In occasione della presentazione dell’ottava edizione della Milano Music Week, FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana ha presentato uno studio - basato sui dati di IFPI, Deloitte, SIAE, DISMA, GfK - sul valore complessivo generato dalla musica sul mercato italiano nel 2023. L’indagine - i cui risultati sono sintetizzati dall’infografica presente nel frame qui sotto - aggrega alle fonti di ricavo proprie del settore come, tra le altre, musica registrata, edizioni, musica dal vivo, diritti, sincronizzazioni e copia privata, anche quelle ascrivibili a settori commerciali come la vendita e il noleggio di strumenti musicali, impianti audio professionali e dispositivi elettronici di consumo come cuffie, smart speaker e lettori. La musica registrata ha contribuito al bilancio complessivo con 292,3 milioni di euro (per quanto riguarda il consumo in digitale) e 62 milioni di euro (per quanto riguarda quello ascrivibile ai formati fisici tradizionali). “Il settore musicale nel suo complesso rappresenta un rilevante comparto dell’economia italiana”, ha commentato il CEO di FIMI Enzo Mazza: “Si stima che oltre al valore economico, con importanti effetti sul PIL, occupi più di 170mila persone”. “Da rilevare, in tale studio, anche il ruolo della produzione musicale, perché gran parte di questa economia ruota intorno alla registrazione discografica come elemento centrale”, ha aggiunto Mazza: “Inoltre l’industria musicale nel suo complesso, oltre ad essere un comparto fondamentale dell’industria culturale del Paese, è anche al centro dell’innovazione tecnologica, con prodotti e piattaforme tech che ne hanno amplificato la diffusione”. Come già indicato da una tendenza consolidata ormai dal 2022, particolarmente florido si è rivelato il comparto della musica dal vivo. I concerti hanno generato un volume d’affari pari a 967,4 milioni di euro, con il segmento “Ballo e intrattenimenti musicali” a contribuire al totale per 780,5 milioni di euro. Ottimo, di conseguenza, anche il valore generato dai diritti di pubblica esecuzione, che nel 2023 hanno fruttato ai titolari complessivamente 330,9 milioni di euro.