La prima bozza del Codice di Condotta dell’AI Act presentata agli stakeholder dalle istituzioni europee, pur rappresentando un progresso verso l’attuazione del testo volto a normare lo sviluppo e l’impiego dei modelli di intelligenza artificiale nel mercato unico, “è ancora sbilanciata a favore degli interessi delle piattaforme di intelligenza artificiale rispetto a quelli dei titolari dei diritti”: a sostenerlo, in un intervento su Agenda Digitale, è il CEO di FIMI Enzo Mazza. Secondo Mazza il Codice, per rendere davvero efficaci le norme previste dall’AI Act, dovrebbe essere migliorato nei punti riguardanti l’autorizzazione per l’utilizzo dei contenuti (per i processi di training) da parte degli aventi diritto, e - soprattutto - “essere ancora più chiaro (sul fatto) che i fornitori non devono poter eludere le norme trasferendo a terzi la responsabilità di rispettare gli obblighi previsti dalla legge sull’AI”. “E’ tempo che la politica si renda conto di quanto sia fondamentale garantire la protezione dei diritti di proprietà intellettuale nel mondo dell’AI generativa. La nostra società merita di meglio e la nostra umanità lo richiede”, conclude Mazza: “Il tempo è essenziale e i nostri leader devono agire: è tempo di difendere ciò che è giusto e giusto. È giunto il momento di garantire la protezione di creatori da un vero e proprio furto su larga scala e da una concorrenza sleale”.