Nelle ultime 24 ore, forse anche grazie a leak bene orchestrati, diversi media di settore tra finanza e musica hanno avanzato l’ipotesi che SESAC, una delle maggiori PRO (Performing Rights Organization) al mondo, possa essere oggetto di vendita da parte del suo attuale proprietario, Blackstone. In particolare, l’attuale proprietario di SESAC starebbe ricevendo manifestazioni di interesse da parte di alcuni fondi di private equity che sarebbero pronti a seguire gli esempi di BMI prima (acquisita da parte di New Mountain Capital a febbraio) e di GMR poi (valutata 3,3 miliardi di dollari a settembre da parte di Hellman & Friedman, una cifra che ha ulteriormente incrementato l’appetito del private equity per asset musicali che si stanno dimostrando altamente redditizi). Nel caso di SESAC, tra l’altro, non è chiaro se la transazione si estenderebbe anche alle sue sussidiarie (Audiam, Christian Copyright Licensing International, Harry Fox Agency, RumbleFish). Né è dato sapere se Blackstone venderebbe altri asset musicali che ha in portafoglio, ossia Audio Network, acquistata da Hasbro nel 2021, e MNRK Music Group. Blackstone ha acquistato SESAC nel 2017 per $ 1,125 miliardi ed ha assistito in 7 anni alla crescita del suo valore, fino al punto in cui la exit potrebbe essere matura. Uno dei candidati vociferati come potenziali sembra essere TA Associates, una società di private equity con sede a Boston che ha raccolto 65 miliardi di dollari e nel 2022 ha acquistato TouchTunes, una rete di jukebox digitali. Ma quanto Varrebbe SESAC? Nel 2024 ha registrato $ 388,6 milioni di ricavi: erano 275 milioni nel 2018 e solo 9 milioni nel 1994. Se i moltiplicatori di settore indicherebbero una forbice tra 2 e 2,5 miliardi di dollari, due fattori potrebbero alzarne ulteriormente il prezzo: le recenti transazioni di BMI e GMR ed il fatto che SESAC, a differenza di BMI e ASCAP (ma al pari di GMR) non è soggetta ai decreti di consenso statunitensi che limitano le tariffe di licenza, offrendo maggiore flessibilità nella gestione dei prezzi (introdotti negli anni '40, impongono di fatto licenze obbligatorie, ovvero l’obbligo di concedere licenze a chiunque richieda di utilizzare il loro repertorio per garantire ai licenziatari di accedere alla musica senza il rischio di essere esclusi o discriminati). Le PRO non soggette ai decreti possono negoziare tariffe personalizzate e hanno maggiore flessibilità contrattuale, il che le rende più attraenti per investitori privati. Per SESAC il core business rimane la licenza dei diritti d’esecuzione eseguito in base a una “boutique strategy” che selezione autori di spicco come Adele e Bob Dylan a iscriversi come membri. SESAC ha ridotto il numero di autori affiliati da 35.000 nel 2019 a 15.000 nel 2023, focalizzandosi su quelli che generano royalty significative.