Fioccano oltre 2 mila nuove denunce nel mondo contro i “file sharer” abusivi, e nel mirino delle forze di polizia finiscono altri otto italiani (sono 126 in tutto, da quando la federazione internazionale dei discografici IFPI ha lanciato la sua controffensiva contro il peer-to-peer nei primi mesi del 2004: vedi News). La nuova ondata di azioni penali prende di mira gli utenti di tutti i network più noti e frequentati, KaZaA, Gnutella (BearShare), eDonkey, Direct Connect, eMule, BitTorrent, WinMX e SoulSeek, e si allarga per la prima volta al Sud America e al Sud Est asiatico portando il totale dei procedimenti giudiziari a 3.800, distribuiti tra 17 diversi paesi del mondo. <br> “Il messaggio è che dalla Svizzera ad Hong Kong, da Singapore all'Argentina, non esistono paradisi per coloro che scaricano illegalmente musica”, ha spiegato il presidente e amministratore delegato dell’IFPI John Kennedy, ricordando che quella in corso è finora “la più grande operazione mondiale contro i sistemi di file sharing”. “Oggi”, ha aggiunto Kennedy, “non ci sono più giustificazioni per la pirateria digitale: 2 milioni di brani su oltre 300 siti sono disponibili nel mondo ad un prezzo ragionevole per gli utenti che vogliono scaricare in tutta sicurezza e legalmente”. Secondo le stime dell’IFPI, i file illegali tuttora disponibili in rete ammontano a 900 milioni, mentre i download legali (telefonia mobile e servizi in abbonamento esclusi) hanno raggiunto quota 186 milioni nella prima metà del 2005 (vedi News).