Puntualmente ogni febbraio è preceduto dalla stagione delle polemiche sanremesi, che come sempre abbracciano una vasta gamma di tematiche e istanze. Al momento, almeno dal punto di vista strettamente industriale, le materie in discussione sono soprattutto due: la location e la giuria delle radio. Nel primo caso, il problema è evidenziato da FIMI e riguarda la mancanza di strutture adeguate ad accogliere quella corazzata che ormai è diventato il Festival: "Nulla è stato fatto con il comune di Sanremo per quanto riguarda trasporti, viabilità, logistica, hospitality e limiti del piccolo Teatro Ariston" dichiara Enzo Mazza, CEO della Federazione, nelle parole riportate da Italia Oggi. Un problema che si legherebbe a quello dei rimborsi da parte della Rai, troppo bassi per sostenere i costi sostenuti dalle discografiche sul territorio di Sanremo: "Quest’anno i costi per hotel, ristoranti, trasporti per Sanremo sono aumentati del 25% rispetto allo scorso anno" aggiunge Mazza. "Interesse dell’industria sarebbe quello di fare un grande spettacolo in un impianto moderno e con un adeguato palcoscenico, mentre l’interesse del comune di Sanremo è che la gente giri per le strade della cittadina e spenda un po’ di soldi in loco". Nel 2025, con la messa a gara dell'organizzazione del Festival, le cose potrebbero cambiare almeno dal punto di vista del palcoscenico, auspica Mazza: "Il tema della nuova location è serio sia per noi sia per la Rai. Il teatro Ariston non è più adatto, è pericoloso, inadeguato, e nessun promoter al mondo farebbe uno show come Sanremo in un teatro come l'Ariston. La Rai riceve mediamente 20 mila richieste di biglietti, e invece l'Ariston può accogliere solo 1.100 persone per serata, di cui 660 in galleria. Inoltre all'Ariston c'è anche un problema di sicurezza: troppa gente, spazi piccoli, si lavora malissimo, non ci sono sufficienti pass per il personale delle case discografiche. E, a tirare troppo la corda, c’è il rischio che il fenomeno Sanremo crolli. Potrebbe diventare troppo costoso per l’industria musicale". Il secondo ordine di problemi sollevati riguarda la giuria delle radio, innovazione introdotta da un paio di edizioni e confermata anche quest'anno. Con una piccola defaillance in termini di tecnologia moderna, però: le radio che possono essere incluse nella giuria, infatti, sono solo quelle in FM, escludendo le emittenti AM, DAB e le web radio. Il che taglierebbe fuori una piccola ma significativa fetta dell'industria radiofonica, soprattutto adesso che sempre più paesi europei si avviano verso lo switch-off, o hanno già proceduto a farlo (l'esempio più ovvio è quello della radiotelevisione svizzera, che da sempre segue da vicino il Festival: la Confederazione Elvetica è passata definitivamente e in via esclusiva al DAB dal 1 gennaio 2025), cosa che la Rai auspica da tempo avvenga anche in Italia. Al momento non si riscontrano obiezioni formali al regolamento, ma non è escluso che possa succedere.