Il confine tra l’universo della musica per l’infanzia e quello della musica pop è più sottile di quello che si possa pensare, come raccontato anche durante un panel dell’edizione 2024 della Milano Music Week. E le dinamiche che interessano i due mondi, spesso, sono le stesse, si abbracciano. Strategie di marketing, brand partnership coniugate con la garanzia di un’esperienza sicura, sviluppo del prodotto con l’obiettivo di portarlo al successo: sono queste alcune delle sfide e delle opportunità legate alla costruzione di una connessione duratura con il pubblico più giovane. “Il nostro obiettivo è cercare di intercettare un'audience e fornire contenuti di qualità, l’evoluzione che ha avuto questo mondo è assolutamente pop – sottolinea Lino Prencipe, director digital & business development Sony Music Entertainment Italy – un tempo usciva il cd dello Zecchino d’Oro, che vanta un patrimonio di canzoni interessantissimo, e basta, oltre quello non si andava. Oggi la fruizione è completamente cambiata: sono arrivati i videoclip, si è passati alle piattaforme digitali. In questo scenario è anche importante portare avanti strategie e collaborazioni nuove, capaci di guardare al domani. Un esempio? Un dispositivo come Alexa, che fa ascoltare canzoni per bambini con una richiesta vocale immediata, è una grande opportunità su cui, infatti, abbiamo lavorato”. E ancora: “Il prodotto deve essere entusiasmante. La tendenza sempre più forte dei bambini, tra i 4 e i 5 anni, ad abbracciare il pop e a lasciare da parte la musica per piccini, è sotto gli occhi di tutti e cambia molte dinamiche – racconta Luca Fantacone, director catalogue Sony Music Entertainment Italy - i bimbi sono giudici spietati che dicono subito se un pezzo piace o meno. Mahmood, i Pinguini Tattici Nucleari, per esempio, sono seguiti da tanti bambini, questo è il vero centro di ‘Kids go pop’. I bimbi sono il pubblico più esigente in assoluto. Le canzoni per l’infanzia, spesso, sono costruite con lo stesso livello di costruzione delle hit pop, soprattutto quelle estive. Non c’è distanza”. Proprio sullo Zecchino d’Oro ci sono dati e fenomeni interessanti: “Le canzoni dello Zecchino hanno avuto anche autori illustri, questo racconta già molto: da Lucio Dalla a Pino Daniele fino a Cristicchi e Max Gazzé, il cui testo recentemente ha vinto un’edizione – ricorda Cinzia Del Vecchio uff. stampa e com.ne digitale Antoniano di Bologna/Zecchino d’Oro - in più di 60 anni è diventato un fenomeno televisivo, ma anche discografico. Vanta un repertorio da 846 canzoni che contiene anche delle hit, tutti ricorderanno, per esempio, ‘Il Coccodrillo come fa’. È un mondo in crescita, siamo sbarcati anche su TikTok e cerchiamo di essere perfettamente ancorati al presente”. Ma oggi come si intercettano i bambini? Come li si spinge ad ascoltare una canzone piuttosto che un’altra? Al centro di questa domanda non può che esserci la creazione di contenuti ad hoc, testi, messaggi e stile musicale appropriati per l’età, coerenti con specifici comportamenti di consumo e di accesso alle piattaforme. “Reel, shorts, coreografie: in generale il mondo dei social funge da ponte – prosegue Fantacone – sui social non ci sono i bambini, questo è ovvio, ma i loro genitori sì. In primis parliamo a loro, in modo che possano fare delle scelte, facendo ascoltare una determinata canzone ai piccoli e valorizzando quindi un nostro prodotto. Sono la porta d'ingresso. Il nostro è un processo finalizzato a far accrescere il dialogo tra bimbi e genitori”. Carolina Benvenga, che ha saputo perfettamente abbracciare questo tipo di dinamiche, oggi viene considerata a tutti gli effetti un’artista pop, non solo come una realizzatrice di canzoni per bambini. “Lei per noi ha lo stesso identico valore di un’artista tout court – ammette Fantacone – non c’è differenza, non solo per i grandi numeri, ma per il tipo di lavoro e le dinamiche che richiede”. L’evoluzione del lavoro in questo settore è quasi giornaliera. “Sì, il nostro operato si evolve costantemente – conclude Lino Prencipe – noi creiamo e supportiamo talenti e tutto ciò si applica e si sviluppa con strumenti nuovi e leggendo una marea di dati. Ovviamente l’obiettivo è trasformare un prodotto in qualche cosa di successo, ma per farlo il lavoro è parcellizzato: ogni artista o contenuto richiede un percorso preciso. Ma questa è anche la bellezza della sfida”.