Il tribunale di New York ha fissato per il prossimo 8 gennaio l’udienza preliminare del processo che vede contrapposte Universal Music Group e Believe: nel documento depositato dalla corte della Grande Mela in data 7 novembre si invitano le parti a consultarsi prima di arrivare al dibattimento in aula, e di presentare un’eventuale proposta congiunta di risoluzione extragiudiziale entro e non oltre il prossimo 2 gennaio. L’eventualità che la major guidata da Lucian Grainge e la società indipendente francese - relativamente fresca di delisting - fondata e diretta da Denis Ladegaillerie trovino un accordo in grado di evitare lo scontro davanti al giudice pare al momento piuttosto remota, almeno a giudicare dalle premesse fatte affiorare fino a oggi: nella causa depositata a New York Universal Music chiede a Believe un risarcimento monstre da 500 milioni di dollari, accusando l’azienda con quartier generale a Parigi di aver incassato indebitamente royalties dal consumo di brani del proprio catalogo manipolati per l’utilizzo su piattaforme social e di media sharing. Dal canto suo Believe, per mezzo di una nota ufficiale, ha fermamente respinto le accuse di “pirateria” avanzate da UMG: “Rifiutiamo fermamente le affermazioni e le dichiarazioni rilasciate da Universal Music Group, e le combatteremo”, aveva fatto sapere lo scorso 5 novembre la società francese.