Tra le righe che raccontano di vincitori e vinti, Sanremo 2025 semina anche qualche messaggio per l’industria. Ecco quelli che ci sembrano i più rilevanti. X-NON-Factor Giorgia sesta e Lauro settimo sono una doppia doccia fredda. Per i due artisti, naturalmente e soprattutto: dopo aver beneficiato di mesi di promozione come presentatrice e giudice dell’ultima edizione di X Factor, venivano dati tra i favoriti per la vittoria finale. E per noi addetti ai lavori, in gran parte quasi certi della loro presenza sul podio. Invece entrambi sono rimasti fuori anche dalla cinquina finale. Label Sony Music Italy, che ai blocchi di partenza schierava nove artisti in gara, con Olly si intesta la vittoria discografica. Dietro la major guidata in Italia da Andrea Rosi seguono l’indipendente Sugarmusic con Lucio Corsi, Universal Music Italia con Brunori e Warner Music Italy con Fedez e Cristicchi (indipendente ma distribuito da ADA). Major e indie si mescolano, pertanto. Autori Tra i “magnifici cinque” Abbate / Simonetta / Ettorre / Petrella / Lazzarin - gli autori più rappresentati a questo Festival - solo Abbate e Lazzarin centrano un piazzamento in top five (in quarta posizione, con “Battito” di Fedez, scritta insieme allo stesso interprete e Alessandro La Cava). Per il resto, il podio e i relativi dintorni - quest’anno - sono dominati dai cantautori: il terzo brano classificato, “L’albero delle noci” di Brunori, reca addirittura la firma del solo artista: qualcuno prenderà nota? Il mercato? Se ne è discusso, proprio a Sanremo, qualche giorno fa. Negli ultimi anni, il peso del Festival sui palinsesti di radio e tv, oltre che nelle pubbliche esecuzioni, è progressivamente aumentato. Ora la tentazione di parlare di trionfo dei cantautori è alta, con tre di loro in top five: Corsi, Brunori e Cristicchi. Così come è alta quella di parlare di una Caporetto dell’urban (con Shablo, Rose Villain e Tony Effe tutti relegati nel gruppo di coda). Ma sarà lo streaming, entro una dozzina di settimane, a emettere la sentenza del mercato. I primissimi dati diffusi in questi giorni dai principali servizi digitali, in questo senso, consigliano cautela: alla vigilia della serata finale, per esempio, “Damme ‘na mano” di Tony Effe, venticinquesima nella classifica finale ufficiale, era sesta nella top 10 dei brani sanremesi più ascoltati su Youtube, davanti a “Quando sarai piccola” di Cristicchi, “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi” e “L’albero delle noci” di Brunori, tutte e tre finite nella cinquina finale all’Ariston. Sempre “Damme ‘na mano” era presente anche nella top 5 di Apple Music, di Amazon Music e di Spotify - dove, tra l’altro, si era rivelato il terzo brano più ascoltato dagli utenti dopo “Balorda nostalgia” di Olly e “Battito” di Fedez. Insomma, vale la pena ricordare che la bulimia dell’urban dell’ultimo lustro si è manifestata sempre in assenza di un vincitore urban. (Dis)parità di genere Il podio e la top 5 di Sanremo 2025 sono risultati esclusivamente maschili. Allargando il quadro alla top 10, le uniche rappresentanti femminili sono Giorgia (sesta) e Francesca Mesiano (California dei Coma_Cose, decima). Per arrivare alla parità di genere bisogna scendere nella parte finale della classifica, tra il ventesimo e il ventinovesimo posto, dove le rappresentanti sono sei (nell’ordine, Joan Thiele, Francesca Michielin, Serena Brancale, Gaia, Clara e Marcella Bella) su dieci. In compenso… MD-Factor … C’è una donna nella musica che si conferma la Regina della Riviera, e il suo nome è Marta Donà. La manager e fondatrice de LaTarma porta a casa per la sua agenzia la quarta vittoria a Sanremo in cinque anni: Maneskin, Mengoni, Mango e Olly. I record sono fatti per essere battuti, sì, ma ripetere e superare un poker come questo sarà dura.