Aggiornamento, ore 15,00 - In merito alla vicenda relativa a Paki Canzi riferita oggi, martedì 11 febbraio, da Il Giornale, AFI ha consegnato a Rockol questa nota ufficiale: "Pasquale Canzi, che desideriamo precisare è un associato aderente di AFI dal 2021 (e non un associato ordinario, quindi non ha diritto di elettorato attivo e passivo all’interno della nostra realtà associativa), si è rivolto a noi per chiedere supporto nella risoluzione di una controversia con Pasquale Mammaro della Starpoint Corporation. La questione riguarda l’errata attribuzione della titolarità dei proventi RAI dichiarata da Mammaro, e non è stata risolta poiché la Starpoint non ha mai fornito chiarimenti o indicazioni in merito". "Per quanto riguarda i rendiconti relativi alle competenze 2022 e 2023, essi derivano da un accordo pluriennale stipulato con la RAI per gli anni 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, che prevedeva il pagamento dell’intero importo in un’unica soluzione avvenuta al 31 dicembre 2024, quindi appena un mese e mezzo fa", ha precisato AFI: "Ad oggi stiamo elaborando i rendiconti, secondo le normali procedure interne e le scadenze statutarie. Elaborazione resa più complessa a causa di una comproprietà non confermata che ha allungato ulteriormente i processi di liquidazione. Come già comunicato a Canzi in data 23 gennaio 2025". --------------- ore 07,30 - L’Associazione dei Fonografici Italiani è entrata in liquidazione. Da alcuni giorni lo certifica ufficialmente l’AFI stessa sul suo sito web ufficiale, sotto il cui logo è stata aggiunta l'apposita scritta prevista per legge. Essendo quella di AFI una liquidazione volontaria (e, quindi, non di tipo giudiziale né di tipo coatto amministrativo), a deliberarla è stata l’assemblea dei soci che ha nominato come liquidatore Sergio Cerruti, ex Presidente dell’associazione. “La decisione di adottare questo nuovo assetto si è resa necessaria per garantire all’AFI la possibilità di affrontare al meglio le sfide legali in corso, in particolare il recupero delle somme spettanti da RAI – Radiotelevisione Italiana, che rappresentano una delle principali cause di questa scelta”, ha dichiarato, in una nota ufficiale, Cerruti: “La liquidazione volontaria non rappresenta la fine dell’AFI, ma uno strumento per difendere il futuro della più storica Associazione di categoria dell’industria discografica. Una volta recuperate le somme spettanti, l’AFI potrà procedere con la revoca dello stato di liquidazione e continuare a scrivere nuovi capitoli della sua storia, che da oltre 76 anni tutela gli artisti e le imprese del settore”. Questa situazione rischia di intersecarsi con una vicenda giudiziaria innescata da Paki Canzi, ex membro dei Nuovi Angeli, che - come ripreso anche in questo articolo dal Giornale di oggi - nello scorso week end ha scritto ai media per annunciare di avere presentato un esposto alla Guardia di Finanza per appropriazione indebita collegata alla presunta mancata corresponsione da parte di AFI di diritti di circa duemila brani. Sullo sfondo, l’ormai annosa battaglia legale di AFI contro la RAI, che dai mancati pagamenti (che AFI ha quantificato in 12 milioni di euro) si estende al contenzioso al Tar della Liguria riguardante l'assegnazione senza gara del Festival della Canzone Italiana al servizio pubblico - vertenza, quest'ultima, avviata da JE - Just Entertainment, società dello stesso Cerruti associata ad AFI. Il nuovo status tecnico-legale di AFI in liquidazione potrebbe impattare anche su questo versante. Fondata nel 1933 a Roma come Federazione Internazionale Italiana dell'Industria Fonografica, poi rilanciata come AFI a Milano nel 1948 per iniziativa delle aziende all’epoca più rilevanti del comparto, tra le quali Fonit, Cetra, Carisch, Durium e La Voce del Padrone, l’associazione tra gli anni Cinquanta e Settanta compì importanti passi per la tutela del settore, arrivando a stipulare con la RAI contratti per l’utilizzo di fonogrammi nei programmi televisivi: nel maggio del 1972, con l’uscita delle case discografiche internazionali dall’associazione - e la conseguente fondazione di FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana - AFI proseguì nella propria attività tutelando gli interessi delle realtà imprenditoriali discografiche indipendenti. Nel 2108 è stato eletto alla presidenza dell’associazione Sergio Cerruti, che durante il suo mandato ha dato vita ad AFI Servizi e nel 2024 ha terminato il suo mandato, lasciando la carica presidenziale a Gianni di Sario.