Come Impala, la rappresentanza europea delle etichette indipendenti già espressasi in merito lo scorso 17 dicembre, anche PMI - Produttori Musicali Indipendenti, la principale associazione italiana che riunisce le etichette musicali slegate dal circuito internazionale, ha preso ufficialmente posizione riguardo l’acquisizione di Downtown Music da parte di Virgin Music Group, la divisione dedicata ai servizi di artisti ed etichette di Universal Music Group. “Siamo fortemente contrari all'acquisizione di Downtown Music da parte di Universal Music Group”, ha fatto sapere in una nota il presidente di PMI Mario Limongelli (nella foto): “L’aumento non ponderato né controllato della market share della stessa corrisponde a una visione strategica ben chiara che mira solo a ingigantire sempre di più una posizione che di per sé è già dominante. Permettere che un gruppo così grande, già proprietario di un’importante quota di Spotify, possa comprare lecitamente fette del mercato della distribuzione, sottraendo di fatto risorse alla concorrenza e proponendo alle aziende indipendenti di accettare una distribuzione major ‘sotto mentite spoglie’, ha delle conseguenze non solo sulle quote di mercato, ma anche sui rapporti tra major e indie che assomigliano sempre di più una sorta di master and servant”. “La storia ci insegna - conclude Limongelli - che concentrare in questo modo il mercato sottraendo agli altri veri e propri strumenti di diffusione e promozione implica di fatto una dittatura di mercato non solo dal punto di vista artistico ma anche economico, innalzando di fatto barriere all’ingresso ai newcomers e costringendo chi già c’è ad ulteriori compromessi al ribasso”.