Si sarebbe arrivati, finalmente, alla fumata bianca nella lunga e tormentata vicenda della cessione del catalogo dei Pink Floyd: secondo il Financial Times, che per primo riferì dell’avvio delle trattative tra la major guidata da Rob Stringer e Roger Waters, David Gilmour, Nick Mason e gli eredi di Richard Wright e Syd Barrett, Sony Music sarebbe riuscita a entrare in possesso dei master, dei diritti connessi e dei diritti di immagine dei Pink Floyd. Dall’accordo, come già confermato in prima battuta, sarebbero escluse le edizioni.

L’operazione è stata resa possibile anche dal supporto finanziario fornito a Sony Music da Apollo, private equity che lo scorso luglio aveva investito 700 milioni di dollari per aiutare la major guidata da Rob Stringer a finanziare azioni di acquisizione di cataloghi musicali.

Di quella che viene considerate dall’industria musicale una delle più grandi operazioni di acquisizione di sempre si parla con una certa insistenza dal 2022, quando la società One Media iP Group <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-730228/3-5-milioni-di-sterline-per-l-1-del-catalogo-dei-pink-floyd-one-media">offrì 3,5 milioni di sterline per appena l’1% degli interessi sul repertorio del gruppo</a>. Qualche mese dopo il Financial Times riferì di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-731775/pink-floyd-per-il-ft-il-catalogo-a-blackstone-e-hipgnosis">un affare quasi fatto con Hipgnosis</a>, la società di Merck Mercuriadis all’epoca già supportata da Blackstone. Tuttavia, nel marzo dello scorso anno, Variety diede come <a href="https://www.rockol.it/news-735959/pink-floyd-vendita-catalogo-sfumata-per-litigi-waters-gilmour">definitivamente sfumata</a> la possibilità di cessione del catalogo a causa dei dissidi nelle relazioni tra i componenti della band: tuttavia, in una recente intervista, lo stesso <a href="https://www.rockol.it/news-746518/pink-floyd-gilmour-resta-interessato-a-vendere-il-catalogo">Gilmour aveva dichiarato di essere favorevole a vendere i suoi interessi legati al repertorio</a>, proprio per “sbarazzarsi del processo decisionale e delle discussioni che sono coinvolte nella gestione del catalogo”.

L’operazione che secondo il Financial Times sarebbe stata messa a segno oggi, tuttavia, non ha la portata - dal punto di vista industriale - di quelle concluse sui repertori <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-718586/bob-dylan-vende-il-suo-catalogo-di-canzoni-a-universal-music">di Bob Dylan da Universal Music nel 2020</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-727086/bruce-springsteen-catalogo-venduto-a-sony-music">di Bruce Springsteen sempre da Sony Music un anno dopo, nel 2021</a>: dall’accordo riferito dall’autorevole quotidiano finanziario sarebbe infatti escluso il catalogo editoriale, ovvero i diritti sulle composizioni, che non sarebbero passati di mano a differenza di quelli sulle incisioni, dei diritti connessi e di immagine.

A differenza di Springsteen, che ha ceduto in blocco i propri diritti a Sony Music, Dylan ha diversificato la vendita del proprio catalogo affidando le proprie edizioni a Universal Music e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-727778/bob-dylan-sony-music-acquisisce-i-master">i master a Sony Music</a>.

Pink Floyd

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Pink Floyd, il FT conferma: venduto a Sony Music il catalogo

Industria

Affare fatto per 400 milioni di dollari: passano di mano master, diritti connessi e di immagine

La classifica Airplay della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio dei brani più trasmessi vede in prima posizione “Posti vuoti” dei Coma Cose, al numero due “APT” di Rosè e Bruno Mars e in terza “Islanda” dei Pinguini Tattici Nucleari. Nella classifica dei brani esordienti più trasmessi troviamo “Whip” dei Doctum. Ecco le novità.

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<a href="https://radioairplay.fm/" target="_blank">La classifica Radio Airplay</a>&nbsp;della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede al primo posto “Posti vuoti” dei Coma Cose; i nuovi ingressi nelle prime cinquanta posizioni sono:

“Nights in White Satin” – Planet Funk (29)

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Il più alto nuovo ingresso è “Nights in White Satin” dei Planet Funk in ventinovesima posizione

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<a href="https://radioairplay.fm/classifiche-musicali/classifiche/italia/absolute-beginners-by-rockol/" target="_blank">La classifica Airplay Absolute Beginners</a>&nbsp;&nbsp;della settimana&nbsp;dal 27 dicembre al 2 gennaio degli artisti esordienti più trasmessi in radio della settimana vede in vetta “Whip” dei Doctum; le nuove entrate nella Top Ten sono:

“8 marzo” – Tecla (3)

“DCP” - Disco Club Paradiso (4)

“Mr World” – Filo Vals (9)

“Goddbye!” – Cedraux (10)

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Il più alto nuovo ingresso è “8 marzo” di Tecla in terza posizione.

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La&nbsp;“Rit Parade di Stefano Cilio”&nbsp;(<a href="http://www.stefanocilio.com/" target="_blank">www.stefanocilio.com</a>), classifica delle canzoni più popolari in Italia sommando tutte le modalità di riproduzione e acquisto della musica (streaming, download, radio airplay, visualizzazioni video e identificazioni), riepiloga oggi le hit più suonate dell'intero 2024.

Dopo aver analizzato la parte bassa settimana scorsa, ecco la top 15:

1. COME UN TUONO - Rose Villain 
2. STORIE BREVI - Tananai &amp; Annalisa 
3. SESSO E SAMBA - Tony Effe 
4. 30°C - Anna 
5. PAPRIKA - Ghali 
6. L'ULTIMA POESIA - Geolier &amp; Ultimo 
7. TUTA GOLD - Mahmood 
8. 100 MESSAGGI - Lazza 
9. SI ANTES TE HUBIERA CONOCIDO - Karol G 
10. SINCERAMENTE - Annalisa 
11. MALAVITA - Coma Cose 
12. GATA ONLY - Floyymenor 
13. RA TA TA - Mahmood 
14. MEZZO ROTTO - Alessandra Amoroso 
15. PER DUE COME NOI - Olly &amp; Angelina Mango

<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce" target="_blank">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche Airplay, 2 gennaio: i Coma Cose in prima posizione

“Posti vuoti” è il singolo più trasmesso dalle radio

La classifica UK degli album più venduti della settimana dal 3 al 9 gennaio vede salire in vetta “+ - = Divide X - Tour Collection” di Ed Sheeran, stabile in seconda posizione Short n’sweet” di Sabrina Carpenter e in terza “SOS” di SZA. I primi tre singoli della classifica dei brani restano gli stessi della scorsa settimana: “That's so true” di Gracie Abrams, “APT” di Rosè e Bruno Mars e “Messy” di Lola Young. Ecco la novità.

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La UK Charts album della settimana dal 3 al 9 gennaio vede al primo posto “+ - = Divide X - Tour Collection” di Ed Sheeran; non ci sono nuove entrate fra le prime cinquanta posizioni.

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La UK Charts singoli della settimana dal 3 al 9 gennaio vede al primo posto “That's so true” di Gracie Abrams; le nuove entrate in classifica nelle prime cinquanta posizioni sono:

“BMF” – SZA (44)

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Il più alto nuovo ingresso è “BMF” di SZA in quarantaquattresima posizione.

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<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifiche%20e%20polemiche&amp;refresh_ce">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche UK, novità 9 gennaio: Ed Sheeran primo

“+ - = Divide X - Tour Collection” è l’album più venduto della settimana 

La classifica degli album più venduti in Italia della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede ancora in prima posizione “È finita la pace” di Marracash, al numero due “Dio lo Sa - Atto II” di Geolier e al numero tre “Hello World” dei Pinguini Tattici Nucleari. Le prime tre posizioni nella chart dei singoli sono: “Il Filo Rosso” di Alfa, “Ora che non ho più te” di Cesare Cremonini e “Islanda” dei Pinguini Tattici Nucleari. Ecco le novità.

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La classifica&nbsp;Top Album FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF&nbsp;della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede al numero uno&nbsp;“È finita la pace” di Marracash; non ci sono nuove entrate tra le prime cinquanta posizioni della chart.

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Nella classifica Top Singoli&nbsp;FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede in vetta “Il Filo Rosso” di Alfa; non ci sono nuovi ingressi tra le prime cinquanta posizioni.

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<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce" target="_blank">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche, 2 gennaio: Marracash sempre al numero uno

“È finita la pace” si conferma l’album più venduto della settimana

Come ogni anno, secondo i termini di legge previsti dall’ordinamento statunitense diverse opere musicali - e non solo - a partire dal primo gennaio diventano di pubblico dominio, ovvero non più assoggettate alle disposizioni che regolano il diritto d’autore e il copyright.

Per quanto riguarda le opere musicali da poco più di una giornata sono diventate di pubblico dominio - tra gli altri - brani entrati nell’immaginario collettivo come “Singin’ in the Rain”, scritta da Arthur Freed e Nacio Herb Brown e resa immortale dall’interpretazione resa da Gene Kelly nell’eponimo musical del 1957, “An American in Paris” di George Gershwin e “What Is This Thing Called Love?” di Cole Porter, oltre che “Ain’t Misbehavin’” e “(What Did I Do to Be So) Black and Blue” (di Andy Paul Razaf, Fats Weller e Harry Brooks, rese popolari dal musical “Hot Chocolates”), “Tiptoe Through the Tulips” di Alfred Dubin e Joseph Burke, “Am I Blue?” di Grant Clarke e Harry Akst, “Honey”, di Seymour Simons, Haven Gillespie e Richard A. Whiting, e “Waiting for a Train” di Jimmie Rodgers, senza dimenticare il celeberrimo “Boléro” di Maurice Ravel.

Per quanto invece riguarda le registrazioni, come stabilito dal Music Modernization Act emanato nel 2018, negli USA i diritti sui fonogrammi decadono dopo 100 anni da primo deposito: tra i master freschi dell’ingresso nel pubblico dominio, quindi, trovano spazio tutti quelli pubblicati nel 1924, tra i quali “Rhapsody in Blue” di George Gershwin, “My Way's Cloudy” di Marian Anderson, “Shreveport Stomp” di Jelly Roll Morton, “Lazy” dei Georgians, la versione di “Krooked Blues” registrata da Louis Armstrong con la Creole Jazz Band, “Deep Blue Sea Blues” di Clara Smith, “Mama’s Gone, Good Bye” nella lettura di Ray Miller e “California Here I Come” in quella di Al Jolson.

Gershwin, Porter e gli altri: il pubblico dominio nel 2025

Dallo scorso primo gennaio negli USA sono caduti i diritti su importanti opere musicali, come…

Dell’interesse manifestato da <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748892/chi-comprera-tiktok-altro-miliardario-usa-bobby-kotick-chi-e">Bobby Kotick</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748815/chi-comprera-tiktok-miliardario-americano-frank-mccourt">Frank McCourt</a> per TikTok in caso di vendita dell’app da parte di ByteDance si è già riferito. Di quello di Elon Musk, invece, no. Anche perché non ne ha manifestato alcuno. Eppure.

“È stato bellissimo da vedere”, esclamava il presidente eletto Donald J. Trump di fronte a una platea di sostenitori conservatori convenuti per salutarlo in Arizona lo scorso 22 dicembre. Commentava i numeri che su TikTok ha ottenuto la sua campagna elettorale durante le elezioni del 2024: secondo Trump, il suo team ha ottenuto “miliardi di visualizzazioni, miliardi e miliardi di visualizzazioni” grazie ad azioni di marketing sulla piattaforma.

Solo cinque giorni dopo, venerdì 27 dicembre, come era prevedibile da parecchi segnali ripetutisi nelle ultime settimane dopo la vittoria ufficiale, Trump ha fatto di più: ha chiesto alla Corte di sospendere l’entrata in vigore del divieto previsto da una legge che dal 19 gennaio bandirà TikTok negli Stati Uniti, a meno che non interrompa i legami con la sua casa madre ByteDance. Lungi dal coincidere con un’opinione definitiva sul destino finale di TikTok, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749120/tiktok-negli-usa-trump-pronto-al-salvataggio">se fosse accettata dalla Corte Suprema la richiesta rivoltale dal prossimo inquilino della Casa Bianca</a> gli permetterebbe di avere un ruolo nel futuro di TikTok. E, “miliardi di visualizzazioni” alla mano, un salvataggio in qualsiasi forma non dovrebbe dispiacergli. 

Considerando che la legge che impone a TikTok di vendere o chiudere ha ricevuto un raro sostegno bipartisan a Washington, appare improbabile che Trump voglia contrastarla del tutto, lasciando TikTok sotto il controllo di ByteDance. Uno scenario in cui ByteDance venda l’app, invece, non è da scartare, non foss’altro perché eviterebbe di vederne diminuire drasticamente il valore perdendo il mercato statunitense.

Ai tempi del suo primo mandato, Trump aveva un suo potenziale acquirente preferito: era Larry Ellison, allora uno dei suoi pochi amici nella Silicon Valley, che quasi riuscì ad ottenere una quota di proprietà di TikTok per la sua Oracle (l’accordo non si concretizzò ma <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-730790/tiktok-dati-utenti-usa-su-oracle">Oracle riuscì comunque a ottenere un nuovo contratto per fornire servizi di cloud storage a TikTok</a>).

Stavolta, al posto di Ellison, nel cuore di Trump c’è Elon Musk, che con lui vanta un rapporto diretto che né Bobby Kotick né Frank McCourt possono vantare. Ora, l’interesse di Trump a sostenere TikTok si giustificherebbe con il successo ottenuto dalla sua campagna elettorale sull’app: ma quali sarebbero gli incentivi all’acquisto per Musk? 

TikTok avrebbe senso per lui: potrebbe integrarlo in X (la ex Twitter) avvicinandolo alla sbandierata intenzione di creare una “super app” o “everything app”, un concetto che sintetizza la visione di una piattaforma che combini media ed e-commerce, come usa (e funziona bene) in Asia.

Quanto costerebbe? Tanto, più degli oltre 40 miliardi di dollari sborsati per Twitter neanche tre anni fa. Ma Musk attualmente vale più di 400 miliardi di dollari e, in ogni caso, non faticherebbe ad aggregare un consorzio di investitori per finanziare l’acquisto di TikTok proprio come fece con Twitter nel 2022.

Il conto alla rovescia per ByteDance parrebbe dunque potere andare oltre il 19 gennaio. Ovvio che non voglia vendere l’app dalle uova d’oro, ma le circostanze potrebbero indurla a cambiare posizione man mano che la scadenza si avvicina. Basti considerare come proprio in queste ore stia combattendo – oltre che per la sua stessa sopravvivenza negli U.S.A. – per la conservazione della sua redditività, rassicurando gli inserzionisti americani di TikTok che non corrono il rischio di perdere denaro continuando a collaborare con la piattaforma. L'app starebbe infatti informando i grandi centri media che restituirebbe eventuali versamenti iniziali sugli impegni di spesa per le inserzioni su TikTok nel caso in cui l'app non riesca a bloccare il divieto che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio.

Chi comprerà TikTok?

Parte terza: un miliardario sudafricano

Nelle ultime 24 ore, forse anche grazie a leak bene orchestrati, diversi media di settore tra finanza e musica hanno avanzato l’ipotesi che SESAC, una delle maggiori PRO (Performing Rights Organization) al mondo, possa essere oggetto di vendita da parte del suo attuale proprietario, Blackstone.

In particolare, l’attuale proprietario di SESAC starebbe ricevendo manifestazioni di interesse da parte di alcuni fondi di private equity che sarebbero pronti a seguire gli esempi di BMI prima (<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742321/new-mountain-capital-acquisisce-bmi">acquisita da parte di New Mountain Capital a febbraio</a>) e di GMR poi (valutata 3,3 miliardi di dollari a settembre da parte di Hellman &amp; Friedman, una cifra che ha ulteriormente incrementato l’appetito del private equity per asset musicali che si stanno dimostrando altamente redditizi).

Nel caso di SESAC, tra l’altro, non è chiaro se la transazione si estenderebbe anche alle sue sussidiarie (Audiam, Christian Copyright Licensing International, Harry Fox Agency, RumbleFish). Né è dato sapere se Blackstone venderebbe altri asset musicali che ha in portafoglio, ossia Audio Network, acquistata da Hasbro nel 2021, e MNRK Music Group.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-667558/sesac-e-stata-acquisita-da-blackstone-group">Blackstone ha acquistato SESAC nel 2017 per $ 1,125 miliardi</a> ed ha assistito in 7 anni alla crescita del suo valore, fino al punto in cui la exit potrebbe essere matura. Uno dei candidati vociferati come potenziali sembra essere TA Associates, una società di private equity con sede a Boston che ha raccolto 65 miliardi di dollari e nel 2022 ha acquistato TouchTunes, una rete di jukebox digitali.

Ma quanto Varrebbe SESAC?

Nel 2024 ha registrato $ 388,6 milioni di ricavi: erano 275 milioni nel 2018 e solo 9 milioni nel 1994. Se i moltiplicatori di settore indicherebbero una forbice tra 2 e 2,5 miliardi di dollari, due fattori potrebbero alzarne ulteriormente il prezzo: le recenti transazioni di BMI e GMR ed il fatto che SESAC, a differenza di BMI e ASCAP (ma al pari di GMR) non è soggetta ai decreti di consenso statunitensi che limitano le tariffe di licenza, offrendo maggiore flessibilità nella gestione dei prezzi (introdotti negli anni '40, impongono di fatto licenze obbligatorie, ovvero l’obbligo di concedere licenze a chiunque richieda di utilizzare il loro repertorio per garantire ai licenziatari di accedere alla musica senza il rischio di essere esclusi o discriminati). Le PRO non soggette ai decreti possono negoziare tariffe personalizzate e hanno maggiore flessibilità contrattuale, il che le rende più attraenti per investitori privati. Per SESAC il core business rimane la licenza dei diritti d’esecuzione eseguito in base a una “boutique strategy” che selezione autori di spicco come Adele e Bob Dylan a iscriversi come membri. SESAC ha ridotto il numero di autori affiliati da 35.000 nel 2019 a 15.000 nel 2023, focalizzandosi su quelli che generano royalty significative.

SESAC è in vendita?

Blackstone starebbe valutando offerte di varie società di private equity per cedere la PRO

La classifica USA degli album più venduti della settimana del 4 gennaio vede tornare in prima posizione “SOS” di SZA, a seguire “Christmas” di Michael Bublè e “Ultimate Christmas” di Bing Crosby. Le prime tre posizioni della chart dei singoli sono: “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, “Rockin' around the Christmas tree” di Brenda Lee e “Last Christmas” degli Wham!. Ecco le novità.

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La classifica Billboard Hot 200 degli album&nbsp;vede posizione “SOS” di SZA al numero uno; non ci sono nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni.

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La classifica Billboard Hot 100 dei singoli vede in vetta “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey; le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono: 

“Snowman” – Sia (43)

“30 For 30” - SZA With Kendrick Lamar (45)

“Winter Wonderland” - Darlene Love (48)

“You Make It Feel Like Christmas” - Gwen Stefani Featuring Blake Shelton (50)

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Il più alto nuovo ingresso è “Snowman” di Sia in quarantatreesima posizione.

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Classifiche USA, novità 4 gennaio: SZA di nuovo in vetta

“SOS” è l’album più venduto della settimana

Come già ipotizzato dalla buona parte degli osservatori internazionali, la rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti potrebbe significare la salvezza per TikTok, che proprio negli USA rischia di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748712/tiktok-tribunale-rigetta-ricorso-bandito-dagli-usa-19-gennaio">essere messo al bando a partire dal prossimo 19 gennaio</a>: in un amicus curiae - documento che nell’ordinamento giuridico statunitense si pone come memoria consegnata alla corte a titolo di consulenza da una parte non coinvolta nel procedimento giudiziario in atto - il presidente eletto si è dichiarato contrario alla cessazione coatta delle attività del social controllata da Bytedance sul territorio americano.

"Il presidente Trump si oppone al divieto di TikTok negli Stati Uniti in questo momento e cerca la possibilità di risolvere i problemi in questione attraverso mezzi politici una volta entrato in carica", si legge nel documento, dove il successore (e alla stesso tempo predecessore) di Joe Biden ha chiesto ai giudici della Corte Suprema di prorogare il termine fissato dalla “legge bando” - il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act - emanata dall’amministrazione uscente per costringere la piattaforma a cedere la propria operatività sul territorio nazionale.

Il prossimo 10 gennaio, dieci prima del reinsediamento di Trump alla Casa Bianca, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748959/usa-la-corte-suprema-esaminera-il-ricorso-di-tiktok">la Corte Suprema prenderà in considerazione il ricorso di TikTok</a>, presentato per cercare di “congelare” il termine del 19 gennaio almeno fino a quando il presidente eletto non avrà preso il pieno controllo dei propri poteri, cosa che avverrà solamente il 20 gennaio, a 24 ore dalla scadenza del termine fissato - per il momento - dal Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act.

TikTok negli USA, Trump pronto al salvataggio?

Il presidente eletto ‘si oppone al divieto negli Stati Uniti’: le motivazioni

Il mercato della musica registrata del Regno Unito nel 2024 è cresciuto del 9,7% su base annua: a rivelarlo è la British Phonographic Industry, sigla che rappresenta le aziende discografiche britanniche.

A trainare il comparto durante l’anno appena concluso, con un tasso di crescita pari all’11%, è stato lo streaming, che nel paese - con 199,6 miliardi di stream erogati dalle principali piattaforme tra gli scorsi mesi di gennaio e dicembre - ha occupato l’88,8% del consumo musicale oltremanica.

La vera sorpresa, nelle rilevazioni della BPI diffuse in questi giorni, è rappresentata dal segmento dei formati fisici, che dopo vent’anni di continue flessioni nel 2024 è tornato a crescere, facendo segnare un aumento dell’1,4%: il ritorno in campo positivo non ha riguardato solo il vinile, da anni tornato in auge presso il pubblico di appassionati, ma anche il CD, che appena nel 2022 era stato protagonista di una picchiata sul mercato britannico perdendo in soli dodici mesi la bellezza di oltre 19 punti percentuali. Complessivamente, nel 2024 dai negozi di dischi del Regno Unito sono stati smerciati la bellezza di oltre 17 milioni tra LP, 45 giri, CD e cassette.

"Abbiamo assistito a un altro anno positivo”, ha commentato la CEO di BPI Jo Twist: “E’ chiaro che, grazie al forte investimento in artisti diversi da parte delle etichette discografiche, abbinato a un quadro di diritti di livello mondiale, la musica britannica ha un enorme potenziale per una crescita continua e un impatto globale. Dai Coldplay e Charli XCX, ai Last Dinner Party e Myles Smith, ci sono stati molti esempi di storie di successo musicale nel Regno Unito nel 2024. Ma ci sono anche crescenti sfide per i talenti nazionali in un'economia musicale globale in rapida evoluzione e ipercompetitiva. La creatività umana del Regno Unito è messa a rischio dalle modifiche proposte alla legge britannica sul copyright, che consentirebbero ai giganti della tecnologia internazionale di addestrare modelli di intelligenza artificiale sul lavoro degli artisti senza pagamento o permesso, e sarebbero il modo sbagliato di realizzare l'entusiasmante potenziale dell'intelligenza artificiale. Nel frattempo, anche le frodi in streaming sono una preoccupazione crescente”.

"Affrontando di petto la crescente sfida globale, affrontando le sfide legate all'intelligenza artificiale, al copyright e alle frodi in streaming e incoraggiando i consumatori verso modelli praticabili, come gli abbonamenti streaming a pagamento, possiamo contribuire a garantire che il valore della musica britannica sia protetto e che il nostro settore possa continuare a crescere e prosperare in patria e in tutto il mondo”, ha concluso Twist:&nbsp; "Il Regno Unito rimane una potenza musicale mondiale, ma questo status non può essere dato per scontato: abbiamo bisogno di un ambiente politico di supporto che ponga l'accento sull'arte umana e consenta investimenti continui nella prossima generazione di talenti britannici".

UK, nel 2024 musica registrata su del 9,7%

E il formati fisici, in calo da vent’anni, tornano a crescere (CD compreso)

Federico De Nigro (nella foto), già <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-733201/umg-italia-la-svolta-d2c-parla-federico-de-nigro">Head of Direct to Consumer</a> presso Universal Music Italia, è stato nominato Product Sales &amp; Brand Partnership Director della filiale italiana della major guidata da Alessandro Massara.

“Questo traguardo non sarebbe completo senza riconoscimento a un vero grande, Massimo Battaglia”, ha fatto sapere De Nigro in una nota pubblicata sui canali social rivolta <a href="https://www.rockol.it/news-748780/universal-music-italia-esce-massimo-battaglia">al già Commercial Director, fresco di uscita dall’organico dell’azienda</a>: “Massimo, è stato un onore assoluto succedere a qualcuno del tuo calibro leggendario, e sono profondamente grato per il tuo supporto e la tua guida negli ultimi tre anni. E’ stato un privilegio imparare da te”.

Laureato allo IULM di Milano in Digital Entertainment Media &amp; Design, già startupper - nel 2013 - con Hoolifan.it, poi titolare di una solida esperienza nel segmento marketing presso Officine Panerai, uno dei brand controllati dal gigante svizzero del lusso Richemont, De Nigro è entrato in Universal Music Italia nel 2022 come Head of Direct to Consumer, per poi passare, nel marzo dello scorso anno, a ricoprire il ruolo di Head of Direct to Consumer &amp; Merchandise. Come Product Sales &amp; Brand Partnership Director De Nigro guiderà la divisione commerciale composta dalla gestione dei prodotti fisici (B2B, B2C, supply chain) oltre alle opportunità di brand partnership e licenza.

Universal Music Italia, promosso Federico De Nigro

Nominato Product Sales & Brand Partnership Director

Massimo Battaglia (nella foto) è uscito dall'organico di Universal Music Italia, dove ricopriva l'incarico di Commercial Director.

Veterano della discografia italiana, Battaglia ha debuttato professionalmente nel settore della musica registrata alla Flying Records, leggendaria etichetta napoletana che fino alla seconda metà degli anni Novanta esportò la dance italiana in tutto il mondo contribuendo al lancio del rap come fenomeno mainstream grazie ai dischi di - tra gli altri - Bisca, 99 Posse, Speaker Cenzou e Sangue Misto: proprie presso Flying Records Battaglia entrò in contatto con Alessandro Massara, che presso la label partenopea ricopriva il ruolo di responsabile della promozione (prima di passare alla guida del distaccamento italiano di V2 Records e, successivamente, a capo di Universal Music Italia) e Mario Nicoletti, che tra il 1996 e il 2004 avrebbe ricoperto il ruolo di A&amp;R International Repertoire presso Virgin Records Italy.

Entrato in organico di Universal Music Italia nel 2001, ai tempi della presidenza di Piero La Falce (terminata a fine 2005), Battaglia ha ricoperto il ruolo di direttore commerciale, fornendo una gestione interfunzionale dei team dedicati alle vendite e sviluppando le strutture organizzative interne in base alle evoluzioni dei mercati con un focus particolare su nuovi canali e nuove linee di ricavo.

Universal Music Italia, esce Massimo Battaglia

Figura storica della discografia italiana, ricopriva il ruolo di Commercial Director

"Wicked" continua a mietere successi: dopo aver battuto ogni record al cinema - nei soli Stati Uniti&nbsp;ha finora incassato finora quasi 425 milioni di dollari al botteghino -&nbsp;e alla vigilia della sua probabile pubblicazione per uso domestico, che è in teoria prevista per i primi di gennaio, è infatti arrivata in tutto il mondo anche un'inedita versione karaoke, anzi, sing-along, come è stata definita. In sostanza, tutte le canzoni sono state reinserite nella pellicola&nbsp;senza le tracce vocali e con i testi in sovraimpressione, per permettere agli spettatori di cantare in coro. Cosa che, peraltro, negli USA&nbsp;già accadeva spesso durante le normali proiezioni.

Si tratta di un esperimento partito il giorno di Natale, che durerà per tutte le vacanze invernali; è&nbsp;pensato principalmente per due motivi.&nbsp;Il primo è quello di portare in sala un'audience più legata alla colonna sonora e ai suoi interpreti&nbsp;che al film in sé (in origine si tratta in effetti di un musical di Broadway amatissimo, e la presenza di Ariana Grande tra le protagoniste garantisce grande attenzione anche da parte dei suoi fan).&nbsp;Il secondo è quello di allungare la vita cinematografica di uno dei titoli più di successo di sempre, incrementandone ulteriormente gli incassi. Non sono ancora disponibili i dati box office di questa nuova&nbsp;veste di "Wicked", ma i resoconti da oltreoceano parlano già di sale piene e di pubblico entusiasta: la versione sing-along potrebbe diventare un nuovo standard per i film musicali.

La versione karaoke di 'Wicked' debutta nei cinema

Disponibile da pochi giorni, attira un'audience più orientata sulla musica che sul film

Mettendo a confronto gli artisti e le band che occupano la top ten annuale del live mondiale con quelli presenti nella classifica degli stream su Spotify nel 2024, si fa un esercizio costruttivo che regala qualche intuizione interessante.

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Posto che album e tour non vanno necessariamente a braccetto in termini cronologici, c’è solo un’artista – sì, quell’artista, ovviamente – che si posiziona in modo analogo nei due contesti. Ma Taylor Swift, rispettivamente prima e prima, è un fenomeno che non fa scuola né tendenza: è inimitabile ed è un’eccezione.

L’analisi può quindi cominciare dal numero due nel ranking degli stream, ossia The Weeknd, che è però solo l’ottantasettesimo performer nella classifica live: con 11 concerti ha totalizzato oltre 42 milioni di dollari, aggregando 525.000 spettatori. Tra quelli dei 14 artisti che sono presenti in entrambe le classifiche, i suoi biglietti risultano i meno costosi (media di $ 80,95) e i suoi ricavi sono tra i più bassi: lo sono in valore assoluto (v. tabella) ma lo sarebbero rimasti anche se avesse triplicato i suoi show, portandosi in quel caso a un numero simile a quello di Peso Pluma - ma, a quel punto, guadagnando quasi il doppio.

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Peso Pluma, a proposito, è al 39° posto nel live ma anch’egli in alto su Spotify (è 7°): ecco, quindi, la conferma del primo segnale di dicotomia tra i due universi.

I Coldplay sono invece i primi tra gli umani – figurano, cioè, al secondo posto della classifica del live con $ 401 milioni di incasso, 3 milioni di biglietti venduti e 51 concerti suonati. Nella top 10 dello streaming non figurano nemmeno. Se avessero triplicato i loro concerti si sarebbero portati al livello di Taylor Swift come quantità di show e ne avrebbero avvicinato anche gli spettatori complessivi, ma sarebbero arrivati a un fatturato nemmeno pari al 60% di quello di TS. Sorge allora un dubbio: aumentando la loro presenza in giro per il mondo, e quindi anche l’indotto di visibilità che di solito ne deriva e le occasioni per i loro spettatori di rivisitarne il catalogo prima e dopo i concerti, sarebbero forse riusciti ad entrare nella top 10 di Spotify? Non ci sono dati, e tanto meno certezze. La correlazione che si nota tra 8 artisti su 10 presenti nei primi dieci dei live (ad eccezione di TS e Bad Bunny), tuttavia, suggerisce che la risposta sia: no. Un altro segnale che pare indicare due rette che tendono a non incontrarsi mai.

Si diceva di Bad Bunny. Si piazza nono nel live e terzo negli stream, ha venduto il secondo biglietto medio più caro in graduatoria ed è il penultimo per numero di spettatori a data. Quindi la sua leva, al pari di altri artisti che gli sono prossimi per fascia di età e di pubblico, è un ticket costoso. Non può essere offerto e diretto che ai superfans. Visto che BB è presente in alto in entrambi i contesti, ci regala un insight: i suoi sono per lo più veri ascoltatori, e non – come per molte star settimanali dello streaming - soprattutto consumatori di playlist.

In tema di biglietti cari, quello mediamente più costoso di tutti è quello degli U2 che, con soli 38 concerti, hanno totalizzato $ 231 milioni di incasso: significano oltre sei milioni a data con 16.000 spettatori medi per show. E pure a chilometro zero: la loro è stata una residency di quelle che da Sinatra a Elvis, fino a Celine Dion e Adele, pochi anni fa nessuno avrebbe immaginato che sarebbe stato qualcosa di applicabile a una delle maggiori rock band di ogni tempo. E invece. Gli U2 non sono nemmeno nei radar della top 10 di Spotify; la loro prodezza live, pertanto, si spiega soprattutto con due formule-chiave: adulti alto spendenti e turismo da celebrità. Ci sono anche i superfans? Quelli sempre, oltre una certa età; però mai a sufficienza per un format che prevede che si vada tutti a Vegas.

Anche quello degli Stones è un biglietto carissimo. Ma scambiando la residency per gli stadi, con meno della metà degli spettacoli rispetto agli U2, hanno fatto ancora più soldi. Il loro incasso medio per data, in effetti, pareggia praticamente quello di Taylor Swift. Come per gli U2, a questi livelli si aggiungono un’ulteriore chiave di lettura e uno strumento aggiuntivo: i pacchetti VIP. E allora, ripetiamolo: ancora superfans.

C’è un’intrusa tra questa quindicina di star, ed è Pink, che è terza sia per date dal vivo che per incassi totali. La sua assenza dalla top 10 degli stream suona ovvia, e fa molto meno notizia della sua presenza nella élite dei top performer. Molti concerti, una discreta folla media per data ma nulla di trascendentale; allo stesso tempo, vendere tante date in un anno è un chiaro sinonimo di una fan base robusta e di una capacità di radicarsi sul territorio e nei cuori che nulla ha a che vedere con la notorietà del momento. Nel caso di Pink, sia detto con rispetto, non siamo infatti nemmeno al cospetto di un catalogo importante.

Cosa si può concludere?

(1) Considerando che secondo la vulgata l’80% degli stream è da catalogo, e notando che tra i top 10 del live ci sono diversi legacy acts che non compaiono nemmeno nella graduatoria degli stream, viene subito da pensare che non siamo ancora fuori dall’era della song economy e che il valore del catalogo sia straordinariamente reale per label e editori ma non necessariamente (o non ancora) una voce rilevante per i singoli artisti. Che, anche se sono star planetarie, andranno sicuramente bene e faranno soldi interessanti, però resteranno tra i molti contribuenti di una coda lunga che ricorda da vicino quella popolata dagli emergenti che sgomitano sulla front line.

(2) La classifica delle singole canzoni con più stream, poi, recepisce solo in parte la presenza degli artisti in top 10. Significa che la canzone ha una notorietà sempre più fugace ma che, quando l’algoritmo e il lavoro dei pitcher delle label possono collegarla anche soltanto a uno “young catalogue” e/o a uno “shallow catalogue”, qualche magia accade.

(3) Emerge, inoltre, che catalogo e superfans sono concetti e formule che vanno a braccetto ma che scaricano a terra il valore in modi molto diversi.

(4) Infine questa fotografia conferma che, Maneskin a parte, il live è rock e lo streaming mica tanto. Però anche che – senza che occorra incolpare il fake, stavolta – streammare non sempre vende biglietti.

Music Business 2024: streaming e live, due universi paralleli?

Due classifiche che quasi non si parlano e il ruolo diverso di superfans e catalogo

La classifica Airplay della settimana dal 20 al 26 dicembre dei brani più trasmessi vede in prima posizione “Mandare tutto all'aria” di Marco Mengoni, al numero due “Islanda” dei Pinguini Tattici Nucleari e in terza “Born with a broken heart” di Damiano David. Nella classifica dei brani esordienti più trasmessi troviamo “Whip” dei Doctum. Ecco le novità.

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<a href="https://radioairplay.fm/" target="_blank">La classifica Radio Airplay</a>&nbsp;della settimana dal 20 al 26 dicembre vede al primo posto “Mandare tutto all'aria” di Marco Mengoni; i nuovi ingressi nelle prime cinquanta posizioni sono:

“OK” - Katy Perry (27)

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Il più alto nuovo ingresso è “OK” di Katy Perry in ventisettesima posizione

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<a href="https://radioairplay.fm/classifiche-musicali/classifiche/italia/absolute-beginners-by-rockol/" target="_blank">La classifica Airplay Absolute Beginners</a>&nbsp;&nbsp;della settimana&nbsp;dal 20 al 26 dicembre degli artisti esordienti più trasmessi in radio della settimana vede in vetta “Whip” dei Doctum; le nuove entrate nella Top Ten sono:

“Concedimi” - Matteo Romano (3)

“L'inverno” – Angelica (8)

“Vittoria” – Casadilego (9)

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Il più alto nuovo ingresso è “Concedimi” di Matteo Romano in terza posizione.

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Classifiche Airplay, 26 dicembre: Mengoni sale al numero uno

“Mandare tutto all'aria” è il singolo più trasmesso dalle radio

La classifica UK degli album più venduti della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede salire in vetta “Christmas” di Michael Bublé, scende al numero due “Short n’sweet” di Sabrina Carpenter e in terza “SOS” di SZA. I primi tre singoli della classifica dei brani restano gli stessi della scorsa settimana: “Last Christmas” degli Wham, “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey e “It’ can’t be Christmas” di Tom Grennan. Ecco la novità.

La UK Charts album della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede al primo posto “Christmas” di Michael Bublé; non ci sono nuove entrate fra le prime cinquanta posizioni.

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La UK Charts singoli della settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio vede al primo posto “Last Christmas” degli Wham; non ci sono nuove entrate in classifica nelle prime cinquanta posizioni.

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<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifiche%20e%20polemiche&amp;refresh_ce">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche UK, novità 2 gennaio: Michael Bublé primo

“Christmas” è l’album più venduto della settimana 

La classifica degli album più venduti in Italia della settimana dal 20 al 26 dicembre vede stabile in prima posizione “È finita la pace” di Marracash, al numero due “Hello World” dei Pinguini Tattici Nucleari e “Alaska Baby” di Cesare Cremonini. Le prime tre posizioni nella chart dei singoli sono: “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, “Last Christmas” degli Wham! e “Jingle Bell Rock” di Bobby Helms. Ecco le novità.

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La classifica&nbsp;Top Album FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF&nbsp;della settimana dal 20 al 26 dicembre vede al numero uno&nbsp;“È finita la pace” di Marracash; le nuove entrate tra le prime cinquanta posizioni della chart sono:

“A winter romance” - Dean Martin (33)

“Milano Demons” – Shiva (39)

“The Christmas song” - Nat King Cole (42)

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Il più alto ingresso è “A winter romance” di Dean Martin in trentatreesima posizione&nbsp;<div class='embed'>		 <iframe 
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Nella classifica Top Singoli&nbsp;FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF della settimana dal 20 al 26 dicembre vede in vetta “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey; i nuovi ingressi tra le prime cinquanta posizioni sono:

“Holly Jolly Christmas” - Michael Bublé (36)

“White Christmas” - Bing Crosby (39)

“Jingle Bells” - Michael Bublé Feat. The Puppini Sisters

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Il più alto ingresso è “Holly Jolly Christmas” di Michael Bublé in trentaseiesima posizione.

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<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce" target="_blank">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche, 26 dicembre: Marracash stabile in vetta

“È finita la pace” è l’album più venduto della settimana

Francesca Losappio, storica manager e amica di Loredana Berté, è ora proprietaria dell'85% delle azioni di Bandabebé srl, intestataria&nbsp;del sito Loredanaberte.it&nbsp;(il restante 15% è in mano a Valeria Arienzo). La quota societaria del 50%, precedentemente intestata a Berté, è stata ceduta da Berté per un prezzo prefissato di 12.000 euro,&nbsp;come riporta Dagospia. Nel 2023 Bandabebé&nbsp;aveva fatturato oltre 418.000 euro.

Al momento Loredana Berté resterebbe intestataria della s.a.s. Bandaberte e&nbsp;del 95% della società&nbsp;Bandabertè crew srl, per la &nbsp;"edizione di registrazioni sonore" (da statuto societario). Il restante 5% è sempre di proprietà di Losappio.

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Loredana Berté cede alla sua manager la sua quota di Bandabebé 

Il 50% delle azioni intestate alla Berté sono state cedute a prezzo simbolico

Nell'industria musicale anglosassone se ne discute da giorni, più precisamente da quando la rivista Harper's Magazine ne ha pubblicato un<a href="https://harpers.org/archive/2025/01/the-ghosts-in-the-machine-liz-pelly-spotify-musicians/"> lungo estratto</a>. Stiamo parlando di "Mood Machine: The Rise of Spotify and the Costs of the Perfect Playlist", il libro della giornalista di inchiesta americana Liz Pelly, che sviscera i processi operativi dei DSP e in particolare di Spotify. Sarà pubblicato il 7 gennaio da Simon &amp; Shuster, uno degli editori più importanti del mondo.

Non si conosce ancora con esattezza il contenuto del saggio, ma a giudicare dall'anticipazione di Harper's Magazine&nbsp;ci sarà parecchio di cui parlare anche a uscita avvenuta. Pelly, infatti, ha intervistato parecchi ex dipendenti di Spotify e ha potuto visionare molti memo interni riguardo al programma "Perfect Fit Content", il cui scopo è implementare le playlist basate su uno specifico mood o atmosfera. Stando ai dati da lei forniti, sembra che l'azienda svedese ingaggi vere e proprie agenzie di produzione&nbsp;per creare brani di musica ambient&nbsp;da inserire in queste playlist, che sarebbero pagate&nbsp;"a pacchetto"&nbsp;e quindi non soggette&nbsp;a&nbsp;diritto d'autore. Questo genererebbe&nbsp;ovviamente&nbsp;un risparmio notevole per la società, ma anche una spiacevole conseguenza: gli artisti "reali" (cioè coloro che creano i loro brani in autonomia e non in modalità da library music) avrebbero molti meno spazi a disposizione all'interno di queste playlist, il che comporterebbe per loro&nbsp;una perdita economica e in termini di visibilità.

"Il programma Perfect Fit Content solleva prospettive preoccupanti per i musicisti professionisti. Alcuni si ritrovano a fronteggiare la possibilità di perdere introiti importanti, perché le loro tracce sono accantonate a favore di questo tipo di brano" dice l'autrice. "Chi invece firma i brani creati ad hoc si ritrova spesso a dover cedere alcuni diritti che, se una traccia diventa popolare, potrebbero essere molto redditizi". Insomma, non resta che attendere l'uscita del libro per farsi un'idea più completa delle rispettive considerazioni.

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'Mood Machine', il libro di Liz Pelly di cui tutti parlano

In uscita a giorni, il saggio di inchiesta su Spotify e i DSP promette di rivelare molti retroscena

Con i tassi di interesse in aumento e la resa della canzone-asset proiettata a livelli inferiori rispetto a quelli appena successivi alla pandemia, era lecito attendersi che il 2024 non avrebbe parlato la lingua dei cataloghi e delle acquisizioni musicali.

E’ andata diversamente, invece, sia perché alcune operazioni erano in cottura da tempo ed erano ormai prevedibili (v. <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-747095/pink-floyd-il-ft-conferma-venduto-a-sony-music-il-catalogo">Pink Floyd</a>&nbsp;- nella foto -&nbsp;e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745820/sony-music-acquisisce-il-catalogo-dei-queen">Queen</a>), sia perché si sono registrate delle sorprese, sia perché alla tipica attività di acquisizione di cataloghi - grazie alle maggiori opzioni di finanziamento oggi disponibili - si sono affiancate il consolidamento ed il lancio di piattaforme come beatBread (specializzata in anticipi sulle royalties) e JKBX (dal 2024 fornisce agli investitori un nuovo strumento per acquistare quote sui diritti musicali).

Quella che segue non è una graduatoria in ordine di dimensioni economiche, ma un riassunto di quanto ci è parso più impattante.

Blackstone acquisisce Hipgnosis Songs Fund ($1,6 miliardi) 
Dopo sei anni di quotazione alla Borsa di Londra, gli azionisti di Hipgnosis Songs Fund hanno votato quasi all’unanimità per <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745690/hipgnosis-dagli-azionisti-ok-a-blackstone-per-l-acquisizione">vendere il portafoglio di 65.000 canzoni al gigante degli investimenti Blackstone</a>, già tra i soci in varie modalità. Concluso a luglio, l’accordo ha chiuso un anno turbolento per Hipgnosis, segnato da una rivolta degli azionisti per il calo del valore azionario e una cattiva gestione. Blackstone ha pagato 1,31 dollari per azione, valutando il fondo 1,584 miliardi di dollari, superando l’offerta di Concord di 1,25 dollari per azione. Ma, Hipgnosis a parte, Blackstone a questo punto è probabilmente l’entità finanziaria meglio radicata nell’industria musicale: detiene infatti anche Hipgnosis Song Management, MNRK Music Group e la collecting americana SESAC (a sua volta proprietaria della Harry Fox Agency, di AudioSalad, di Rumblefish, di HAAWK e di Audiam).

Sony Music acquisisce i cataloghi di Queen, Pink Floyd e Michael Jackson ($ 2,27 miliardi) 
Gli investimenti di Sony Music hanno, tra le altre cose, messo sul podio delle più preziose icone del pop e del rock ex aequo i Queen e Michael Jackson. Dei primi la major nipponica ha acquisito per 1,27 miliardi di dollari i diritti musicali e discografici, probabilmente pagando gli interessi attivati dal successo del film “Bohemian Rhapsody”&nbsp; di pochi anni prima, che aveva rafforzato il valore del catalogo della band. Sul secondo ha investito 600 milioni di dollari per acquisirne il 50% dei diritti sul catalogo, valutandolo quindi circa 1,2 miliardi di dollari – in attesa che il valore lieviti nel 2025 grazie a un biopic su Jacko. 
Infine, dopo anni di trattative, Sony ha acquistato per 400 milioni di dollari il catalogo musicale delle registrazioni dei Pink Floyd, ad esclusione dei diritti editoriali.

Denis Ladegaillerie rende Believe nuovamente privata ($1,52 miliardi) 
Quella che sarebbe stata l’operazione di M&amp;A tra label musicali non è andata a buon fine e così <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745390/believe-a-ladegaillerie-il-95-delle-quote">Believe è stata acquisita per il 95% da un consorzio di investitori guidato dai fondi di TCV ed EQT X, insieme al suo fondatore e CEO Denis Ladegaillerie</a>. Dopo la quotazione in borsa nel 2021, l’acquisto di quote al prezzo di 15 euro per azione (21% di premio) punta a rafforzare la crescita come player indipendente e leader nei mercati francese ed europeo. Warner Music Group aveva considerato un’offerta più alta (17 euro per azione) ma si è ritirata per mancanza di tempo per effettuare la due diligence entro la scadenza prevista.

Hellman &amp; Friedman acquisisce da Irving Azoff una quota di GMR - Global Music Rights ($ 3,3 miliardi) 
In termini monetari, l’operazione di maggiori dimensioni del 2024 è stata realizzata dalla società di private equity Hellman &amp; Friedman, un colosso con 120 miliardi di dollari in gestione patrimoniale, quando a settembre ha concluso un accordo per <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746889/industria-musicale-di-proprieta-di-fondi-investimento-mappa-proprieta">acquisire una quota di Global Rights Management</a>. GRM organizzazione per i diritti d’autore fondata dal mogul musicale Irving Azoff con sede negli Stati Uniti, è stata valutata $3,3 miliardi; Azoff ha mantenuto una partecipazione, mentre è stata TPG, co-proprietaria di lunga data, a cedere la sua quota.

Iconic Artists Group ottiene fondi da HPS per acquisizioni ($ 1 miliardo) 
Per restare in zona-Irving Azoff, la sua IAG (Iconic Artists Group) ha perfezionato una ingente raccolta di fondi ottenendo a febbraio un investimento strategico da HPS Investment Partners (società con 107 miliardi di dollari in gestione) che, insieme a finanziamenti di debito “senior” da parte di terzi, ha fornito a Iconic un accesso a 1 miliardo di dollari di capitale, destinato all'acquisizione di diritti musicali. Nello stesso mese Iconic ha acquisito i diritti sul catalogo musicale di Rod Stewart, inclusi master, diritti d'autore e alcuni diritti sul nome e l'immagine, per circa 100 milioni di dollari e a marzo ha acquisito una partecipazione del 50% nei diritti sulle registrazioni, sul catalogo editoriale e sui diritti di nome e immagine di Bryan Ferry, comprendendo sia il suo lavoro solista che quello con i Roxy Music.

New Mountain Capital acquisisce BMI ($1,4 miliardi) 
Nel febbraio 2024 una scossa tellurica di natura tanto economica quanto culturale ha fatto sussultare l’industria musicale, quando <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742321/new-mountain-capital-acquisisce-bmi">il fondo di private equity New Mountain Capital ha acquistato BMI</a>, la più grande organizzazione per la gestione dei diritti d’esecuzione al mondo, per una cifra compresa tra 1,3 e 1,5 miliardi di dollari. Parte dei proventi della vendita (100 milioni di dollari) è stata distribuita agli autori e editori affiliati come riconoscimento del loro valore per BMI, ma le polemiche sulla privatizzazione di una collecting di tale impatto non smetteranno di causare altre scosse di assestamento.

KKR acquisisce Superstruct ($1,39 miliardi) 
Con un importante investimento che riflette la crescente attenzione verso il settore degli eventi dal vivo, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745339/kkr-acquisisce-superstruct-musica-dal-vivo-concerti-festival">il fondo KKR ha acquisito Superstruct Entertainment</a>, organizzatore di festival musicali come Sziget e Wacken Open Air. Fondato nel 2017, Superstruct è stato acquistato per 1,39 miliardi di dollari, segnando l’interesse crescente degli investitori per il settore dei concerti post-pandemia. KKR è stato poi affiancato da CVC con una partecipazione.

Legends acquisisce ASM Global da AEG ($2,3 miliardi) 
Un’altra notevole acquisizione nel live, in questo caso riguardante la gestione delle venue, conferma come il settore degli spettacoli dal vivo sia diventato estremamente attraente. Annunciata nel 2023, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746416/legends-finalizzata-l-acquisizione-di-asm-global">l’acquisizione da parte di Legends della divisione di gestione delle venue ASM Global di AEG</a> si è conclusa nell’agosto 2024, dopo che Legends ha pagato una multa civile di 3,5 milioni di dollari per violazioni antitrust. Quando il partner di private equity Onex ha notificato ad AEG l’intenzione di vendere la sua quota del 35% in ASM Global, AEG ha deciso di vendere anche la propria partecipazione. L’acquisizione rafforza il business di Legends, che già include pianificazione, vendita di biglietti, ospitalità, merchandising e partnership.

UMG acquisisce quote in Chord Music Partners ($240 milioni) 
<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742639/umg-e-dundee-partners-partnerhip">Universal Music Group ha acquistato il 26% di Chord Music per 240 milioni di dollari</a>. Chord gestisce 60.000 diritti musicali, tra cui successi di Ryan Tedder e John Legend. L’accordo consente a UMG di espandere le acquisizioni di cataloghi musicali.

Varie 
Concord ha raccolto 850 milioni di dollari tramite titoli garantiti da asset musicali, portando il valore del suo ABS a 5,1 miliardi di dollari. Tra gli artisti coinvolti: Genesis, Phil Collins e Creed. I fondi raccolti sono stati utilizzati per acquisire nuovi asset e pagare debiti.

HarbourView ha raccolto capitali per $ 500 milioni per investire in diritti musicali e proprietà intellettuali, ampliando così il proprio portafoglio. 

Shamrock Capital, nota per aver acquistato i diritti di sei album di Taylor Swift nel 2020, ha annunciato a novembre di aver raccolto 1,6 miliardi di dollari per investimenti nel settore.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744996/cts-eventim-chiusa-acquisizione-divisione-ticketing-live-di-vivend">CTS Eventim ha acquisito il business di ticketing e festival di Vivendi</a> per 323 milioni di dollari. 

TickPick ha raccolto fondi per 250 milioni di dollari per espandere la propria piattaforma di ticketing.

Kobalt ha finalizzato importanti due operazioni finanziarie per rafforzare la sua capacità di acquisire diritti musicali nei prossimi anni, ottenendo una linea di credito revolving da 450 milioni di dollari da Truist Securities ed emettendo titoli garantiti da asset per 266,5 milioni di dollari (queste operazioni, insieme a una joint venture con Morgan Stanley, hanno portato la disponibilità di capitale di Kobalt a oltre 1 miliardo di dollari). Nel 2021, Kobalt aveva venduto a Sony Music Entertainment le sue divisioni AWAL e Kobalt Neighbouring Rights per 430 milioni di dollari.

Music Business 2024: i colpi finanziari dell’anno

Diversi i cataloghi e i marchi passati di mano: uno scenario che muta

La classifica USA degli album più venduti della settimana del 28 dicembre vede debuttare in prima posizione “Hop” degli Stray Kids, scende al numero due “GNX” di Kendrick Lamar e in terza “The Tortured Poets Department” di Taylor Swift. Le prime tre posizioni della chart dei singoli sono: “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, “Rockin' around the Christmas tree” di Brenda Lee e “Last Christmas” degli Wham!. Ecco le novità.

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La classifica Billboard Hot 200 degli album&nbsp;vede posizione “Hop” degli Stray Kids al numero uno; le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono:

“Hop” - Stray Kids (1)

“Missionary” - Snoop Dogg (20)

“Dlow Curry” - BossMan Dlow (36)

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Il più alto ingresso è “Hop” degli Stray Kids in prima posizione.

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La classifica Billboard Hot 100 dei singoli vede in vetta “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey; non ci sono nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni.

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