Educare con la musica, attraverso il rap. Cinquanta ragazzi tra i 16 e i 30 anni hanno seguito un laboratorio gratuito dal titolo Rap-Up portato avanti nello spazio libero e aperto Nòva (ex caserma che si trova a Novara) suddiviso in tre fasi e coordinato da Giuseppe Passalacqua che ha permesso loro di conoscere la storia dell’hip-hop, seguito da un intenso periodo di formazione sulla scrittura creativa, e una fase finale incentrata sulla realizzazione di brani originali e sull’organizzazione di un concerto pubblico. Rap Up è un itinerario di crescita artistica e pedagogica che, attraverso il genere più ascoltato dai ragazzi di oggi, vuole coinvolgere, far appassionare e crescere le nuove generazioni. Il progetto ha permesso la creazione di una community musicale rap a Novara. L’obiettivo generale è stato quello di sensibilizzare e diffondere la cultura hip hop nei suoi differenti generi e registri (rap, graffitismo, Mc, breakdance) usandoli come strumenti educativi e di produzione musicale, sfruttando luoghi non convenzionali e diffusi sul territorio. È nato a sua volta “Zero Storia”, un progetto video, un mini documentario, una testimonianza che racconta questo percorso virtuoso e accessibile a tutti. Gli studenti, coordinati da Serena Checcucci, insegnante dell’istituto per geometri Nervi, si sono messi in gioco come una troupe cinematografica professionale: hanno intervistato gli artisti, fotografato e filmato il percorso, scritto il soggetto, montato e prodotto oltre 150 ore di materiale audiovisivo. Il documentario, che al momento si può vedere su YouTube, sarà presentato insieme al nuovo mixtape della Supernòva Crew, intitolato “Workin”, una raccolta di 10 tracce prodotte dai ragazzi di Rap-Up in collaborazione con artisti della scena di Verbania. “Il laboratorio annuale - dice Giuseppe Passalacqua, coordinatore del progetto - è diviso in tre momenti: la prima fase riguarda la conoscenza della cultura hip hop. Dalla golden age americana alla nuova ondata della trap. Segue un corso pratico di scrittura creativa che ha l'obiettivo di responsabilizzare ciascuno sulla scelta del proprio linguaggio narrativo. Il secondo momento prevede la registrazione e la produzione dello scritto in forma musicale presso la sala ‘sound space’ di spazio Nòva. La terza e ultima fase prevede l’organizzazione del concerto estivo dove i partecipanti si impegnano a sviluppare una performance artistica insieme ai rapper più importanti della scena”. Nel percorso laboratoriale i ragazzi hanno avuto l’occasione di confrontarsi non solo con artisti provenienti dalla scena novarese, ma anche con figure di spicco del panorama hip-hop nazionale e dell’educazione, quali Paola Zukar, manager di artisti come Marracash, Madame e Fabri Fibra, e Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore della comunità “Kayros”, che ha accolto e supportato alcuni tra gli artisti della nuova scena come Baby Gang, Sacky e Simba La Rue. “Abbiamo utilizzato il genere rap recuperando il suo ruolo pedagogico e socialmente inclusivo, sfruttando in particolare gli espedienti offerti per costruire una community permanente di giovani presso lo spazio Nòva. La community si è sviluppata nel tempo acquisendo capacità e competenze in grado di realizzare eventi e produzioni musicali. L’idea è quella di creare insieme ai ragazzi e alle ragazze un’etichetta discografica indipendente con lo scopo di far emergere talenti sul nostro territorio”, sottolinea Giuseppe Passalacqua. Poi conclude: “Spesso si tende a demonizzare il rap quando in realtà è un genere dalle tante sfaccettature che va capito e che porta con sé un forte valore pedagogico”. Il percorso sociale continuerà anche quest’anno con nuovi laboratori, attività e masterclass sul rap.