sono importanti segnali di rallentamento nel consumo di musica in streaming. Rispetto al 2023, infatti, le uniche due piattaforme che registrano una crescita degli ascoltatori settimanali attivi, infatti, sono Spotify e YouTube Music. Tutti gli altri DSP, invece, stanno sperimentando un declino o un plateau, e questo dopo un biennio (2020-2022) in cui la condizione era stata di sostanziale immobilità, senza evoluzioni importanti. Una delle colpe, secondo il report, è da imputarsi al costo della vita che fa sì che sia necessario scegliere in cosa investire il proprio budget mensile, ma anche le piattaforme di video brevi come TikTok avrebbero le loro responsabilità. Non sempre, comunque, questo calo corrisponde a un'effettiva perdita in termini economici: ci sono DSP, come la cinese Tencent, che vedono calare gli utenti settimanali attivi, ma d'altro canto vedono crescere notevolmente gli abbonati ai servizi premium (+ 34 milioni e rotti). Il dato, insomma, va inserito nel contesto per poter essere letto correttamente.