Come si sono evoluti i concerti da quel famoso Woodstock del 1969? È la domanda a cui Linus in occasione del talk “Da Woodstock a Marraggeddon con Linus” nell’ambito della Milano Music Week 2024. Linus ha esordito: “Non ho mai partecipato a Woodstock, ma grazie a quello del 69 è nata l’idea del porridge per colazione: non avevano idea di quante persone sarebbero arrivate e quindi li hanno sfamati con latte e avena”. Woodstock '69 rappresenta il primo grande evento musicale di massa con un'organizzazione complessa e un'esperienza collettiva unica per 400.000 persone. Un esempio virtuoso? Secondo Linus ogni esperienza insegna qualcosa: "Woodstock andrebbe visto più come un festival che un concerto, tipico del periodo dei figli dei fiori, e ha mostrato l’importanza del valore aggregativo". Racconta poi di un concerto di Zucchero al Cremlino nel 1990, in un’atmosfera molto formale, dove era vietato alzarsi in piedi, a differenza dei concerti di oggi, diventati esperienze più coinvolgenti. Un altro esempio è stato il concerto dei Queen a Wembley che ha trasformato un'esperienza collettiva in un evento globale, condiviso per la prima volta anche tramite la TV. Come ha cambiato questo il modo di vivere i live? Linus: “La gente che era lì so ricorderà per sempre di quella emozione, ma quello che si è divertito di più è stato Freddie Mercury. Guardarlo in tv? È come vedere una partita di calcio da casa, ma credo che il concerto debba essere un evento da consumare sul posto. Il problema, però, che oggi mancano gli headline: fino a 10 anni fa c’era un misto tra i dinosauri del rock n roll e gli artisti contemporanei. Oggi c’è poco del vecchio e dello storico e i contemporanei non sono così forti… Non c’è più mistero: per esempio di Bob Dylan si sapeva pochissimo, oggi è tutto sui social e questo penalizza anche la crescita del personaggio. Linus evita previsioni sul futuro della società, sottolineando il rapido cambiamento. Ricorda poi esperienze personali legate alla musica: un’intervista a Loredana Bertè nel 1980, un concerto di Bob Dylan a San Siro e l’atmosfera rilassata del concerto di Bob Marley, tra traffico e "nebbia". Affronta la questione dei concerti estivi a San Siro, chiarendo: Per esempio il Marraggeddon è iniziato il pomeriggio e lo stesso giorno pomeriggio ha giocato il Milan ed è stato l’inferno. Non sono contrario ai live perché il pubblico dei concerti è tranquillo, è quello dello stadio che è pericoloso e selvaggio. Farei meno partite, quello sì Milano? Milano è una situazione affidabile: al concerto della Swift c’erano molti stranieri che oltre al concerto hanno fatto anche una vacanza. Ma c’è stato un momento in cui questa era stata tagliata fuori dalla cerchia dei concerti: erano gli anni 70, quando hanno deciso di non far venire le rockstar in Italia. Poi la situazione è cambiata, proprio con il ritorno di Bob Marley” Linus osserva che gli artisti oggi fanno più tour grazie alla crescente domanda, alimentata dal valore ricreativo e dall’impatto social. Lana Del Rey, ad esempio, ha raggiunto grandi numeri grazie a Instagram, dove condividere l’emozione di un evento è diventato essenziale. Tuttavia, non è giusto ridurre i concerti solo a questo. Linus cita artisti emergenti che sorprendono per talento e riflette sui cambiamenti nell’accesso alla musica, passato dai dischi e TV alla disponibilità immediata su Spotify. Riguardo l’uso dei telefoni ai concerti, Linus lo considera poco significativo, riportando un aneddoto di De Gregori che invitava il pubblico a fare ciò che voleva. Nei concerti più piccoli, però, vietarli potrebbe preservare l’intimità emotiva. Infine, sul successo del rap negli stadi, Linus lo attribuisce alla crescita graduale del pubblico di rapper come i Dogo e Marracash, che hanno portato con sé nuove generazioni, consolidando il genere come il più seguito in Italia: “Il loro pubblico è cresciuto con loro e hanno portato dietro anche le nuove generazioni. Vedi, per esempio, i Dogo o lo stesso Marra. È un mondo che si è consolidato piano piano. Con la trap sono arrivate anche tante altre persone”.