Quello dei concerti, soprattutto nel segmento dei grandi eventi internazionali, è un settore che “non va trattato con il sorriso sulle labbra e con superficialità”, ma che merita scrupolo e attenzione, perché - passioni personali a parte - si è ormai imposto come realtà titolare “di un ruolo nello sviluppo economico” dei mercati continentali: questa l’opinione di Pierfrancesco Maran, deputato all’Europarlamento nel Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici e membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, che per il prossimo 16 ottobre ha convocato a Bruxelles l’evento “Dynamic Pricing: from the Oasis case to new EU rules”, incentrato sul modello di prezzo dinamico applicato ai biglietti dei concerti diventato argomento di dominio pubblico dopo le prevendite per le prime date in Gran Bretagna del reunion tour degli Oasis. “Il fatto - premette Maran - è che il dynamic pricing, così come lo stiamo conoscendo, è solo parzialmente dinamico, perché monodirezionale verso l'alto”: quindi - innanzitutto - si pone “il tema della trasparenza dei consumatori, perché chi si è messo in coda per comprare i biglietti non aveva idea che il prezzo finale sarebbe stato diverso da quello dichiarato all’inizio della procedura”. Tuttavia, prosegue Maran, “c’è un tema di fondo, che va affrontato e che sta alla base: questo sistema, in questo momento, ha non più di due grandi operatori a livello europeo”: di conseguenza “oggi, per un artista che vuole avere un suo spazio, è impossibile non passare da un numero così ridotto di canali, che poi influenza anche il prezzo finale”. “Questa vicenda del dynamic pricing apre una necessità di attenzione all'antitrust”, spiega l’eurodeputato: “I grandi gruppi multinazionali oggi possiedono e costruiscono anche le venue, quindi - in alcuni passaggi - accompagnano anche l'esclusività di potersi esibire in determinate città”. Citando l’impatto dei big player sul mercato del ticketing, Maran fa riferimento all’azione avviata da parte del Dipartimento di Giustizia americano nei confronti di Live Nation e Ticketmaster, procedimento che - secondo i principali osservatori statunitensi - non entrerà in fase operativa prima di marzo 2026. Tempi tecnici più che plausibili, perché - dice Maran - “stiamo parlando di questioni complesse: il lavoro dei giudici che analizzano un settore innovativo come questo non è semplice. Al di là dei tempi della giustizia, casi antitrust che riguardano settori con pratiche così innovative vanno studiati nel dettaglio”. L'obiettivo dell’UE, quindi, deve avere come focus “mettere delle norme che tutelino i consumatori senza vietare, perché - prosegue Maran - il problema non è negare la possibilità di adattare i prezzi, dato che in altri settori - penso al sistema aeroportuale o alberghiero - questo modello funziona con un dinamismo maggiore”: a “Dynamic Pricing: from the Oasis case to new EU rules” “non ci presenteremo con delle certezze su cosa si deve fare, ma con la certezza che l'Europa, nel 2025, dovrà compiere gli approfondimenti necessari per prendere delle decisioni in merito. Chiederemo che sul dynamic pricing ci sia un impegno della Commissione a effettuare gli accertamenti del caso, al fine di elaborare miglioramenti normativi e di avviare un’analisi che appuri l’esistenza di eventuali situazioni di mercato dominante da portare all’attenzione dell'antitrust”. Nonostante i tempi lunghi, Maran è ottimista, perché il dynamic pricing ha catturato “un'attenzione trasversale da parte di tutte le forze politiche, e questo rafforza la convinzione che ce ne si occuperà seriamente”. Perché - conclude Maran - quello del ticketing “è un mercato che va accompagnato nel suo percorso di crescita nell'interesse dei consumatori. Io non sono su nulla per i no. Sono convinto, però, che le opportunità debbano poter essere distribuite tra tutti”.