StubHub ha presentato alla SEC (l’equivalente della Consob italiana) il prospetto informativo relativo alla sua prossima IPO (Initial Public Offering), che porterà la società di secondary ticketing fondata e guidata da Eric Baker a quotarsi sulla borsa americana. L’anno scorso Stubhub ha registrato una crescita dei ricavi del 30%, raggiungendo un fatturato di 1,8 miliardi di dollari - anche se è degno di nota il fatto che i soli biglietti per i concerti di Taylor Swift ne hanno incrementato del 14% le vendite lorde nel 2023, secondo quanto riporta il suddetto prospetto. Lo scorso anno Stubhub aveva cercato di ottenere una valutazione di poco superiore ai 16 miliardi di dollari, ma gli investitori avevano di fatto rifiutato la valorizzazione. Il che lascerebbe presupporre che stavolta le ambizioni potrebbero essere ridimensionate, sia per la volatilità del mercato attuale, sia perchè la situazione finanziaria di StubHub non è migliorata nel frattempo: il margine operativo della società è diminuito di oltre 10 punti percentuali, a causa dell’aumento della spesa in vendite e marketing, e pesano sui conti gli oltre 2 miliardi di dollari di debito (che StubHub intende ripagare con i proventi dell’IPO). Tra i punti salienti che emergono dal prospetto, spiccano la strategia futura della società, che si basa anche sulla capacità di conquistare quote di mercato nella vendita diretta dei biglietti ai fan (che, però, l’anno scorso ha rappresentato solo l’1% delle vendite lorde); alcune non entusiasmanti annotazioni dei revisori contabili che hanno dichiarato che, alla fine dello scorso anno, l’azienda non disponeva di un numero sufficiente di dipendenti “con un adeguato livello di conoscenza contabile”; e dettagli sui poteri di voto di Eric Baker, fondatore di StubHub licenziato dall’azienda vent’anni fa e poi tornato al comando dopo averla riacquistata da eBay con il sostegno di importanti investitori finanziari. Oggi Baker controlla il 90% del potere di voto della società, pur possedendo solo circa il 5% delle azioni; un potere sproporzionato - ottenuto grazie a una classe speciale di azioni che gli conferisce 100 voti per ogni azione rispetto a un solo voto per le azioni ordinarie - che è ragionevole pensare che diventi un tema di discussione caldo alla vigilia della quotazione.