Cosa significa avere successo nel settore musicale? Chi sono i professionisti che contribuiscono a rendere la carriera di un artista costellata di premi, grandi guadagni, primi posti nelle classifiche? Ma, soprattutto, esiste la formula perfetta per raggiungere il successo? Questo tema socio economico è all’ordine del giorno di professionisti e artisti; le dinamiche che si susseguono nel confronto tra le due parti sono state spiegate durante il panel “Il segreto del successo: tutto quel che un manager deve sapere nel 2024” organizzato da Rockol e Siae - tenutosi nell’ambito della Milano Music Week venerdì 22 novembre alle ore 17 presso la Sala Viscontea – che ha avuto tra i suoi ospiti Marta Donà (Ceo Latarma), Paola Zukar (Ceo Big Picture Management), Ciro Buccolieri (Ceo & Cofounder Thaurus Music), Nicola Migliardi (Coo SIAE). A moderare il panel, Giampiero di Carlo, Ceo di Rockol. “La gestione dei talenti: quali sono le sfide più difficili e se notate delle differenze nel vostro mestiere?": è stata la domanda che ha aperto il dibattito. La prima a rispondere è stata Paola Zukar: “Tutto si è trasformato rapidamente e in modo significativo. I concetti chiave sono la fiducia e la lealtà: i dati non possono essere ignorati, ma ancora non li gestisco perfettamente e mi confronto spesso con persone come Nicola per poterli interpretare al meglio. Gli artisti ricevono l’80-85% dei guadagni, mentre il manager prende il resto. Il successo sta nel puntare sull’artista con cui ci si sente più affini…In Big Picture Management abbiamo ancora un approccio ‘artigianale’ e non industriale”. La “Signora del rap” ha raccontato della prima volta che ha incontrato Tiziano Ferro, con cui collabora da qualche tempo: “Vi racconto un aneddoto del 1997: c’era un ragazzo molto interessante che faceva i cori con gli Atipici. Lo fermo e gli dico che avrebbe fatto strada. Lui aveva radici nel rap e, da quel momento, ci siamo sempre sentiti. Ci capiamo, abbiamo la stessa base e vedremo se funzionerà davvero”. Marta Donà ha aggiunto: "Ho iniziato 15 anni fa con Sony Music. Marco Mengoni mi chiese di lavorare con lui e inizialmente dissi di no, ma dopo una serie di colloqui con altri manager, lui mi ha confermato di volere me suo manager perché si fidava di me. Noi cresciamo insieme agli artisti e ai loro racconti. L’obiettivo principale è l’ascolto, la resilienza e la pazienza di essere una famiglia, fidanzati, manager per questi artisti. Esprimo sempre la mia opinione e c’è un continuo scambio di idee. Mi chiedo sempre: possiamo essere un valore aggiunto per quel progetto? Solo così possiamo capire se come realtà siamo davvero in grado di portare qualcosa di significativo". Ciro Buccolieri ha proseguito: “Il tema della fiducia è fondamentale. Non vediamo semplicemente materassi, ma rappresentiamo persone per le quali la musica è la vita, e questa fiducia bisogna guadagnarsela. Devo dire che, sebbene l’amicizia non sia essenziale, è importante avere rispetto reciproco. Bisogna imparare a trattare ogni aspetto con il giusto peso e ricordare che non è il viaggio del manager, ma dell’artista, e quindi a volte è necessario fare un passo indietro. Questo ruolo mi ha sempre affascinato: essere imprenditore, manager, e al tempo stesso restare fedeli a sé stessi. È proprio essere autentica che mi ha permesso di avere successo. Vengo dal commercio e ho cercato di portare questa esperienza nell'azienda. È fondamentale, come abbiamo concordato con Paola, che ci piaccia davvero l’artista che seguiamo…Per quanto riguarda i featuring, parlo da fan: li ho sempre amati perché molte volte permettono a mondi diversi di incontrarsi. Ultimamente, però, c’è un leggero abuso di collaborazioni, e credo che siamo ipocriti nel dire che i numeri pubblici non influenzano gli artisti. Tutti hanno la pressione di performare, anche in relazione ai concorrenti. È più importante dare valore a un disco e il fatto che venda o meno è un problema nostro, non del pubblico. La retorica delle certificazioni e il desiderio di chi è stato bullizzato di mostrare i risultati raggiunti sono temi che mi fanno riflettere. Il rap, per anni, è stato escluso dall'industria e ora, finalmente, stiamo mostrando i risultati ottenuti”. Nicola Migliardi ha esposto il panorama attuale degli autori in Italia, spiegando che la platea è molto eterogenea; quindi, non esiste un unico segreto per il successo, ma ognuno ha il proprio e che i manager svolgono un ruolo importante come ponte tra questi il mondo “dei numeri” e quello creativo. Ha poi parlato del periodo di grande cambiamento in cui ci troviamo, con l'avvento dell'AI, degli shorts e dei reels, che hanno creato dinamiche e successi differenti, influenzando anche le classifiche, oggi sfalsate dalle nuove modalità di business, come i trend di TikTok e le app di discovery music. Tuttavia, ha anche evidenziato aspetti positivi, come il fatto che il 20% degli autori e compositori è under 35, segno di un cambiamento in corso. Ha infine sottolineato che solo il 6% dei compositori è donna, una disparità che rappresenta un’opportunità per promuovere una maggiore inclusività nel settore. Diritti d’autore: come gli artisti percepiscono questo tema oggi gli artisti? Ciro Buccolieri ha concordato sul fatto che il tema è centrale: un autore ben amministrato alla fine dell'anno “porta a casa dei soldi”, ed è un aspetto concreto e fondamentale. Ha aggiunto che mettono gli artisti davanti a questo tema: più la loro carriera cresce, più ci tengono ai loro cataloghi. Marta Donà si ha spiegato che i suoi artisti si concentrano sui progetti senza pensare a ciò che possono guadagnare perché è compito dei manager far comprendere l’importanza di questo aspetto. Paola Zukar ha sottolineato un lato negativo: quando si entra nel meccanismo si subisce la pressione dei numeri e i dati possono influenzare negativamente la fase creativa. Ha osservato che, purtroppo, tutta questa matematica non sempre aiuta il ciclo creativo e, nonostante questo, l'aspetto positivo che la mantiene legata all'artigianato è il sentimento e l'emozione che passano alla fine della giornata. Ha anche sottolineato l’importanza di fare una distinzione tra operazioni di marketing e quelle artistiche. Ma che strumenti hanno i manager per migliorare la situazione? Ha posto, come ultima domanda, Di Carlo; Nicola Migliardi ha risposto: “È un mondo complesso e stiamo cercando di adottare un linguaggio semplice e diretto, digitale, per adattarci alle nuove modalità, ad esempio con le app. L’obiettivo è essere semplici e chiare nel comunicare un tema complesso come il diritto d’autore. Il diritto d’autore è una rendita e un asset, e se il mio catalogo musicale vale tanto, posso stare tranquillo. La sfida di oggi è creare musica che duri nel tempo, e di conseguenza costruire un catalogo che resti valido a lungo termine. Questo è il segreto del successo".