AFI - Associazione Fonografici Italiani ha voluto replicare, con una nota ufficiale, alle dichiarazioni rese dall’AD RAI Giampaolo Rossi, che durante il suo intervento nella due giorni dedicata al Servizio Pubblico a Palazzo Giustiniani, ha reclamato la necessità di regole certe, soprattutto relativamente alla sua natura giuridica ibrida, per la Tv di Stato. Parole, quelle di Rossi, che hanno “sorpreso” Sergio Cerruti, Presidente della Commissione Affari Legali ed Istituzionali dell’associazione di discografici, ancora impegnata in una vertenza con la Rai. “Vorrei ricordare che, prima di chiedere nuove norme bisognerebbe essere capaci di rispettare quelle esistenti, eppure dalla Rai continuiamo a ricevere picche alle richieste di pagamento dei brani utilizzati proprio all’interno dei palinsesti, che, a quanto ci è stato detto, tengono così occupato l'AD Rossi da impedirgli di concederci un incontro richiesto prima dell’estate e sollecitato anche dal Governo”, ha fatto sapere Cerruti: “Non è accettabile che si invochi la necessità di trasparenza e certezza normativa e si lamenti la carenza di risorse quando, allo stesso tempo, si tenta di aggirare le stesse regole per cui la Tv di Stato è stata richiamata e multata ben due volte dall’AGCOM a danno dell’intera filiera musicale, che, come nel caso di AFI – non riceve i suoi legittimi compensi da diversi anni.” “Tra l’altro, lascia ampi margini di riflessione la questione sollevata sulla natura ibrida della Tv pubblica quando, proprio grazie a questa condizione, dirigenti e uffici legali interni sembrerebbero approfittarsene per aggirare la piattaforma acquisti RAI e le più elementari norme del codice degli appalti, come nel caso delle gare pubbliche disattese per attività legate al Festival di Sanremo, che a questo punto rimane lo stabilimento balneare meno regolato della riviera ligure”, ha concluso Cerruti.