La Milano Music Week è tra le manifestazione che permetto a tutti – addetti ai lavori e non – di approfondire le più svariate tematiche dell’industria musicale: dall’AI fino all’organizzazione di un concerto. Effettivamente, cosa succede dietro le quinte di un live? Durante il panel “Costruire il concerto: i segreti dietro il palco” presentato da AssoConcerti gli ospiti hanno raccontato le loro esperienze e di quanto effettivamente siano cambiate le dinamiche negli ultimi anni. Claudio Santucci, Stage and show designer co-founder Giò Forma, è stato il primo ospite a raccontarsi: “Non ero un musicista e non ero abbastanza bravo per suonare sul palco, così ho unito la passione per il design con quella per la musica (ero uno studente di architettura). Guardando lo spettacolo dei Pink Floyd, ho pensato: ‘Voglio fare questo nella vita.’ All’epoca non c’erano grandi strutture o percorsi di studio dedicati, quindi ho approfondito tutto da solo, cercando di capire come poter fare. Un giorno ho incontrato i miei due attuali soci e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Tra gli artisti di cui ci occupiamo ci sono Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Cremonini e molti altri. La cosa interessante è che abbiamo portato alla musica l’approccio dell’architettura, e oggi siamo diventati uno studio con 40 persone”. Santucci ha messo in evidenza una difficoltà, quello della non presenza di studi dedicati, che negli ultimi anni è stata risolta, come ha confermato Mario Zappa, Production manager Friends & Partners: "Negli ultimi anni tutto è diventato più semplice per quanto riguarda la preparazione e la messa in opera, grazie a una serie di professionalità e a un meccanismo che si è rodato bene. La vera difficoltà, semmai, riguarda le idee del cliente e il budget a disposizione. Che si tratti di un concerto, un evento o una trasmissione televisiva, il nostro ruolo è incanalare queste idee in qualcosa di concreto e realizzabile, sia dal punto di vista economico che dei tempi di realizzazione. Oggi la sfida principale è questa, più che quella tecnica: c’è una grande professionalità che rende il lavoro molto più semplice”. Alberto Muller, Production manager Live Nation Italia, ha aggiunto: “È vero: le figure professionali sono migliorate, ma si è alzata molto l’asticella e, allo stesso tempo, il lavoro è diventato più complesso. Come azienda, abbiamo la fortuna di collaborare con band straniere, soprattutto americane, e prendiamo ispirazione dal loro approccio, adattandolo al nostro mercato. Riusciamo a realizzare progetti in un lasso di tempo breve, con un numero di show molto alto, grazie anche agli investimenti significativi da parte dei promoter. I club? Negli ultimi due mesi abbiamo organizzato dei tour in queste location e devo dire che stanno funzionando bene, con una bella risposta da parte del pubblico”. Uno dei temi trattati nel panel ha riguardato l'equilibrio tra tecnologia e umanità nei concerti, considerati oggi un grande business. Si è discusso di come la tecnologia, pur essendo sempre più presente, non sia responsabile della percepita uniformità degli spettacoli, ma anzi, se utilizzata bene, possa migliorare notevolmente l’esperienza. È stato evidenziato come le scenografie tradizionali, più materiche, richiedano tempi di montaggio, logistica complessa e personale specializzato, motivo per cui sono ormai rare. Al loro posto si preferiscono soluzioni più moderne, basate su LED, luci e scenografie digitali, in linea con le tendenze delle nuove generazioni di artisti. Claudio Santucci ha sottolineato: “Come in tutti i settori, anche in questo si seguono vere e proprie mode, spesso con riferimenti a ciò che accade all’estero. Tutto è iniziato con Mark Fisher, uno dei più grandi architetti del settore, scomparso all’età di 65 anni. Con il tempo, i led hanno iniziato a entrare nei progetti, trasformando il mestiere e il modo di lavorare. Ho capito che stavano cambiando anche i materiali: non si trattava più di legno, ma di laser, fumo... tutto è diventato un elemento scenografico. Insieme all’artista, canzone per canzone, lavoriamo alla progettazione della scenografia e, a volte, riesco anche a influire sulla scaletta per motivi legati allo spettacolo. Con il tempo, anche gli artisti hanno compreso l'importanza di creare un equilibrio tra musica e scenografia”. Muller ha dichiarato: “È cambiato tutto: oggi, con un telefonino, si può vedere qualsiasi cosa. Se realizzi uno show in uno stadio, non puoi offrire qualcosa di meno; devi aggiungere elementi che catturino l’attenzione, altrimenti chi guarda avrà l’impressione di assistere a qualcosa di già visto. La percezione del pubblico è cambiata, ed è fondamentale risvegliare il suo interesse e stupirlo”. Uno degli argomenti affrontati ha riguardato le differenze tra il panorama italiano e quello internazionale nel settore degli spettacoli dal vivo. È stato evidenziato come in Italia si riesca a distinguersi per gusto e design, nonostante budget e professionalità siano spesso inferiori rispetto ai grandi tour internazionali, soprattutto quelli americani. All’estero, infatti, esiste una cultura dello spettacolo più sviluppata, con tour di lunga durata, spesso oltre 80 date, mentre in Italia raramente si superano le 15. Nonostante ciò, gli italiani riescono spesso a ottenere risultati migliori, grazie alla capacità di superare le difficoltà e proporre soluzioni creative. È stato inoltre sottolineato quanto sia fondamentale considerare il luogo dell’evento: ad esempio, è importante verificare se le strutture di città come Roma siano effettivamente adeguate a supportare certi tipi di show. L’importanza dell’esperienza e della gestione di tutte le aree di un concerto è un tema sempre più rilevante. Muller ha concluso: "La questione dell’esperienza interessa sempre di più e si sta sviluppando costantemente. Esistono diverse tipologie di biglietti, gadget e opportunità di incontro con gli artisti. Ma allo show bisogna anche raccontare una storia, e questo sta avendo grande riscontro”. Sono intervenuti: Alberto Muller, Production manager Live Nation Italia; Mario Zappa, Production manager Friends & Partners; Claudio Santucci, Stage and show designer co-founder Giò Forma. Modera: Tommaso Toma, Direttore Billboard Italia