I bootleg per anni ci sono sembrati un retaggio del passato, una gloriosa (e illegale) tradizione di un'epoca che ormai non esiste più: ma cosa succederebbe se non solo tornassero in grande stile come nuovo trend, ma addirittura si trovasse un modo per renderli legali? E' la scommessa di una nuova start-up che, non a caso, prende il nome proprio di Bootleg. L'idea è quella di vendere le registrazioni dei concerti appena avvenuti ai fan accorsi alla data, un po' come se si trattasse di una versione "smaterializzata" del tradizionale merchandising presente ai banchetti. Nel corso del 2025 sta già collaborando con alcuni musicisti per testare questa possibilità (tra gli ultimi, Evan Honer and Judah & the Lion) ed è prevista anche la sincronizzazione con brevi caroselli di foto o video, per venire incontro alle ultime tendenze social. Al momento le registrazioni di Bootleg costano dai 10 ai 40 dollari, e vengono acquistate da una percentuale di pubblico che oscilla tra il 5 e il 10% degli spettatori di ogni concerto. Naturalmente l'idea, per quanto buona, apre le porte a una serie di considerazioni riguardanti la gestione discografica dell'operazione (chi è, ad esempio, il proprietario del nuovo master creato tramite la registrazione del concerto?); resta però un'idea interessante e potenzialmente redditizia.