“Ok computer: l'artista, l'AI e la legge", in programma alla Milano Music Week, è stato il panel dedicato ai temi che stanno animando il dibattito tra coesistenza di creatività umana e modelli di intelligenza artificiale generativa. Prodotto da Rockol in collaborazione con Deloitte Legal, il panel è passato dai temi del training dei dati ai prompt fino al prodotto realizzato con il contributo dell’intelligenza artificiale generativa, affrontando le opportunità e le criticità di chi opera tra nuova creatività, responsabilità e diritto d’autore. Al workshop sono intervenuti Rocco Tanica (autore, compositore e grande appassionato di AI generativa, nonché elemento storico degli Elio e le Storie Tese), e Diego Gerbino (avvocato e director di Deloitte Legal e del dipartimento di Intellectual Property & Technology della sede di Milano). Il dibattito è partito proprio da un esperimento di Rocco, che ha realizzato un Te Deum, ovvero una composizione sacra, utilizzando l’intelligenza artificiale. “Con l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa in campo audio si sono aggiunte gustose funzioni e soluzioni, che tuttavia ho adottato solo in parte. In questo caso non mi interessava che l’AI agisse in assoluta autonomia, ma che ‘imparasse’ dalla mia scrittura musicale – racconta Rocco - per il Te Deum ho lavorato con il collega Massimo Costa. Siamo partiti con temi per pianoforte; in testa avevo l’inarrivabile ‘Clavicembalo ben temperato’ e relativi preludi e fughe polifoniche di Bach: se devo fare il megalomane, mi sono detto, meglio ispirarsi a quelli bravi. Ho armonizzato i miei temi e lavorato su un minimo di contrappunto”. Preparato il tutto, il processo è proseguito: “Abbiamo dato in pasto alla macchina un’enorme quantità di materiale sonoro settecentesco, sinfonie, corali, concerti per solista e orchestra, prestando particolare attenzione all’organico orchestrale e al suono: volevamo che la macchina ne comprendesse i parametri. A questo processo è poi seguita l'elaborazione da parte dell’AI delle melodie iniziali abbozzate al piano e sviluppate in modo essenziale. Una volta ottenuto un output stereo bilanciato siamo passati alla definizione degli strumenti. In sostanza: alla fine sono arrivato al Te Deum, ma ho impiegato più tempo con l’intelligenza artificiale che senza (ride, ndr)”. Da qui la domanda delle domande: un progetto di questo tipo è depositabile? A rispondere l’avvocato Diego Gerbino: “Dell’intelligenza artificiale tutti ne parlano o benissimo o malissimo. Dobbiamo comprendere la tecnologia, utilizzarla nel modo appropriato. Noi pensiamo che tutto quello che troviamo su internet sia libero, non è così. Per questo serve un fase di addestramento. Se noi costruiamo fondamenta solide possiamo realizzare una casa, se non è così ci possono chiedere danni o possono crollare i muri. Se usiamo la macchina come strumento, come nel caso di Rocco, gettando basi che abbiamo costruito noi, la possibilità di un deposito è concreta, se invece generiamo dalla macchina automaticamente, senza nessun lavoro artistico alla base, nulla di ciò sarà tutelabile”.