La sede è a Fort Washington, in Pennsylvania, ma il suo impatto è globale. CDNow.com consente a chiunque, con una connessione Internet e una carta di credito, di acquistare un CD in pochi clic, con consegna a domicilio in pochi giorni. Non solo: l’esperienza d’acquisto è “intelligente”. Ogni pagina prodotto contiene recensioni, suggerimenti, liste di brani, biografie, e — novità assoluta — raccomandazioni automatiche in base a ciò che l’utente ha già cercato o comprato. È la personalizzazione applicata alla musica. CDNow è nata quasi per caso: i fratelli gemelli Jason e Matthew Olim iniziarono vendendo CD via telnet ai colleghi universitari. Poi arrivò il sito web — era il 1995, quando Amazon vendeva solo libri — e il boom fu rapido. Nel 1997 l’azienda entra in Borsa sul Nasdaq, raccogliendo fondi e attirando l’attenzione degli analisti. Nel 1998 chiude accordi con Billboard, Lycos, MTV e persino Coca-Cola, diventando un punto di riferimento per la musica online. Il suo slogan: "Where your music is always in stock". CDNow ha inventato un modo nuovo di vendere musica: niente scaffali, niente magazzini propri, solo una gigantesca interfaccia digitale tra il cliente e la distribuzione. L’azienda non produce dischi, ma li rende accessibili — e lo fa con efficienza, suggerimenti personalizzati e promozioni mirate. Il mondo discografico guarda con interesse — e un po’ di timore. Se in futuro gli utenti potranno scoprire e comprare musica senza uscire di casa, quale sarà il ruolo dei negozi? E delle etichette? Alcuni analisti temono che l’ondata di entusiasmo sia prematura. I margini sono bassi, la logistica complessa, la concorrenza feroce. Ma i fondatori di CDNow sono convinti che il futuro della musica sarà digitale, e stanno già sperimentando l’integrazione di anteprime audio e — forse — download.