Neal Mohan è CEO di YouTube dal febbraio 2023, mese in cui l’allora amministratrice delegata Susan Wojcicki si dimise (sarebbe scomparsa nell’agosto dello stesso anno per una malattia incurabile). Sia Mohan che Robert Kyncl riportavano a Wojcicki, il primo come Chief Product Officer (CPO) e il secondo come Chief Business Officer (CBO). Kyncl sarebbe diventato CEO di WMG alla fine del 2022, mentre Mohan è da anni uno dei nomi più gettonati per la futura carica di CEO di Google, dal 2015 occupata da Sundar Pichai (che è anche il capo della holding e casa madre Alphabet). La visione di Mohan, quindi, è di quelle da prendere sul serio: la sua direzione di YouTube genera 50 miliardi di dollari di ricavi annualizzati per Alphabet e nel tempo, quella che all’epoca del suo ingresso era ‘solo’ una piattaforma di clip amatoriali, è diventata un hub per streaming musicale, abbonamenti TV, sport dal vivo. YouTube è ora il terzo più grande investitore in contenuti originali, dopo Disney e Comcast, con oltre 20 miliardi di dollari spesi nella prima metà del 2024. Ma YouTube è anche considerata un riferimento per i content creators e per il loro modello economico basato sul profit sharing con la piattaforma. Di questo aspetto e della sua relazione con l’intelligenza artificiale generativa Mohan ha parlato in un’intervista pubblicata nell’edizione week end del Financial Times, in cui ha dichiarato tra l’altro: “Sono molto ottimista sul futuro di YouTube. Siamo ancora ai primi passi, non abbiamo nemmeno sfiorato la superficie di ciò che potremo fare con tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa”. Il 51enne CEO sta lanciando una suite di prodotti alimentati dall’AI per accelerare la crescita di YouTube, ma con un occhio particolare al delicato equilibrio nel rapporto con i creator, notoriamente preoccupati dall’impatto delle nuove tecnologie sulla loro capacità di generare ricavi. Tra gli strumenti di maggiore rilievo, Mohan ha evidenziato tre funzionalità sperimentali sviluppate da DeepMind – la divisione che dal 2014 si occupa in Google di ricerca sull’intelligenza artificiale. Le prime due sono dedicate a video e audio, si chiamano Dream Screen e Dream Track e generano rispettivamente video e musica sintetica basandosi su testi. “L’intelligenza artificiale deve essere al servizio della creatività umana,” ha precisato Mohan. “Sono strumenti nelle mani dei creator, non devono mai sostituirli”. La terza innovazione è la funzione auto-dubbing, che traduce automaticamente i video in otto lingue. “La barriera alla crescita dei creator è la lingua,” ha aggiunto Mohan: “L’AI può risolvere questo problema integrandosi perfettamente in YouTube.”