Universal Music ha citato in giudizio Believe e la Tunecore, la divisione dedicata ai servizi per artisti ed etichette della società francese, per “pirateria” e “violazione di copyright”: la major guidata da Lucian Grainge accusa l’azienda di Denis Ladegaillerie di aver tratto profitto dalla distribuzione non autorizzata su piattaforme come Youtube, TikTok e Spotify di opere di artisti appartenenti al proprio roster, come - tra i casi citati nei documenti depositati in tribunale - Kendrick Lamar e Lady Gaga. Universal Music - che nel procedimento è spalleggiata da ABKCO Music & Records e Concord Music Group - ha chiesto a Believe e Tunecore in sede giudiziale 500 milioni di dollari, oltre a un’ingiunzione che costringa le controparti a cessare definitivamente la presunta attività illegale. "L'elenco dei clienti di Believe è invaso da artisti fraudolenti ed etichette discografiche pirata che contano su Believe e sulla sua rete di distribuzione per disseminare copie illecite di registrazioni sonore popolari nel loro ecosistema di musica digitale", si legge nelle carte depositate da UMG presso il tribunale di New York, rese disponibili in forma integrale da diverse testate internazionali: “Sebbene Believe sia pienamente consapevole che il suo modello di business è alimentato da una pirateria dilagante, ha evitato misure per prevenire violazioni del copyright e ha chiuso un occhio sul fatto che il suo catalogo musicale era pieno di registrazioni sonore che violavano il copyright”. Alla base della causa c’è l’accusa a Believe e Tunecore di incassare indebitamente royalties da versione remixate o accelerate di brani realizzati da artisti Universal Music. Utilizzando i servizi di Tunecore, “artisti” con nomi molto simili alle star sotto contratto con Universal Music come Kendrik Laamar, Arriana Gramde, Jutin Biber e Llady Gaga avrebbero spedito su piattaforme come TikTok, YouTube, Spotify, Apple Music e Instagram versioni accelerate e remix non autorizzati di brani appartenenti ai cataloghi di UMG: tra i repertori interessati dalle presunte violazioni, stando ai documenti depositati dal team legale dei querelanti, ci sarebbero quelli di ABBA, Ariana Grande, Beastie Boys, Bon Jovi, Daddy Yankee, Diana Ross, Drake, Elton John, Fall Out Boy, Justin Bieber, Katy Perry, Kendrick Lamar, Lady Gaga, Nirvana e i Rolling Stones. "In qualità di distributore di queste tracce, Believe era a conoscenza specifica della violazione o, come minimo, era effettivamente a conoscenza di fatti che indicavano un'elevata probabilità di violazione, ma ha continuato a distribuire e a dichiarare di concedere in licenza le stesse tracce ad altri servizi, continuando a violare i diritti d'autore dei querelanti e a dirottare le royalty che avrebbero dovuto essere assegnate ai querelanti", spiega la denuncia di Universal Music. Al momento la vicenda non è né citata né commentata dalle pagine dedicate alle comunicazioni corporate di Universal Music e Believe.