Il CEO di FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana Enzo Mazza ha ribadito - per mezzo di un editoriale firmato su Repubblica - i timori dell’industria creativa riguardo la seconda bozza del Codice di Condotta per l'intelligenza artificiale di uso generale ai sensi AI Act europeo. Lo scorso 27 gennaio una rappresentanza di creator e titolari di diritti - composta da, tra le altre realtà, l'associazione di categoria internazionale dei discografici IFPI, l'unione di etichette indipendenti europee Impala, e le sigle del settore dell'editoria musicale ICMP e IMPF - aveva inviato una lettera aperta alla Vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria europea per le tecnologie digitali e di frontiera Henna Virkkunen lamentando gravi mancanze nella bozza del testo, che - in assenza di modifiche - potrebbe disattendere i principi enunciati nell’AI Act europeo: “Se la bozza - avvisava la coalizione di creator e titolari dei diritti - non verrà migliorata in modo sostanziale, il Codice non riuscirà a raggiungere gli obiettivi dell'AI Act e sarà in conflitto con il diritto dell'Unione Europea, compresa quella sul diritto d'autore. Un tale risultato sarebbe inaccettabile e non possiamo sostenere un processo che mina questi stessi principi”. Rilanciando il medesimo allarme dal punto di vista dell’industria discografica italiana, Mazza ha avvertito: L’innovazione tecnologica, soprattutto nella musica, ha rivoluzionato il mercato negli ultimi venti anni, consentendo di individuare nuovi modelli di business, tramite meccanismi avanzati di licenza, che hanno facilitato l’accesso alla musica da parte dei fan garantendo nuove possibilità di remunerazione ad aziende e artisti. L’AI responsabile ed etica sta iniziando a trovare consensi e sono stati già firmati i primi accordi a livello industriale. Solo con un sistema chiaro di regole si può sostenere la crescita dell’industria creativa europea di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa. Andare contro le basi dell’AI Act significa aprire a un Far West dove aziende tecnologiche senza scrupoli cercheranno di sfruttare al massimo la propria forza sul mercato, colpendo al cuore la produzione artistica. Il Parlamento europeo, che ha approvato l’AI Act ha ora l’importante compito di verificare che lo sforzo fatto non venga compromesso.